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Tumori pediatrici, Vizziello (Bacc): il 65% dei bambini e adolescenti lucani costretti a curarsi in altre regioni

29 ottobre 2025 | 11:45
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Tumori pediatrici, Vizziello (Bacc): il 65% dei bambini e adolescenti lucani costretti a curarsi in altre regioni

Il consigliere regionale commenta i dati del 1° Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici in età pediatrica e adolescenziale pubblicato dalla Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia

“Il 65% dei bambini e adolescenti lucani affetti da patologie oncologiche è costretto a ricoverarsi in altre regioni per curarsi. Un dato shock che più di qualunque altro testimonia i gravi deficit sanitari della nostra regione nella cura dei tumori pediatrici e che occorre colmare integrando la Rete Oncologica regionale con la Rete Nazionale Tumori Rari e con la Rete dei Tumori Pediatrici”. E’ quanto afferma, in una nota, il Capogruppo in Consiglio regionale di Basilicata Casa Comune Giovanni Vizziello, che così commenta il 1° Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici in età pediatrica e adolescenziale pubblicato dalla FAVO (Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia).

“Ogni anno, in Italia, vengono diagnosticati circa 2500 nuovi casi di tumore in età pediatrica e adolescenziale -spiega Vizziello- e benchè il tasso di guarigione sia superiore all’80%, con più di 50 mila persone che a tutt’oggi convivono con un tumore contratto in età infantile, si registrano gravi divari territoriali nell’organizzazione dei servizi sanitari, testimoniati proprio dall’elevatissima migrazione sanitaria di regioni come la Basilicata”.

“Sul piano strettamente sanitario -aggiunge il consigliere regionale- è la Rete l’elemento che permette il miglioramento nell’organizzazione delle cure, con risultati tangibili sia in termini di diagnosi che di trattamento, perché mette in relazione professionisti e strutture che erogano prestazioni diverse, nel rispetto dell’appropriatezza clinica ed organizzativa”.

“Poiché quando un bambino si ammala di cancro in realtà si ammala tutta la famiglia -sottolinea Vizziello-alla cooperazione tra strutture attraverso una sorta di rete delle reti, in grado di coordinare la nostra Rete oncologica con quella Nazionale dei Tumori Rari e dei Tumori Pediatrici, occorre garantire una adeguata assistenza psicologica, sociale ed economica anche ai familiari dei piccoli pazienti, sui quali, dopo lo shock emotivo della diagnosi di tumore, ricadono costi economici stimati in 35 mila euro l’anno per famiglia e derivanti da spese di vitto, alloggio, trasporto, spese mediche non rimborsate e perdita di reddito soprattutto per i lavoratori autonomi”.