Sciopero precari della Giustizia, “altissima adesione” in Basilicata
Fp Cgil: “Raggiunti picchi del cento per cento. La mobilitazione continua finché non avremo risposte, occorrono risorse per la stabilizzazione”
Altissima partecipazione in Basilicata allo sciopero dei lavoratori precari della Giustizia proclamato oggi 16 settembre dalla Fp Cgil a livello nazionale. Alla Corte di appello di Potenza c’è stata un’adesione del 100%, mentre al Tribunale di Matera è stato registrato il 99% e al Tribunale di Lagonegro il 93%.
Si tratta di operatori data entry, funzionari tecnici (tecnici di amministrazione, tecnici edili, tecnici contabili, tecnici IT), funzionari addetti all’ufficio per il processo che, a partire da febbraio 2022, sono stati assunti a tempo determinato grazie ai fondi del PNRR e che il 30 giugno 2026 vedranno scadere i propri contratti individuali. La loro missione era smaltire gli arretrati accumulati negli anni; la digitalizzazione di tutti gli atti di giustizia; la messa a regime dell’ufficio per il processo istituito per legge nel 2012 e mai decollato.
L’arrivo di questi nuovi lavoratori-ricorda la Fp Cgil- ha portato ad una significativa riduzione dei tempi della giustizia, così come riconosciuto ormai da tutti, dai magistrati ai dirigenti di giustizia, dalla politica al governo. Ma il rischio di sprofondare definitivamente nel baratro dal primo luglio 2026 è una certezza se il governo, con la prossima legge di Bilancio, non metterà a disposizione le risorse necessarie per la totale trasformazione di tutti i rapporti di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato.
I lavoratori precari della Giustizia in Basilicata sono 183 (116 a Potenza, 25 a Matera e 42 a Lagonegro). Nonostante l’assegnazione di queste risorse aggiuntive la scopertura di organico si aggira, ancora oggi, intorno al 24%. Per questo motivo questa mattina, dopo un presidio in piazza Prefettura a Potenza, sono stati ricevuti dal viceprefetto, al quale è stato consegnato un documento contenente le ragioni della protesta. I lavoratori chiedono certezze per il proprio futuro, dignità e il riconoscimento del valore e delle professionalità, anche dei lavoratori già di ruolo in tutto il ministero della Giustizia, che attendono dal 2022 la definizione delle nuove famiglie professionali e di un contratto integrativo, che va finanziato con maggiori risorse oltre a quelle già stanziate grazie al CCNL 2019/2021 delle funzioni centrali e che l’immobilismo dei vertici amministrativi e politici del ministero ancora non ha attivato.
Ad oggi ci sono risorse per soli 3mila posti e un impegno a finanziarne altri 3mila: ad ogni modo, ad oggi c’è il rischio concreto di lasciare a casa 9mila lavoratori.
La protesta della Fp Cgil, sostenuta anche dall’Associazione nazionale magistrati (Anm) lucana, proseguirà fino a quando non saranno ottenute risposte. Chiediamo lo stanziamento di fondi aggiuntivi per la stabilizzazione di tutti i lavoratori precari della giustizia, che rappresentano una risorsa importante ed insostituibile per l’apporto fornito e i risultati raggiunti in questi anni. Senza lavoro stabile e senza copertura degli organici, il sistema giustizia non potrà funzionare ed assicurare tempi della giustizia adeguati in linea con la media europea.


