Partiti i primi licenziamenti con incentivo. A fronte dei 500 esuberi previsti per il 2025, ci sarebbero già 700 richieste. E’ diventata un’impresa anche andarsene
L’ufficio del capo. Ecco la meta più ambita e agognata dagli operai di Melfi che hanno deciso di accettare l’incentivo per lasciare nel 2025 la linea Stellantis. Chi raggiunge l’ufficio del Responsabile del personale ce l’ha fatta. Deve solo firmare il proprio licenziamento con un gruzzoletto in tasca e il diritto alla Naspi per un paio di anni. Sono 500 gli esuberi previsti e firmati a Melfi per l’anno in corso, ma pare che i numeri siano già schizzati. Sarebbero già in 700 (secondo fonti non ufficiali) ad aver fatto richiesta, e ci sarebbe quindi già una lunga lista di ‘riservisti’. Già, perchè non è diventato complicato solo rimanerci, sulla linea di Melfi, viste le poche giornate che si riescono a spuntare al mese. Ora è diventato complicato anche andarsene. Ci vuole il sindacalista di fiducia che ti accompagna alla firma. I più maligni dicono che più ‘aziendalista’ è il referente, più cresce la possibilità che la richiesta di fuoriuscita venga accettata in tempi brevi.
C’è chi aspetta da ottobre, ma resta in coda, e chi riesce subito ad accedere all’Ufficio del Capo. Il giorno dei licenziamenti è il venerdì, e già da alcune settimane l’iter è stato avviato. Rumors ci svelano che per snellire le operazioni ora sia stato previsto anche l’appuntamento di martedì, per licenziarsi. Sempre che la fortuna assista. C’è chi perde la pazienza, c’è pure a chi viene consigliato di attendere ancora un po’. E poi c’è chi ci riesce. C’è anche una sorta di identikit dell’operaio/operaia che ha deciso di lasciare. In genere ha 55 anni compiuti, perché secondo quanto previsto, oltre quella soglia di età le condizioni e il gruzzoletto diventano più favorevoli. C’è chi se ne vuole andare perchè ha troppe spese rispetto ai 1400 euro che riesce a portare a casa di questi tempi con la Cassa integrazione a rotazione. C’è poi chi dopo 30 anni non ce la fa proprio più e vuole respirare aria nuova. E chi, a conti fatti, riesce ad agganciare (o quasi) la pensione, grazie alla Naspi.
Un po’ di dati e di storia: a Melfi partirono nell’autunno del 2021 le prime fuoriuscite, inspiegabilmente destinate (allora) ai giovani del job act. A loro venne dato, per puro paradosso, una sorta di diritto di prelazione. Da allora ad oggi abbiamo ampiamente superato le 2000 fuoriuscite, o chiamiamoli anche ‘esuberi’. Secondo dati non ancora ufficiali, con i nuovi licenziati del 2025 i lavoratori effettivi di Stellantis (escluso l’Indotto) scenderebbero ben al di sotto dei 5000. Si parla di 4700 unità. A fronte dei 7100 dei tempi d’oro. Quando si sfornavano Renegade e 500x a go go. Anche 400 auto a turno su 3 turni quotidiani. Ma erano altri tempi.
Il passaggio dell’endotermico all’elettrico ha determinato una scossa tellurica senza precedenti. Destinata a cambiare per sempre il volto dell’area industriale di San Nicola. In molti ormai se ne vanno anche per paura che l’era degli incentivi possa esaurirsi. Per l’incubo di licenziamenti di massa che potrebbero occorrere in futuro qualora il ‘Piano Italia’ di Stellantis dovesse buttar male per Melfi e le auto non dovessero trovare fortuna sul mercato. Nelle prossime stagioni dal sito lucano si attende il decollo sul mercato di Ds8 (full eletric) e Compass (anche in versione ibrida). Poi altri 5 modelli nel giro di 2 anni. Questi i piani. Ma c’è chi non si fida e fugge via. “Qui ora ci vuole fortuna anche per andarsene” è la battuta che corre tra le maestranze. Nel frattempo l’Ufficio del capo è piuttosto gettonato da alcune settimane a questa parte. Si firma e si va via, lasciandosi alle spalle 30 anni di vita, lavoro e storia, all’interno della più grande fabbrica presente in Lucania.