Logo

Bocciato dal Tar promosso da Vito Bardi

21 ottobre 2025 | 15:21
Share0
Bocciato dal Tar promosso da Vito Bardi
Donato Sperduto e Vito Bardi

La storia dell’ex presidente del Parco Regionale del Vulture e sindaco di San Fele, Donato Sperduto, nominato Consigliere di fiducia del presidente in materia di Aree Interne

La vicenda del Parco Regionale del Vulture non sarebbe così confusa come appare, ma di più. Interessi forti si sarebbero messi in moto sin dalle origini. Ricostruiamo e sintetizziamo la storia: dalla revoca dell’ex presidente Donato Sperduto alla nomina dello stesso Sperduto a consigliere particolare di Bardi per le aree interne.

LA STORIA

Il Presidente dell’Ente Parco è nominato dal Consiglio regionale, sulla base di un elenco di cinque persone designate dalla Comunità del Parco. Il Presidente del Consiglio Regionale pubblica l’Avviso per il conferimento dell’incarico e richiama requisiti prescritti dalla legge regionale e dallo Statuto dell’Ente Parco.

La Comunità del Parco propone al Consiglio regionale una rosa di cinque nomi: i sindaci dei Comune rientranti nel perimetro del Parco tra i quali Donato Sperduto, sindaco di San Fele. Siamo nell’ottobre 2020 e si aprono le polemiche politiche.

Infatti, la Prima Commissione consiliare regionale, alla quale spetta la valutazione e la verifica tra i requisiti posseduti dai candidati il 28 ottobre 2020, esprime parere sfavorevole su tutti i nomi indicati dalla Comunità del Parco, per mancanza dei requisiti. A questo punto il Consiglio regionale chiede alla Comunità del Parco di proporre altri nominativi in possesso dei requisiti.

La Comunità del Parco, propone cinque nomi: tre Sindaci (Biagio Cristofaro, Antonio Murano e Donato Sperduto) e due tecnici, e successivamente una terna composta dal Sindaco di San Fele (Donato Sperduto) e dagli stessi due tecnici.

La Prima Commissione Permanente del Consiglio Regionale, nella seduta del 30 giugno 2022, esprime parere favorevole in merito alla candidatura dei due “tecnici” e ribadisce il parere negativo, sempre per mancanza di requisiti, alla candidatura del Sindaco di San Fele (Donato Sperduto). Quali sono i requisiti fondamentali? “Competenza ed esperienza in amministrazione pubblica o privata in materia di tutela, valorizzazione e gestione dei patrimonio naturalistico ed ambientale, che conoscano il territorio e le sue problematiche e che si siano distinte per la loro attenzione in tema di tutela dell’ambiente”.

E invece?

Ciò nonostante, il Consiglio Regionale sottopone alla scelta elettiva il candidato Sperduto che, all’esito della votazione, 13 favorevoli su 18, ottiene il maggior numero di suffragi e viene nominato presidente del Parco con deliberazione del C.R. n. 440/2022.

La scelta si rivela del tutto contraddittoria con l’orientamento già assunto dal Consiglio Regionale con la precedente deliberazione, espressione della condivisione del parere della Prima Commissione Permanente in ordine alla mancanza di requisiti (anche) in capo al Sindaco Sperduto.  Quella deliberazione si rivelerebbe anche illegittima poiché il Consiglio Regionale, in procinto di tener ferma la candidatura del Sindaco Sperduto, avrebbe dovuto riformulare, motivandola, nuova richiesta di parere alla Commissione Permanente. “La grave omissione è di per sé bastevole a supportare l’invalidità della nomina e il suo annullamento per via giurisdizionale”, scrive Paolo Appiano, uno dei tecnici allora designati alla nomina di presidente del Parco, nel suo ricorso al Tar per l’annullamento della deliberazione n. 440/2022.

