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Come è cambiato il mercato immobiliare a causa del coronavirus

Anche il settore immobiliare ha patito le conseguenze della pandemia da coronavirus. Ma quali sono i fattori da cui ripartire in vista del prossimo anno e in previsione di una conclusione dell’emergenza? Si impone, in primo luogo, una reinterpretazione del rapporto tra conduttore e proprietario, sia dal punto di vista operativo che a livello strategico. Lo scopo è sia quello di cogliere le necessità del conduttore, sia quello di comprendere la sua operatività e la sua attività, in vista di una maggiore consapevolezza relativa alla sua capacità di pagare il canone di locazione.

Le misure di sostegno

Gli addetti ai lavori sono concordi nel ritenere inevitabile il ricorso a misure di sostegno a favore degli inquilini, con riferimento nello specifico alle famiglie, tenendo conto dei settori che la crisi ha colpito in misura maggiore. In questo modo, si può prevenire un eccessivo incremento del numero di immobili sfitti e dei casi di morosità. Vale la pena di mettere in evidenza, comunque, che nella gestione della crisi innescata dal lockdown di marzo e aprile, pur in mancanza di misure a supporto degli inquilini è stata registrata una notevole cooperazione tra il conduttore e il proprietario.

Ci pensa Casavo

Una delle criticità più evidenti del mercato immobiliare, anche prima dello scoppio della pandemia, è rappresentata dalla lunghezza dei tempi delle transazioni. Una soluzione ottimale è rappresentata da Casavo, startup fondata nel 2017 a Milano che si presenta come il primo instant buyer italiano. Secondo Bankitalia, c’è bisogno di almeno sette mesi, in media, per riuscire a vendere casa nelle più importanti città del nostro Paese se si utilizzano i canali standard. Ebbene, Casavo interviene proprio su questo aspetto, perché rende il processo più agevole e più snello. In questo modo i venditori non devono più fare i conti con le numerose incertezze dovute alle molteplici fasi che caratterizzano una compravendita.

Come opera Casavo

Ma come è possibile tutto questo? Facile: Casavo interviene in qualità di acquirente diretto, mettendo a disposizione di chi desidera vendere una quotazione precisa dell’immobile frutto di un sistema di valutazione automatizzato che tiene conto sia di fattori qualitativi che di fattori quantitativi. Casavo inoltra un’offerta di acquisto istantanea che, ovviamente, può essere accettata o rifiutata. Boost Herose, Kervis Asset Management e Picus Capital sono solo alcune delle tante realtà che negli ultimi 3 anni hanno deciso di investire in Casavo, a dimostrazione della serietà e dell’affidabilità del progetto, pensato per avvantaggiare non solo chi vende, ma anche chi compra.

Alla scoperta di nuove nicchie di mercato

È molto importante prestare attenzione alla scoperta di nicchie di mercato inedite: una mission a carico del settore è proprio quella di mettersi in cerca di nicchie di mercato che abbiano un potenziale importante. Si pensi, per esempio, al co-working, al co-housing e ai data center, ma anche alle strutture di assistenza sociale e sanitaria. Nel corso del 2020 si è potuto capire quanto conti la logistica per rendere possibile la distribuzione; tuttavia la digitalizzazione presuppone, a propria volta, delle specifiche tipologie di investimento. Il ruolo dei centri di ricerca e delle strutture di cura è emerso con forza a causa della crisi sanitaria.

La crescita delle infrastrutture

C’è bisogno di un piano accurato a favore dello sviluppo delle infrastrutture: non solo quelle di trasporto, ma anche e soprattutto quelle digitali, se è vero che le risorse tendono ad andare verso le città più interconnesse. Per la scelta degli investimenti immobiliari, infatti, un fattore decisivo è rappresentato dalla connettività dell’area o dell’asset, sul piano digitale e a livello fisico. È chiaro che la crescita dello smart working non può che ridefinire il rapporto con le città.

Le altre soluzioni

I rischi operazionali devono essere mitigati: e affinché ciò sia possibile è fondamentale che le disposizioni del governo siano certe, non mutino di frequente e non lascino spazio a dubbi e interpretazioni. Tutto questo è vero soprattutto se si è interessati ad attirare l’attenzione degli investitori internazionali. Nel frattempo, il settore immobiliare deve pensare a cercare nuovi canali di finanziamento al di là delle banche, che per effetto della congiuntura economica stanno per fare i conti con crediti deteriorati in aumento. Infine, c’è bisogno di misure finalizzate alla semplificazione fiscale e amministrative che consentano di attirare capitali stranieri.