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Sin Tito Scalo, diritto alla conoscenza, Bolognetti: La fame e la sete di democrazia e i salveminiani profeti di sventura

25 giugno 2025 | 11:00
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Sin Tito Scalo, diritto alla conoscenza, Bolognetti: La fame e la sete di democrazia e i salveminiani profeti di sventura
Maurizio Bolognetti

“Il digiuno procede ad oltranza e dalle 23.59 del 26 giugno passerò allo sciopero della sete”

Mentre scrivo (25/06), mi volto indietro e penso ai 19 giorni trascorsi da quando alle 23.59 del 6 giugno ho deciso di alimentare il mio Satyagraha, attraverso un digiuno (integrato da tè e caffè).

Diciannove giorni, diciannove notti. Diciannove giorni in cui sto provando a dialogare e ad alimentare il mio Satyagraha (insistenza per la verità), trasferendo consapevolezza ed energia, quella che man mano sto perdendo, ai miei interlocutori. Il tutto nel tentativo di convincerli ad onorare la democrazia, onorando ciò che alla democrazia dà forza e contenuto: il diritto umano alla conoscenza.

Ma chi sono i miei interlocutori, i principali interlocutori di questa azione nonviolenta di dialogo, che spero non si trasformi in un lungo cammino nel deserto? Innanzitutto la Rai e il caporedattore della sede Rai di Basilicata, Gennaro Cosentino, e poi, e non potrebbe essere altrimenti visto quanto è accaduto e ahimè accade, la Commissione Parlamentare per l’Indirizzo Generale e la Vigilanza dei Servizi Radiotelevisivi.

Diciannove giorni, 36 edizioni del Tg regionale e non una parola su quanto da me anticipato, tra il 2008-2009 e successivi, sul disastro ambientale in corso in quel di Tito Scalo. Anzi no, qualche parola purtroppo c’è stata, quelle di una giornalista che ha provato a giustificare una sua collega dicendo: “Ma cosa vuoi che ne sappia delle cose vecchie?”. Peccato, lo ripeto, che il vecchio, contenuto anche in atti pubblici quali gli esposti-denuncia da me presentati, sia fin troppo attuale. A leggere quel che scrivevo all’epoca, ritroveremmo tutte le ragioni che hanno indotto gli inquirenti a sequestrare l’area Daramic.

Le domande si affastellano e un salto nel passato lo faccio io con la memoria e spulciando nel mio archivio. Dr. Cosentino, convincere sta per vincere assieme e non contro qualcuno; io non sono un suo nemico e le critiche che esprimo sono rivolte agli atti e alle patenti omissioni della testata da lei diretta e dalla Rai tutta.

Io vorrei poter chiedere per quale sorta di miracolo il Tricloroetilene e altre schifezze tossico-nocive e cancerogene, presenti già 17 anni fa, si sarebbero dovuti fermare all’interno del perimetro del sito.

Le spiegazioni che state divulgando fanno di Tito Scalo una sorta di Medugorje lucana e di chi si è occupato, o avrebbe dovuto occuparsi, di quel Sin (Sito di Bonifica di interesse nazionale) un santone, capace di impedire che superamenti, che nel 2012 erano di certo più di cento volte superiori ai limiti di legge, non oltrepassassero il perimetro del sito. Temo, gentili colleghi, che l’acqua non badi ai perimetri, ma si limiti a scorrere e in questo caso a scorrere con il suo carico di veleni cancerogeni.

Vorrei poter fare a tutti una semplice domanda: perché il perimetro del sito, considerando quel che stava accadendo in anni di disinteresse e non solo, non è stato allargato già 16 anni fa? Perché non si è disposta una ulteriore rete piezometrica al di fuori dei perimetri stabiliti dalla burocrazia? E della cosiddetta Vasca Fosfogessi, con i suoi rifiuti industriali, vogliamo parlarne?

Nell’attesa di poter ricevere le risposte che attendo da giorni, vorrei riportare una citazione pubblicata nel dossier “Il Tempo del Creato” (ed. 2025), per il quale ho avuto l’onore di poter scrivere un intervento, “Il deserto e la terra arida si rallegreranno, la solitudine gioirà e fiorirà come la rosa”.

Intanto grazie ai tanti che stanno sottoscrivendo la lettera che il 13 giugno ho indirizzato alla sopra citata Commissione. Ogni firma per me è alimento ed è un riconoscersi, ritrovarsi, trovare compagni/e di strada. Nella speranza di non far torto a nessuno, mi limiterò a citare solo alcuni degli 80 sottoscrittori: Sergio Tanzarella (Docente di Storia della Chiesa Nella Pontificia Università Teologica dell’Italia Meridionale), Giulio Cainarca (condirettore di Radio Libertà), Michele Finizio (direttore di Basilicata24), Margherita Agata (Consigliere nazionale CNOG), Antonino D’Anna (redattore di Radio Libertà), Paride Leporace (giornalista e scrittore), Mario Lamboglia (direttore di Eco Channel) Vito De Filippo (giornalista e già Presidente della Giunta regionale di Basilicata), Fausto Alberto De Maria (Sindaco di Latronico), gli ex Consiglieri regionali Alessandro Singetta, Vincenzo Mario Acito e Giovanni Perrino detto Gianni, gli ex sindaci Franco Simone, Domenico Muscolino, Giovanni Ruggiero e Maria Di LascioGiuseppe Spera (direttore Aor San Carlo), Giuseppe Rossi (già vicesindaco di Senise), Vincenzo Tortorelli (Segretario regionale Uil), Carmine Vaccaro (Segretario regionale Uil pensionati), Francesco Labriola (già assessore della Provincia di Matera), Anna Conte (Scrittrice), Marcello Favale (Scrittore); compagni storici quali Carlo Giordano, Maria Antonietta Ciminelli, Rosanna Ennico, Francesca Tiboldo, Raoul Guatteri e Lucia Tripodi. Uomini e non caporali di giornata e di regime, quali Mario Marra e Raffaela Petruzzelli.

Che dire; cosa dire ai miei interlocutori? Speriamo davvero che questo deserto fiorisca e in generale che torni a fiorire il deserto di una democrazia malata, che ovunque nel mondo è sempre più democrazia reale. Il mio digiuno, iniziato alle 23.59 del 6 giugno, per ora va avanti ad oltranza e dalle 23.59 del 26 giugno passerò allo sciopero della sete. L’elenco completo di coloro che hanno firmato a sostegno della sopra citata missiva è disponibile su www.facebook.com/maurizio.bolognetti

*Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani e giornalista