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La rinoplastica nel 2021: tutto quello che c’è da sapere

Intervento di chirurgia che permette di risolvere sia problemi estetici che respiratori, la rinoplastica è attualmente il quarto intervento più praticato al mondo dopo mastoplastica additiva, liposuzione, blefaroplastica e lipofilling ed è da sempre ai primi posti nella classifica delle operazioni più richieste nel nostro Paese. Una pratica molto diffusa ma non per questo poco impegnativa, visto che modificando la forma del naso si finisce inevitabilmente per cambiare l’estetica dell’intero volto ed eventuali errori nella sua esecuzione sarebbero difficilmente occultabili. Che si tratti di correggere una punta troppo larga, eliminare una gobba sul dorso, agire su una dimensione ingombrante o ovviare a un setto nasale deviato, la rinoplastica è sempre un intervento piuttosto delicato ma che, se ben eseguito, può davvero incidere sulla qualità della vita del paziente, il quale, grazie alla ritrovata autostima e all’accresciuta fiducia in se stesso vedrà migliorare anche la propria vita di relazione. Motivi che rendono imprescindibile affidarsi a un chirurgo competente che abbia maturato un’esperienza rilevante in questo genere d’interventi, in grado di garantire un risultato che sia il più possibile naturale e rispettoso di un’armonia dell’insieme, grazie ad un’attenta e sapiente valutazione dei volumi e delle proporzioni del volto e una rispettosa considerazione delle esigenze di personalizzazione del paziente.

Per approfondire le caratteristiche di questa operazione, capire cosa è cambiato  negli ultimi tempi e conoscere le migliori tecniche chirurgiche per la rinoplastica  abbiamo girato le nostre curiosità al Professor Mario Dini, uno dei chirurghi estetici più quotati al livello nazionale per il rimodellamento del naso, la sua base operativa è sempre rimasta Firenze ma ha studi anche a Roma e a Milano.

Professor Dini, che differenza c’è fra rinoplastica e rinosettoplastica e quando è il caso di ricorrere a queste procedure ?

Oltre che su problemi di natura estetica, come diminuzione della dimensione del naso, modifica della forma ed eliminazione della gobba, l’intervento di “settoplastica” o “rinosettoplastica”  permette di agire anche su difficoltà respiratorie causate dalla deviazione del setto nasale. Si tratta di problemi che possono emergere anche da una valutazione del paziente ma che andranno valutati più approfonditamente nel corso della prima visita: spesso è proprio quando il paziente va dal medico con l’intenzione di eseguire una rinoplastica che si accorge di avere anche altri problemi.

Quali sono stati i cambiamenti più significativi degli ultimi anni in materia di rinoplastica?

Fino a qualche tempo fa il chirurgo plastico tendeva a rimodellamenti eccessivi che rendevano il naso “finto”, ricorrendo a tecniche molto invasive e demolitive e spesso anche a parti di protesi al silicone o altri materiali per modificarne la struttura. Invece di impiegare corpi estranei, oggi si preferisce puntare al riutilizzo di strutture osteo-cartilaginee proprie, in grado di impedire il rigetto e l’insorgenza di problemi di altro tipo: l’idea di fondo è che il naso non debba sembrare “operato”come accadeva prima ma il più possibile naturale.  Oggi  si può dunque parlare di una rinoplastica 2.0 che, per queste ragioni, ritengo di poter definire anche “bio-ecologica”.

Professore, è vero che, grazie ai progressi della tecnologia, adesso è possibile anticipare il risultato dell’operazione?

Le fotografie pre-operatorie sono molto utili sia per il chirurgo che per il paziente perché permettono all’operatore di visualizzare le correzioni da effettuare e aiutano il paziente a ricordare quale era la forma originaria del suo naso. Se fino a poco tempo fa si lavorava solo sulla bidimensionalità, adesso possiamo contare su una simulazione molto più precisa che permette di visionare preventivamente l’esito dell’intervento. Non si deve dimenticare tuttavia che si tratta pur sempre di una previsione digitale, non di una promessa di risultato.  

In tema di rinoplastica si sente spesso parlare di “tecnica aperta” e “tecnica chiusa”. Ci può chiarire la differenza e dirci qual è secondo lei la più appropriata?

Nella rinoplastica chiusa, il rimodellamento della struttura interna e della forma del naso avviene passando attraverso le narici ed effettuando le incisioni solo nella parte interna del naso. Una tecnica che io prediligo in presenza di lievi imperfezioni estetiche o di deviazioni del setto non eccessive. Negli altri casi, quando il difetto si fa più importante o la deviazione più complicata, o in caso di rinoplastiche secondarie e terziarie, preferisco ricorrere alla tecnica aperta ( detta “open”) che permette di esporre a 360 gradi tutte le strutture del naso e ottenere così miglioramenti ottimali.

Professor Dini, ci sono persone che vorrebbero sottoporsi alla rinoplastica, ma temono si tratti di un intervento doloroso soprattutto a causa dell’uso dei tamponi. Come possiamo rassicurarle?  

Innanzitutto dicendo loro che sia l’intervento che il post-operatorio non sono assolutamente dolorosi e che, a differenza di come accadeva un tempo, oggi non si fa più uso di tamponi interni. Sia nel caso di una rinoplastica che di una rinosettoplastica, l’intervento termina con l’applicazione di un gessetto sul dorso del naso fermato semplicemente con dei cerottini.

Come si svolge l’intervento? Ci sono indicazioni particolari da seguire nel post-operatorio? 

L’intervento di rinoplastica si svolge in sala operatoria in regime di day hospital, dura circa un’ora e di solito avviene in anestesia  generale. Quanto al post operatorio, per i primi 7-10 giorni la zona operata apparirà gonfia ed edematosa: il paziente dovrà dormire con la testa sollevata ed evitare il fumo, l’uso degli occhiali e l’esposizione al sole. Trascorsi 15-30 giorni dalla sua dimissione, potrà tornare tranquillamente alle sue normali attività, compresa quella sportiva: il naso si sgonfierà progressivamente fino ad assumere l’aspetto definitivo dopo circa un anno dall’intervento.

C’è differenza fra rinoplastica maschile e femminile?

Di solito la donna ha problemi estetici mentre nell’uomo prevalgono quelli funzionali, ma c’è da dire che è in aumento il numero di uomini che si sottopongono agli interventi estetici e fra questi la rinoplastica resta sicuramente il più diffuso, seguito dalla liposuzione di pancia e fianchi e la Blefaroplastica. 

Professor Dini, in virtù delle migliaia di interventi di rinoplastica al suo attivo e delle numerose pubblicazioni sulle più prestigiose riviste del settore, può dirci se il rinofiller di cui tanto si parla può considerarsi o meno un’evoluzione della rinoplastica? 

Comincio a dire che il rinofiller è una tecnica che permette di migliorare il profilo in maniera rapida e indolore attraverso iniezioni di filler volumizzanti. Per questo motivo, va considerata una pratica di medicina estetica valida per chi ha in mente di risolvere piccole imperfezioni a costi contenuti, ma che non va letta come una strada più breve e meno impegnativa all’intervento chirurgico nel caso di difetti di una certa portata. Ricordiamo che, a differenza della rinoplastica, oltre ad avere una durata temporanea, il rinofiller non è adatto né per ridurre le dimensioni di un naso ingombrante né tantomeno per correggere difetti funzionali.