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Sanità. La pubblicità ambigua del direttore generale dell’Aor San Carlo di Potenza

24 giugno 2025 | 13:30
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Sanità. La pubblicità ambigua del direttore generale dell’Aor San Carlo di Potenza
Il DG dell'Aor San Carlo, Giuseppe Spera

Quando si tratta di salute i cittadini preferiscono la chiarezza non la propaganda a suon di tamburi

L’ospedale di eccellenza sbandierato dal dg dell’Aor San Carlo Giuseppe Spera assomiglia a una pubblicità ingannevole. E vi spieghiamo perché. Intanto, leggiamo cosa scrive il direttore mercoledì scorso 18 giugno: Con grande orgoglio, la direzione generale dell’Azienda ospedaliera regionale San Carlo annuncia la sua inclusione tra le cento migliori strutture ospedaliere italiane secondo un’analisi indipendente condotta dall’Istituto tedesco di qualità e finanza (Itqf). Tutto lascia immaginare che l’intera struttura ospedaliera abbia caratteristiche di eccellenza. Una generalizzazione ambigua per almeno una ragione: i dati dell’Istituto Tedesco, nel caso del San Carlo, si riferiscono a due branche specialistiche, la cardiologia e la ginecologia, e riguardano la situazione fotografata a gennaio 2025. Tutte le altre branche sono escluse dall’indagine. Non a caso La Repubblica, tra i media partner dell’iniziativa, pubblica i migliori reparti di cardiologia in Italia e i migliori reparti di ginecologia e poi la classifica generale che, è evidente, emerge dal giudizio sulle singole discipline trattate.

Nelle tabelle i risultati che riguardano le due discipline considerate

Aor cardiologiaAor cardiologia

ginecologiaginecologia

Ma chi conduce l’indagine?

“La ricerca è stata condotta da FactField Health, l’istituto di ricerca sanitaria indipendente del gruppo Hubert Burda Media che, ormai da decenni, valuta ospedali e strutture sanitarie con metodi scientifici e obiettivi. FactField Health, nel corso della scorsa edizione, ha affidato a un board di opinion leader la redazione di un sondaggio per la rilevazione della qualità delle prestazioni, al fine di reperire informazioni che siano il più possibile rappresentative dell’offerta di una determinata area clinica. I questionari impiegati nell’edizione corrente sono quelli già testati precedentemente.”

Nella classifica generale dei famosi 100 il San Carlo si piazza in 64esima posizione con l’analisi di dati relativi a cardiologia e ginecologia e a cos’altro?

No Marketing?

Il direttore generale Spera in una sua replica al nostro primo articolo sulla vicenda afferma: “Ci teniamo a sottolineare che i parametri utilizzati per questa indagine non sono frutto di “marketing pubblicitario” ma, al contrario, si basano su dati concreti provenienti dal Programma Nazionale Esiti (l’osservatorio permanente sull’assistenza ospedaliera di Agenas, voluto dal Ministero della Salute), interviste approfondite a medici, valutazioni dirette dei pazienti e indicatori clinici, organizzativi ed esperienziali. Il “marketing”, termine spesso impropriamente usato e distante dal nostro approccio, è semmai un effetto secondario di questo riconoscimento, che dovrebbe generare soddisfazione per l’immagine che ne deriva, e non è certo la causa del nostro buon posizionamento.”

Ebbene nell’illustrare i vantaggi del sigillo ITQF la l’Istituto Tedesco spiega: L’applicazione del marketing al miglioramento o riprogettazione dei servizi risponde all’esigenza di rispondere ad aspettative crescenti circa gli standard qualitativi degli stessi. Nell’ottica dell’evoluzione delle aziende sanitarie, il marchio ITQF si presenta come un ottimo strumento di marketing sanitario a disposizione delle strutture. I marchi di certificazione sono uno strumento per la comunicazione e il marketing aziendali. I nostri marchi sono registrati presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e sono acquistabili sotto forma di licenze annuali.

Tutto l’ospedale è un’eccellenza?

La selezione delle strutture sanitarie si basa su criteri selezionati dopo una ricerca dettagliata e rappresenta lo stato attuale al momento dell’indagine. La qualità delle prestazioni mediche erogate non può essere misurata in ogni singolo aspetto, così come, allo stesso tempo, non viene messa in discussione la qualità delle strutture sanitarie non menzionate all’interno delle classifiche stesse. Come per dire, sì voi siete menzionati, ma questo non significa che la qualità delle altre strutture, quelle che sono non presenti nella classifica, sia inferiore.
La classifica e le relative posizioni sono determinate dall’applicazione uniforme della metodologia utilizzata, basata su dati pubblici e su informazioni primarie raccolte attraverso questionari compilati volontariamente dalle strutture ospedaliere. (ITQF)

Come è stata stilata la lista degli “Ospedali di Eccellenza”?

