ADV
ADV
ADV
ADV

Stellantis, Melfi: la 500x torna in produzione

6 luglio 2025 | 11:44
Share0
Stellantis, Melfi: la 500x torna in produzione
Foto di repertorio

Da domani parte un’edizione limitata di qualche migliaio di auto. Ma è già polemica sulla nuova saturazione. “Più produzione, meno operai sulla linea, risparmiano sulla nostra pelle”, è il grido del Montaggio. E i sindacati? Fanno sapere che vigileranno in caso di “criticità”

E’ previsto con ogni probabilità domani il ritorno sulla linea di Melfi della 500x a motorizzazione termica, ormai fuori produzione da diversi mesi. Si tratta di un ordine specifico, 5000 auto – ma c’è chi dice di più – destinate, secondo alcune voci, al mercato nordafricano, dove c’è più tolleranza sui motori endotermici e non sono in vigore le più stringenti normative europee. A quanto si apprende da fonti sindacali, invece, sempre da domani, aumenterà il numero di auto prodotte complessivamente. Ci sarà una nuova “saturazione” che prevede 175 auto a turno, invece delle 170 attuali.

Ma il vero paradosso è un altro. Al Montaggio ci sarà una diminuzione ufficiale di “9 persone su tutta la dorsale”. Quindi più auto da produrre, meno persone sulla linea. Una costante, ormai, in Stellantis, dove si sperimentano sempre nuove metriche “peggiorative” di lavoro.  “Le Organizzazioni sindacali hanno chiesto che, nel caso di criticità, l’azienda interverrà tempestivamente coinvolgendo gli addetti alla linea”, si legge in una nota congiunta di Fim, Uilm, Fismic. Ma come al solito i conti si fanno dall’alto, senza pensare a chi quelle auto dovrà materialmente realizzarle. “Vogliono fare produzione e risparmio sulla nostra pelle”, ci dice un lavoratore che opera al Montaggio. “Già da diversi mesi viaggiamo al limite delle nostre possibilità, con una saturazione e con una produzione sempre maggiore, e ora sarà anche peggio: vorrei capire come faremo a reggere”.

Le condizioni lavorative di chi sta sulla linea hanno superato ogni limite di sopportazione. E bisogna aggiungere, per non farsi mancare nulla, anche il caldo attuale e l’assenza di aria condizionata, mitigata solo parzialmente dalla presenza di ventilatori. “L’azienda vuole risparmiare, tiene la stragrande maggioranza delle maestranze a casa con la Cassa pagata dallo Stato, e siamo sempre di meno quelli che lavoriamo sulla linea – tuona la nostra fonte al Montaggio – Ti capita di fare 3,4 operazioni in tempi sempre più risicati, e continuano a sottrarre unità lavorative”. Una sorta di esperimento fatto sui nervi e sui “tendini” degli addetti alla linea. Ma oltre alla paradossale situazione (sempre più lavoro, sempre meno personale), c’è una sorta di accordo tacito, silenzioso, velatamente ricattatorio. “Chi di noi accetta queste condizioni e opera ai limiti dell’impossibile, è sicuro che verrà chiamato, chi invece si lamenta viene lasciato ai margini, anche settimane e mesi senza scendere in fabbrica”.

A conferma di una Cassa integrazione a rotazione che “ruota” poco. “Quando non riesci a fare le operazioni nel tempo richiesto perché oggettivamente non ce la fai, non ti resta che mandare l’auto avanti incompleta e poi qualcuno in seguito farà il cosiddetto recupero”, si apre l’operaio, che ammette: “Tutto ciò va a scapito della qualità, non c’è dubbio”. E ancora: “Continuano a fare esperimenti sulla nostra pelle e sulla nostra capacità di reggere ritmi sempre più infernali, la corda però la stano tirando troppo, diventa una missione quasi impossibile reggere un turno di 8 ore con sempre meno colleghi sulle postazioni”. Questo il grido che giunge da chi opera realmente sulla linea, pancia a terra.

E i sindacati? “Le Organizzazione hanno richiesto che in caso di criticità con la nuova saturazione l’Azienda interverrà tempestivamente coinvolgendo gli addetti alla linea”, hanno fatto sapere loro. Come se “le criticità” fossero una eventualità e non un fatto chiaro e conclamato già da mesi. Ma intanto, è in questo quadro (“più auto, meno persone al lavoro”) che la 500x a motore endotermico ritorna ai nastri di partenza, anche se in edizione limitata. Come andranno le cose sulla linea, poi, e come procederà la ‘mission impossible’ degli addetti ai lavori, lo scopriremo nei prossimi giorni.