Ferrovie, tratta Potenza-Melfi “chiusa per mancanza di volontà politica”
“Un’intera area interna, già fragile, è isolata, lasciata senza collegamenti, nel silenzio assordante degli amministratori”
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa dell’associazione “Locomotiva Lucana” sulla chiusura della tratta ferroviaria Potenza-Melfi.
La linea ferroviaria Foggia–Potenza nasce nei decenni successivi all’Unità d’Italia, con una costruzione a tappe tra il 1867 e il 1897. Inizialmente si pensava a un tracciato più diretto, lungo la fiumara di Atella, ma fu Giustino Fortunato a insistere per un percorso alternativo che valorizzasse il territorio del Vulture, includendo paesi come Melfi, Venosa, Rapolla, Barile, Ripacandida, Forenza e Maschito. Fu una scelta politica e culturale, non solo logistica: la ferrovia doveva servire le persone, non semplicemente collegare punti sulla mappa.
Grazie a questa visione, e a un accordo con la Società per le Strade Ferrate del Mediterraneo (poi confluita nelle Ferrovie dello Stato con la legge Fortis del 1905), si arrivò al completamento dell’opera: prima fino a Rionero (1892), poi fino a Potenza (1897), intersecando la linea Metaponto–Battipaglia.
Per quasi 150 anni, la Potenza–Foggia non è stata solo una linea ferroviaria. È stata un percorso di vita per studenti, lavoratori, pendolari, malati in cerca di cure, emigranti in cerca di futuro. Era il treno che portava a scuola, all’università, in ospedale, al lavoro. Era la corsa delle sei del mattino, la voce del capotreno, la speranza nel vagone. Ha unito generazioni di lucani, è stata testimone silenziosa di amori, incontri, addii. Nei suoi binari si è incisa la memoria di un popolo che ha imparato a viaggiare, a partire, ma anche a tornare.
Per noi ferrovieri e figli di ferrovieri, quella non era solo una tratta: era la nostra Linea. Un simbolo di appartenenza, un segno d’identità. Una radice che attraversa le terre del Vulture, scolpita nel paesaggio e nell’anima di chi la viveva ogni giorno. Ma oggi quella linea è ferma. Ferma per un pilone da abbattere, per una galleria da consolidare. Ferma per assenza di fondi, di visione, di volontà politica.
Avigliano, con tutte le sue frazioni, è oggi esclusa da ogni servizio ferroviario. Bloccata tra il cedimento del viadotto Tiera verso Potenza e l’interruzione della galleria tra Melfi e Rionero verso Foggia, non è più servita né da Trenitalia, né dalle Ferrovie Appulo Lucane (FAL). Un’intera area interna, già fragile, è isolata, lasciata senza collegamenti, senza alternative, senza prospettive nel silenzio assordante degli amministratori. Ferma come il treno che oggi sosta nella stazione di Avigliano, impossibilitato a proseguire in entrambe le direzioni. Una fotografia amara di un isolamento che colpisce migliaia di cittadini, esclusi da qualsiasi diritto alla mobilità.
In una regione che non riesce a trovare risorse per sbloccare una linea fondamentale, ma stanzia centomila euro per una festa patronale, il messaggio è chiaro: la mobilità non è una priorità.
Eppure, ogni giorno, centinaia di pendolari affrontano viaggi interminabili su autobus sostitutivi, su strade secondarie al limite della percorribilità, nel silenzio delle istituzioni. Per questo è nata e si è rafforzata la battaglia dell’associazione “Locomotiva Lucana”, subito affiancata da tanti cittadini, studenti, lavoratori, utenti del servizio ferroviario che non vogliono arrendersi.
La petizione su Change.org, lanciata per chiedere la riattivazione della linea Potenza–Melfi, ha già prodotto due risultati concreti: l’istituzione di un tavolo tecnico; la convocazione dell’osservatorio permanente sulla mobilità.
Non basta. Ma è un primo passo. Andiamo avanti, con determinazione, in questa battaglia di dignità.
Non chiediamo miracoli, ma rispetto. Rispetto per una terra che non può essere dimenticata ogni volta che si parla di investimenti, infrastrutture, diritti. Rispetto per una comunità che ha dato tanto e che chiede solo di essere messa in condizione di muoversi, di vivere, di restare. Perché la Potenza–Foggia non è solo una linea ferroviaria. È la spina dorsale di un territorio. È la voce di chi non vuole più restare indietro. Associazione “ Locomotiva Lucana”


