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Settimana del Pianeta Terra: un geoevento a Venosa

8 ottobre 2025 | 09:57
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Settimana del Pianeta Terra: un geoevento a Venosa
Il sito di Notarchirico a Venosa

Organizzato dall’Ordine dei Geologi della Basilicata: “Scatti dal passato: le testimonianze del Parco Paleolitico di Notarchirico-Venosa, Vulture, Basilicata”

Nell’ambito delle iniziative programmate ed inserite all’interno della tredicesima Edizione della “Settimana del Pianeta Terra” previste dal 5 al 12 ottobre 2025 su tutto il territorio nazionale, l’Ordine dei Geologi di Basilicata, organizza un geoevento finalizzato alla valorizzazione del territorio
lucano.
Il programma prevede per venerdì 10 ottobre 2025 a Venosa un geoevento dal titolo “Scatti dal passato: le testimonianze del Parco Paleolitico di Notarchirico-Venosa, Vulture, Basilicata”. Il sito di Notarchirico, risalente al Paleolitico Inferiore, si trova a circa 9 km da Venosa, a breve distanza da quello di Loreto, con cui forma uno dei più importanti areali di interesse preistorico in Europa. L’area musealizzata racchiude una sequenza stratigrafica costituita da 9 livelli, ognuno dei quali ha restituito resti archeologici e paleontologici, attestando un’intensa e prolungata frequentazione della zona da parte dell’uomo e di diverse specie animali durante il Pleistocene Medio: periodo in cui il territorio è caratterizzato dalla presenza di un bacino lacustre ed è interessato da un’intensa attività vulcanica del Vulture. I bifacciali rinvenuti a Notarchirico costituiscono le più antiche testimonianze Acheuleane note in Europa occidentale.

La datazione dei livelli vulcanici ha permesso di retrodatare le scoperte a 670.000-695.000 anni fa. La paleosuperficie Alfa, che si colloca all’inizio della stratigrafia, è quella più ricca di documentazione. Sono stati rinvenuti manufatti in selce, calcare e quarzite e reperti ossei, riferibili a elefanti, cervi, bisonti, daini e tartarughe, oltre a un frammento di femore umano di Homo Heidelbergensis, che rappresenta la più antica attestazione
umana in Italia. In un avvallamento del livello B sono stati ritrovati ancora in connessione anatomica il cranio e le zanne di un Palaeoloxodon (Elephas) antiquus.

Questo evento assegna al professionista non solo un ruolo di rappresentanza di una professione, ma anche un ruolo sociale e divulgativo, contribuendo alla conoscenza e valorizzazione del territorio attraverso un confronto diretto con il mondo accademico, con gli studenti, con la Pubblica Amministrazione e con tutti gli operatori di settore – afferma Mary William, Presidente dell’Ordine dei Geologi di Basilicata. “Avere un tesoro di questo valore in Basilicata ci rende fieri di appartenere a questa terra, chiave di lettura dell’evoluzione geologica della Catena Appenninica e custode della nostra storia. In particolare, grazie alle testimonianze emerse dalla lettura stratigrafica, siamo in grado di sfogliare strato dopo strato il libro della nostra evoluzione attraverso datazioni e ricostruzioni possibili solo in siti come quello di Notarchirico e pochi altri in Europa – afferma Dino Colangelo, già Presidente dell’Ordine dei Geologi di Basilicata e coordinatore dell’iniziativa.