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Blog e siti web sempre più gettonati per liberi professionisti e aziende

Blog e siti web si confermano un valido ausilio al business. Il mondo dell’imprenditoria guarda alla rete come una risorsa molto importante e già da tempo, ha intuito la necessità di imparare a sfruttarla al meglio. Ma a individuare nei blog una nuova opportunità di visibilità sono anche i liberi professionisti i quali, sempre più spesso, proiettano online tutto il loro sapere.

Nascono così blog di tutti i tipi, dai più classici, che parlano di cucina o di make up, a quelli più settoriali, dedicati alle auto, alla casa o al fai da te; senza contare i portali informativi sul mondo dei servizi, che offrono focus legali, di ingegneria o di medicina.

In questo contesto, non sono pochi i blogger che, nel giro di qualche tempo, riescono a monetizzare il loro traffico. Far crescere un blog può richiedere pazienza, esperienza e costanza, ma, se fatto con passione, i risultati non tardano ad arrivare.

Guadagnare da un blog: come monetizzare online?

Ci sono diversi modi per trarre un vantaggio economico da un blog. Dai classici banner pubblicitari ai programmi di affiliazione, compresa la vendita di prodotti tramite un piccolo e-shop, le risorse di certo non mancano. Ci sono poi liberi professionisti che vendono consulenze o servizi, talvolta affiancando l’attività di assistenza a corsi e book digitali.

In poche parole, se fatta con un pizzico di impegno, l’attività di blogging paga. E gli introiti sono spesso così vantaggiosi, da spingere molti professionisti a puntare soprattutto sull’attività online. Quando ciò accade, però, è importante riflettere per tempo sulla parte normativa ricorrendo al supporto di un commercialista, poiché, anche per i blogger, è prevista l’apertura della partita IVA.

Per quanto riguarda il regime fiscale più adatto, dunque, al momento il regime forfettario per blog e siti risulta senza dubbio la soluzione più interessante tra quelle a disposizione. Il motivo è da ricercare soprattutto nella tassazione, che, per coloro che abbiano i requisiti per aderire a questo regime naturale, prevede un’imposta unica del 15% sul reddito imponile (imposta che, in alcune particolari condizioni, può raggiungere anche il 5%).

Blogger e Partita IVA: il codice ATECO

Va da sé che per un blogger il cui sito abbia già cominciato a monetizzare o con un fatturato annuo superiore a una certa soglia, aprire una Partita IVA sia uno step fondamentale. In questo caso, però, vale la pena mettere in luce un altro aspetto relativo all’apertura della Partita IVA che riguarda la selezione del codice ATECO.

Tramite il codice ATECO, la normativa individua le singole attività economiche. Nello specifico, per quanto riguarda la professione in oggetto, il codice è quello riferito alla “Conduzione di campagne marketing e altri servizi pubblicitari”, che permette al blogger di promuovere prodotti, offrire consulenza sugli stessi o dare il via a campagne pubblicitarie.

Regime forfettario: requisiti per accedere e vantaggi

Naturalmente, i blogger interessati ad aderire a questa forma di regime fiscale agevolato devono soddisfare determinati requisiti. Il primo è quello che riguarda i compensi, i quali non devono superare 65.000 euro in un anno solare; il secondo è quello relativo all’importo di spese sostenute per lavoro accessorio, di dipendenti e di compensi a eventuali collaboratori che le modalità di accesso al regime fissano al di sotto di un tetto massimo di 20.000 euro.

Tuttavia, ad agevolare i blogger nella scelta del regime forfettario sono soprattutto le semplificazioni ai fini IVA. I professionisti che vi aderiscono, infatti, sono esenti dall’obbligo di liquidazione e versamento dell’imposta, di conseguenza, non devono addebitare questa aliquota in fattura. Da ciò scaturisce la possibilità di fornire alla clientela parcelle più snelle e dagli importi molto più competitivi.

A tutto questo si aggiunge l’assenza di obbligo di fatturazione elettronica, che resta valido esclusivamente per fatture emesse nei confronti della Pubbliche Amministrazioni. Una serie di vantaggi che si affiancano a quelli relativi ai contributi previdenziali, che, per quanto riguarda i lavoratori autonomi senza cassa, prevedono una contribuzione non fissa, ma in percentuale al reddito lordo.