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Smart P@per, parla una lavoratrice: “L’azienda ci ha traditi”

26 luglio 2025 | 11:20
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Smart P@per, parla una lavoratrice: “L’azienda ci ha traditi”
Ingresso esterno dell'azienda a Tito

L’assurdo caso dei 380 lavoratori lucani “avvisati una settimana prima” della scadenza della commessa affidata per tanti anni da Enel alla loro azienda. “Da mercoledì 30 chi dentro, chi fuori. Che fine faremo?”

“Se dovessi dare un consiglio ai giovanissimi direi loro di andarsene da qui. Non c’è futuro in Basilicata, ed è ciò che direi anche ai miei figli”. Traspare grande delusione nella parole di una dipendente Smart P@per, l’azienda che in Basilicata occupa 380 lavoratori tra Tito Scalo e S. Angelo Le Fratte, di cui alcuni anche in smartworking e che si occupano di reclami, recupero crediti, controllo Qualità e altri servizi, prima per conto di Enel e ora Enel Energia e mercato libero.

I FATTI. Solo mercoledì scorso (23 luglio) l’azienda avrebbe comunicato ai sindacati di categoria di aver perso la nuova commessa di Enel con la quale operavano i 380 lavoratori. E dal primo agosto si entra in una nuova fase. La nuova commessa è andata ad un’associazione temporanea di imprese, tra cui Accenture e Datacontact. Ma il dato emerso è che in realtà già da febbraio probabilmente già si sapeva della perdita della commessa. “Enel ha chiesto già da allora all’azienda le nostre matricole, noi lo sappiamo ora ma Smart P@per forse aveva già compreso gli esiti, e ci ha lasciati all’oscuro di tutto”, tuona la dipendente. “Ci sentiamo traditi, delusi, da 3 giorni ci è crollato il mondo addosso”

DAL 1° AGOSTO “CHI DENTRO, CHI FUORI” Non esite una vera e propria vertenza Smart P@per, anche perché è come un vulcano esploso senza preavviso, mercoledì 23. “Abbiamo saputo tutto all’improvviso, dai sindacati, e il giorno dopo, giovedì, l’amministratrice del Gruppo ci ha mandato da remoto un messaggio in cui appariva commossa, contrita, sembrava la Fornero di qualche anno fa. Ma era un messaggio registrato, senza possibilità di interloquire”. Da quel messaggio “si evince il dispiacere della Smart P@per, a cui non segue però alcuna garanzia per il nostro futuro”, ci dice, preoccupata, la lavoratrice. In teoria ci sarebbe una clausola sociale con cui i nuovi arrivati (Accenture e Data contact) dovrebbero tutelare i lavoratori, ma solo in teoria. “Sappiamo solo che il 30 luglio verranno resi noti degli elenchi, c’è chi si salverà ed entrerà con la nuova proprietà, e chi verrà scartato, almeno questo ci pare di capire”. Anche perché, se ci fossero degli esuberi, come in tanti credono, la nuova proprietà dovrebbe solo comunicare “le ragioni del mancato assorbimento dei livelli occupazionali”. Un modo per tenersi le mani libere?

“CI SENTIAMO TRADITI” È il seguito del racconto della dipendente a dirci il resto. “Benché abbiamo lavorato per 20 anni in diversi settori, per conto di Enel prima, e EnelEnergia e mercato libero dopo, devo dire che siamo sempre stati trattati come numeri, senza alcun rispetto della persona”. Rapporti freddi e funzionali, ma non è solo questo il punto, c’è molto di più nell’animo di chi oggi si sente tradito. “Da febbraio sapevano di aver perso la commessa e solo ora, dopo tutti questi mesi l’hanno reso noto”, ribadisce. “Se ci avessero avvisati prima, magari avremmo avuto il tempo di guardarci intorno, oppure avrebbero potuto partecipare loro ad un’altra gara, e invece abbiamo saputo tutto a una settimana della scadenza”. Appare assurda la tempistica. E c’è un sospetto. Riguarda le intenzioni per il futuro.

“VOGLIONO ABBANDONARE QUESTA TERRA” Il sospetto è che ci sia “la chiara intenzione di abbandonare la Basilicata al suo destino, di disoccupazione cronica”, osserva la dipendente. “Noi non sappiamo se avremo Cassa integrazione, non sappiamo chi resterà, e anche chi resterà non è sicuro che per farlo possa rimanere qui, potrebbero anche chiedergli di andare altrove, di trasferirsi”. Nessuna certezza di restare, quindi, ma solo un cattivo presagio: “Vogliono andarsene da qui e non sarebbe la prima volta che accade qualcosa del genere in Basilicata”. Spettro delocalizzazione, sullo sfondo. E in questo quadro di incertezze senza futuro “non sappiamo neanche se la commessa in scadenza si porterà dietro una fase di transizione morbida o se tutto andrà subito in mano alla nuova proprietà, già da agosto”.

“GIOVANI, IN LUCANIA NON C’E’ FUTURO” Fino al 30 luglio, lavoratori e lavoratici lucani della Smart P@per vivranno sospesi, in un limbo. Non sanno che cosa ne sarà del loro futuro. Probabilmente si aprirà una vertenza, ci saranno incontri coi sindacati, con la Regione, al Ministero. Ma questo è già domani. Oggi invece la ferita brucia. Fa male. “In questi 20 anni abbiamo lavorato in questa azienda, abbiamo messo su famiglia, abbiamo sacrificato tutto, comprese altre possibili scelte, e ora ci troviamo con un pugno di mosche in mano, è avvilente”. E infine la chiosa. “Se oggi dovessi dare un consiglio ai giovanissimi direi loro di andarsene da qui, non c’è futuro in Basilicata. È ciò che dirò ai miei figli quando cresceranno. Abbiamo sbagliato a studiare qui e a rimanerci. Non c’è futuro”. Quanto rammarico nelle sue parole. E come darle torto…