Lancio nuova Jeep a Melfi: Momento importante ma non risolutivo per la crisi del settore
Giorgia Calamita (Fiom Cgil): Servono garanzie occupazionali e ulteriori investimenti nella transizione
“La presentazione, oggi, allo stabilimento Stellantis di Melfi del nuovo modello della Jeep Compass, rappresenta un momento importante per l’automotive in Basilicata ma non può considerarsi una soluzione definitiva alla complessiva crisi del settore a livello nazionale quanto sul territorio, dove la crisi occupazionale sta investendo non solo lo stabilimento Stellantis, dove si è passati da 7.000 a 4.600 unità, ma anche l’indotto”. Lo afferma la segretaria generale della Fiom Cgil Basilicata, Giorgia Calamita, presente oggi alla presentazione insieme alle altre organizzazioni sindacali e ai rappresentanti delle istituzioni regionali.
“Se da un lato – prosegue Calamita – la nuova vettura conferma la necessità, così come sempre richiesto dalla Fiom Cgil, di immettere sul mercato modelli innovativi rispondenti alla transizione, trattandosi di auto elettrica, dall’altro i vertici aziendali non hanno dato garanzie sui livelli occupazionali e sulle fuoriuscite, che proseguono e su cui non abbiamo numeri precisi. È questo per noi un punto dolente che continua a preoccuparci.
A oggi – sottolinea Calamita – all’annuncio di nuovi modelli non corrisponde una saturazione produttiva degli impianti, con impatti sulla cassa integrazione in Stellantis e nell’ indotto, dove molte aziende stanno chiudendo. Come Fiom Cgil ribadiamo quindi la nostra preoccupazione per lo stabilimento Stellantis e tutta l’area industriale di Melfi e chiediamo investimenti pubblici e privati nel settore dell’automotive, unica soluzione possibile per vincere la sfida della transizione e non rallentare il percorso di decarbonizzazione. La transizione è inevitabile e ulteriori rallentamenti non farebbero altro che acuire la crisi del settore. Il governo nazionale e il governo regionale devono aprire un tavolo vero in cui prospettare piani industriali sostenibili rispetto alla centralità dell’automotive in Italia, dove si continua a ragionare sulla riduzione dei costi senza dare risposte al problema occupazionale. Confermiamo il nostro impegno nei prossimi mesi con le assemblee dei lavoratori su tutto il territorio perché la vertenza di Melfi e dell’automotive trovino centralità in un tavolo in cui venga confermata la centralità di Melfi così come lo è stato in passato. Svuotare l’industria – conclude Calamita – sarebbe un fallimento complessivo rispetto alla transizione. Bisogna spostare gli investimenti sull’industria