“Le cento strutture consigliate per ciascuna specialità medica sono elencate per regione. Le liste sono state elaborate sulla base dei dati pubblici relativi ai volumi delle prestazioni e agli indicatori compresi nel Programma Nazionale Esiti (PNE), sviluppato dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS), nonché dei dati e delle informazioni direttamente riportati dai responsabili delle strutture ospedaliere. Nelle liste ci sono maggiori dettagli sui criteri di eccellenza: il punteggio sul trattamento medico, così come i punteggi di reputazione, igiene, servizi al paziente, iniziative sulla qualità e ricerca.
Il ranking delle cento strutture generaliste consigliate, invece, è nazionale, quindi non elencato per regione. Così come le liste per specializzazione, anche il nostro ranking deriva dall’applicazione di una formula uguale per tutte le strutture che prende in considerazione dati pubblici e dati primari raccolti tramite i questionari compilati dalle strutture.”(ITQF)

Dobbiamo ricordare che nell’edizione 2024 della tradizionale classifica degli ospedali italiani ad opera dell’Agenzia del Ministero della Salute non si registra in Basilicata alcuna struttura sanitaria di eccellenza, bensì livelli di assistenza ospedaliera a stento sufficienti, con la sola eccezione della cardiochirurgia del San Carlo di Potenza all’epoca del primario Luzi.

Nessun costo per l’Azienda San Carlo

“L’Azienda Ospedaliera San Carlo non ha sostenuto alcun costo per rientrare in questa classifica e tale risultato è esclusivamente riconducibile all’eccellente organizzazione della struttura, alle comprovate competenze dei nostri professionisti e all’impegno costante di tutti nel fornire risposte efficaci ai nostri utenti.” Lo afferma Giuseppe Spera nella replica al nostro articolo del 20 giugno.

Mentre l’Istituto Tedesco scrive: “Le strutture presenti nella nostra guida avranno la possibilità di richiedere la licenza per l’uso del marchio di certificazione “Ospedali di Eccellenza”, registrato presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, e integrarlo nella propria strategia comunicativa per attrarre pazienti e personale.” Ora, il marchio pare chelL’Aor lo stia già usando, ha chiesto la licenza per l’uso?

“I marchi di certificazione sono uno strumento per la comunicazione e il marketing aziendali. I nostri marchi sono registrati presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e sono acquistabili sotto forma di licenze annuali.” L’Aor ha acquistato la licenza per l’anno 2025?

Ora, va bene tutto. L’Aor non ha sopportato alcun costo, l’ospedale San Carlo è una struttura eccellente, tra le prime cento in Italia, secondo l’Istituto Tedesco di Qualità e Finanza. Tuttavia, una comunicazione più seria avrebbe precisato gli esiti relativi a due specialità mediche, la cardiologia e la ginecologia e avrebbe spiegato che tutti gli altri reparti con le relative branche c’entrano nulla con quella classifica. Perciò scrivere che l’Azienda ospedaliera regionale San Carlo annuncia la sua inclusione tra le cento migliori strutture ospedaliere italiane, è fuorviante. Tra l’altro L’Azienda comprende più presidi ospedalieri: l’Azienda Ospedaliera Regionale “San Carlo”, Azienda pubblica dotata di personalità giuridica, si compone dei presidi di Potenza (DEA di II livello), di Pescopagano e dei presidi ospedalieri di Lagonegro, Melfi e Villa d’Agri, ad essa trasferiti dall’Azienda Sanitaria Locale di Potenza (ASP), in forza della legge regionale n. 2 del 2017, per costituire un’unica struttura ospedaliera articolata in più plessi. Scrivere che l’ospedale San Carlo di Potenza è tra i cento migliori ospedali d’Italia sarebbe più corretto pur conservando una palese ambiguità comunicativa in quanto, come abbiamo visto, le branche interessate sono soltanto due. Delle altre non c’è traccia. E sarebbe interessante conoscere i dati contenuti nel “ranking nazionale delle cento strutture generaliste”. Qui il nostro primo articolo contestato da Giuseppe Spera.