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Affidamenti diretti di Arpab a due associazioni, Fp Cgil: “gestione poco trasparente”

10 ottobre 2025 | 17:43
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Affidamenti diretti di Arpab a due associazioni, Fp Cgil: “gestione poco trasparente”

“L’approssimarsi della scadenza del PNRR non può in alcun modo legittimare o giustificare un frazionamento, a quanto pare artificioso, che sembrerebbe eludere il Codice dei Contratti Pubblici”

Riceviamo e pubbichiamo il comunicato stampa di Giuliana Pia Scarano e Carmen Sabbatella della segreteria Fp Cgil sugli affidamenti di Arpab a due associazioni che secondo quanto emerso da un’inchiesta pubblicata sul Quotidiano del Sud presentano molti punti oscuri.

“Quanto messo in luce dal Quotidiano del Sud in merito agli affidamenti effettuati dall’Arpab nell’ambito della missione 1 – componente 1 – investimento 1.5 “Cybersecurity“ del PNRR accende i fari sulla gestione e sull’impiego delle risorse da parte dell’Agenzia.

L’Arpab e il suo direttore generale hanno ben pensato di frazionare un progetto di un importo considerevole, circa un milione e mezzo di euro, in 10 affidamenti diretti tutti di un importo inferiore, e molti casi al limite, dell’importo sottosoglia previsto per servizi e forniture, che consente alle stazioni appaltanti di procedere senza obbligo di confronto competitivo a patto che siano rispettati i criteri minimi di trasparenza e rotazione.

Neanche tali criteri appaiono rispettati: non si evincono dagli atti le modalità di scelta dei fornitori, semplicemente si accenna ad una trattativa Mepa diretta con l’operatore a cui viene affidato l’incarico, ritenendo non solo idonea l’offerta ma anche economicamente vantaggiosa, senza alcuna ulteriore specifica motivazione a supporto della scelta effettuata.

Tra le tante determine emerge l’affidamento nello stesso giorno a due operatori logisticamente collocati in due regioni diverse con lo stesso rappresentante legale. Operatori per i quali viene acquisita una mera dichiarazione sostitutiva e dei quali nulla si rinviene in merito ai requisiti richiesti. Un frazionamento, a quanto pare artificioso, che sembrerebbe eludere il Codice dei Contratti Pubblici che pone un divieto espresso di frazionare un appalto per ricorrere all’affidamento diretto.

Anche in Basilicata, evidentemente, cresce l’eccessivo ricorso agli affidamenti diretti, scelta che può risultare vantaggiosa per velocità e snellezza burocratica ma non certo per trasparenza accrescendo il rischio di opacità nella gestione delle risorse.

L’approssimarsi della scadenza del Pnrr non può in alcun modo legittimare o giustificare una gestione degli affidamenti poco trasparente ed essere utilizzata come scudo per eludere le norme in materia. Come ben ha detto il presidente dell’Anac su Pnrr e appalti “non basta fare in fretta, bisogna fare bene”.
Solo la gestione corretta degli appalti in un contesto di trasparenza e di legalità, di cui le istituzioni dovrebbero farsi garanti, può essere la vera leva di sviluppo per il nostro territorio invece di diventare terreno fertile per pratiche poco limpide.