Il 27 settembre 2022, la Giunta Comunale di San Fele designa quale componente del consiglio direttivo del Parco, in rappresentanza del Comune, il consigliere Mario Russo. A leggere la delibera di nomina Russo avrebbe i requisiti poiché “svolge il ruolo di stretto collaboratore del Sindaco nell’espletamento delle funzioni attinenti le politiche ambientali ed è in possesso delle competenze necessarie e sufficienti per assumere tale incarico”. Qualcosa non quadra in questa descrizione e lo fa sapere al mondo intero il Gruppo di minoranza “Impegno Comune”: “la nomina di Russo è profondamente viziata da affermazioni non veritiere , in particolare dove si dichiara che il nominato consigliere comunale , svolge il ruolo di  stretto collaboratore del Sindaco nell’espletamento delle funzioni attinenti le politiche ambientali ed è  in possesso delle competenze necessarie e sufficienti per assumere tale incarico… il consigliere Mario Carmine Russo è dal 24 giugno 2021  alla sua prima  carica Istituzionale,  senza alcuna esperienza amministrativa in materia di politiche ambientali ,essendo stato eletto nella lista Impegno Comune di minoranza  e svolge il ruolo di consigliere di opposizione e non certamente di stretto collaboratore del Sindaco.” Insomma Mario Russo in quota Fratelli d’Italia eletto con una lista civica composta da esponenti Pd, M5S e di destra in opposizione alla Lista Pd-Leu del sindaco Sperduto, non avrebbe alcuna esperienza amministrativa né competenze in materia ambientale. Tuttavia Sperduto, Pd, si porta in maggioranza un esponente di Fratelli d’Italia e lo nomina nel consiglio direttivo del Parco. Ma la domanda è perché il Consigliere passa dalla minoranza di “Impegno Comune” alla maggioranza del sindaco Sperduto? Per ottenere l’incarico nel consiglio direttivo del Parco? Per sostenere Sperduto nell’elezione a presidente del Parco?  Insomma, è evidente che in queste faccende l’appartenenza o meno a un partito politico è marginale, conta poco o nulla: i presunti ideali abdicano senza batter ciglio ai presunti interessi personali e autoreferenziali.

Già al momento delle elezioni comunali, ci dicono alcune fonti, sono emersi strani versamenti di voti da una lista all’altra da un candidato all’altro. Legittime dinamiche elettorali? Certamente, ma tutto lascia immaginare che vi siano state forti interferenze “apartitiche” per eleggere a tutti i costi Donato Sperduto.

È questo il punto. La partita – scrivemmo allora – non si gioca tra esponenti politici o tra diverse visioni sul futuro del Parco e dell’economia della zona, no. La Partita si gioca sul campo delle risorse destinate a quel territorio. La posta in gioco è altissima: ben 20 milioni di euro del Pnrr per il Borgo Lanari di Monticchio, oltre agli altri progetti in corso e alle connessioni con le risorse delle aree interne e del Gal. Intorno a questo “malloppo” ruotano personaggi che hanno mani e piedi dappertutto: nei partiti, nelle istituzioni locali, nell’imprenditoria in chiaro e in quella “sommersa”. Perché alcune nostre fonti del posto ci segnalano tentativi di “legittime pressioni” affinché nulla cambi circa la nomina di Sperduto a presidente dal Parco? Perché nulla dovrebbe cambiare? E a proposito della deliberazione del Consiglio regionale n.440 del 26 luglio 2022, quella impugnata dinanzi al Tar, chi ha convinto Bardi e gli altri a nominare Sperduto nonostante tutto? Con quali argomenti?

La Regione ricorre al Consiglio di Stato: perché?

Finalmente il Tar di Basilicata decide: il sindaco di San Fele Donato Sperduto non può fare il presidente del Parco Regionale Naturale del Vulture. La sentenza, pubblicata il 17 febbraio 2023, è stata decisa nella camera di consiglio dell’8 febbraio 2023.

Tuttavia, la Regione, 25 marzo 2023 presenta ricorso al Consiglio di Stato “per l’annullamento e/o la riforma, previa sospensione e/o adozione delle misure cautelari ritenute più opportune della sentenza del TAR per la Basilicata, Sezione Prima, n. 113/2023, pubblicata in data 17 febbraio 2023 e notificata il 18 febbraio 2023 con cui è stato respinto il ricorso incidentale ed accolto quello principale e l’atto di motivi aggiunti al ricorso principale e disposto l’annullamento della deliberazione del Consiglio regionale n. 440 del 26.07.2022 e del D.P.G.R. n. 206 del 24.11.2022 nella parte in cui indicano Presidente del Consiglio Direttivo del Parco Regionale del Vulture il rag. Donato Sperduto”. Qui il ricorso

Il Consiglio di Stato respinge la richiesta con ordinanza pubblicata il 28 aprile 2023. A questo punto che succede? Si revoca la nomina di Sperduto e si procede a un nuovo Avviso.

“Per superare l’impasse determinato da una situazione burocratica che si trascinava da tempo, abbiamo deciso di procedere da una parte alla revoca del decreto che avviava l’iter del procedimento di nomina del Presidente del Parco, dall’altra ad emanare un nuovo avviso pubblicato sul Bur il primo luglio scorso”. Tale decisione è maturata dagli uffici a seguito anche della sentenza del Tar del 17 febbraio 2023 e dai ricorsi presentati successivamente.” Lo afferma il presidente del Consiglio regionale, Carmine Cicale, il quale aggiunge: “Si è tenuto conto delle sensibilità di un territorio come quello del Vulture che con questo nuovo avviso potrà dotarsi di una figura fondamentale per la gestione di un Ente essenziale per l’intera area. Giova ricordare che la legge prevede passaggi molto tecnici. Intendo proporre all’Assemblea regionale di snellire e migliorare tutto l’iter con un impianto normativo che preveda un cambio di passo.”

