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Ragazzi morti a Policoro: “Cassazione valuti la condotta dei magistrati che indagarono”

15 ottobre 2025 | 13:31
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Ragazzi morti a Policoro: “Cassazione valuti la condotta dei magistrati che indagarono”
Luca Orioli e Marirosa Andreotta

Il legale della madre di Luca Orioli, dopo le dichiarazioni dell’ex pm De Magistris al Corriere della Sera, chiede che si faccia luce sul comportamento dei pm che negli anni hanno diretto le indagini

L’avvocato Antonio Fiumefreddo, legale della famiglia di Luca Orioli, il 21enne morto con Marirosa Andreotta nel 1988 Policoro annuncia che presenterà un esposto alla Procura Generale presso la Corte di Cassazione per chiedere che si faccia luce sul comportamento dei magistrati della Procura di Matera che negli anni hanno diretto le indagini. La decisione di ricorrere alla Suprema Corte arriva dopo le dichiarazioni rlasciate dall’ex  pm Luigi De Magistris in un’intervista pubblicata oggi, 15 ottobre, sul Corriere del Mezzogiorno (Corriere della Sera).

“Il dottor Luigi De Magistris-spiega l’avvocato Fiumefreddo-in una coraggiosa intervista rilasciata oggi alla stampa nazionale, riferendosi alla morte di Luca Orioli e Marirosa Andreotta, avvenuta il 23 marzo 1988 ha ribadito che si è trattato di un duplice omicidio e ha testualmente precisato: “La ricostruzione che ci sembrava più fondata e vicina alla realtà era quella del duplice omicidio, oltre alla condotta di magistrati che avevano portato a ostacolare l’accertamento della verità sin dalle fasi iniziali

La gravità delle affermazioni rese, provenienti da una fonte così qualificata e attendibile, insieme alla circostanza che ancora oggi gli uffici giudiziari interessati, di Matera e di Potenza, negano la riapertura delle indagini, ancorchè siano acclarati i falsi in perizia e risultino nero su bainco le gravissime accuse su un presunto depistaggio mosse da militari dell’Arma e della Guardia di Finanza, impone di rivolgerci al procuratore generale della Repubblica presso la Corte di Cassazione perchè valuti se vi siano stati e se vi siano nella condotta di taluni dei magistrati che si sono succeduti nella direzione delle indagini elementi rilevanti dal punto di vista disciplinare o da quello penale.

La madre di Luca, Olimpia Fuina, ha sempre respinto la tesi dell’incidente domestico secondo cui i due giovani sarebbero morti prima per elettrocuzione e poi per una fuga di monossido di carbonio. E questo soprattutto sulla base di una perizia del 1998, di Francesco Bruno, neuropsichiata e criminologo secondo cui entrambi i ragazzi morirono annegati nella vasca da bagno di casa Andreotta. A rafforzare la tesi dell’annegamento, secondo il professor Bruno, il fungo schiumoso ritrovato sui corpi. A corroborare l’ipotesi omicidiaria ci sarebbero poi una ferita alla nuca di Marirosa Andreotta e il rigonfiamento ai genitali di Luca Orioli. Ed è sulla base di questi elementi, oltre che sulla richiesta di sentire alcuni testimoni, che la madre del ragazzo torna a chiedere con forza che il caso sia riaperto, come ha sempre fatto in questi 37 anni da quel 23 marzo del 1988. A tutto ciò si aggiugono oggi le parole dell’ex pm De Magistris che nell’inchiesta Toghe Lucane ebbe modo di approfondire il “giallo di Policoro”. Parte dell’intervista a De MagistrisCorriere Fidanzatini Policoro