Peccato che i candidati con il curriculum idoneo ad assumere l’incarico di presidente c’erano già, quando “illegittimamente” lo stesso Consiglio regionale ha proceduto a nominare Donato Sperduto. Se si vuole davvero fare in fretta il candidato, quello con tutti i requisiti, c’è già. Menare in can per l’aia con un nuovo avviso a scadenza di 30 giorni vuol dire procedere alla selezione in pieno mese di agosto, quando tutti sono distratti. Ma tant’è.  Qui il decreto integrale.

Tuttavia, le questioni sono altre. Per farla breve, dopo polemiche, interrogazioni dei consiglieri regionali, il 15 settembre 2023 il Consiglio regionale della Basilicata, nomina Francesca Di Lucchio presidente dell’Ente di Gestione del Parco Naturale regionale del Vulture. Una professionalità interna alla Regione Basilicata.

Il consigliere regionale Pd, Cifarelli, scriverà: “Dopo tre anni di commissariamento e di carte bollate, finalmente il Parco del Vulture si dota di una governance stabile. Le responsabilità del tempo perso sono da attribuire alla debole ed insicura presidenza del Consiglio regionale dell’ex leghista oggi FDI Carmine Cicala ed alla voglia smodata, affannosa e non meditata del centrodestra di occupazione del potere.”

Seguiranno dimissioni di alcuni membri del Consiglio direttivo, un tira e molla sul cambio di presidenza e su un nuovo commissariamento, e una polemica sul progetto Monticchio. Ad oggi, la gestione del Parco sembra finita in una fase di stallo.

OGGI: DONATO SPERDUTO DIVENTA ESPERTO DI AREE INTERNE

Uscito dalla porta rientra dal portone

Con decreto a firma Vito Bardi dell’11 giugno 2025 a Donato Sperduto viene conferito l’incarico di “consigliere del Presidente della Giunta regionale in materia di aree interne afferenti alla Basilicata nord-occidentale (Alto Bradano, Vulture, Marmo Platano)”.  Un incarico di natura fiduciaria conferito per un periodo massimo non superiore alla durata effettiva del mandato del Presidente. Bardi ha ritenuto di “avvalersi dell’apporto della professionalità e competenza del Sig. Donato Sperduto, in qualità di Consigliere per le Aree Interne afferenti alla Basilicata nord-occidentale (Alto Bradano, Vulture, Marmo Platano)”

“L’incarico di Consigliere è conferito a titolo onorifico e gratuito, fatto salvo il rimborso delle spese di viaggio e soggiorno e di quelle comunque sostenute e documentate in ragione dell’incarico se preventivamente autorizzate.” Nel frattempo il sindaco di San Fele, già presidente “illegittimo” del Parco, revoca la designazione del Consigliere di maggioranza Mario Russo, Fratelli d’Italia, a rappresentante del Comune in seno al Consiglio direttivo del Parco. Manovre politiche. Questa revoca è successiva alla nomina di Sperduto a Consigliere di Vito Bardi. E perché la revoca a Mario Russo? Perché Sperduto dovrà prendere il suo posto in senso al Consiglio direttivo del Parco. E così è stato, salvo nuova delega.

E allora torniamo a bomba, qual è stato e qual è il ruolo di Donato Sperduto nel contrasto tra gruppi politici e gruppi di interesse intorno alle risorse del Parco e delle Aree interne? Certamente il Tar ha sancito che il sindaco di San Fele non aveva i requisiti per ricoprire l’incarico del presidente del Parco. Certamente il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso della Regione che voleva a tutti i costi Sperduto presidente. Ora, per Vito Bardi e i suoi suggeritori, Sperduto è esperto di aree interne tanto da diventare consigliere di fiducia del presidente della Regione in materia. Probabilmente nel frattempo il sindaco dal 2009 di San Fele ha studiato e ha dimostrato grandi capacità nelle politiche per lo sviluppo delle aree interne. Eppure, il suo Comune subisce un calo verticale della popolazione residente negli ultimi 10 anni. L’età media dei residenti è passata da 49 anni a 53 anni. L’indice di vecchiaia è tra i più negativi della regione, raddoppiato in pochi anni (489). E mentre accadeva tutto questo Sperduto era vicesindaco dal 1995, sindaco dal 2009, segretario cittadino del Pd per 20 anni, poi passato al servizio del centrodestra di Bardi. Il ragionier Donato Sperduto potrebbe essere una pedina importante nel gioco degli interessi, non solo politici, tra esponenti locali di vertice di Forza Italia e altri gruppi politici e imprenditoriali che rivendicano un ruolo nelle decisioni circa l’impiego delle risorse destinate all’area del Vulture. La politica è anche questa: gestire porte girevoli, cambi di casacca e affari pubblici sempre a rischio di trasformarsi in affari privati.