Una ricerca fisica sfida la versione ufficiale

10 settembre 2011 | 13:23
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Una ricerca fisica sfida la versione ufficiale

Nel decimo anniversario dell’11 settembre, tra retorica e terrore, si vuole ricordare una ricerca scientifica che solleva qualche dubbio sull’attacco aereo alle due torri e ipotizza “una demolizione tramite esplosivo”.

Era l’inverno del 2006, quando il professor Stephen E. Jones, fisico della Brigham Youn University, sollecitava un’indagine scientifica indipendente e internazionale sui fatti dell’11 settembre. Il punto di partenza della ricerca non erano posizioni politicizzate o ideologiche, bensì “osservazioni e calcoli”.

La prima e più importante osservazione matematica del professor Jones era: “dov’è il prevedibile ritardo dovuto alla conservazione della quantità di moto, una delle leggi fondamentali della fisica?”. Dopo aver effettuato ricerche sul crollo degli edifici, il fisico aveva afferamato: “dato che i piani superiori nella loro caduta si abbattono sui piani inferiori e sui pilastri di sostegno in acciaio ancora intatti, la caduta dovrebbe risultare significativamente frenata dalla massa sottostante”. L’unica spiegazione logica e scientificamente accettabile è “ipotizzare una demolizione tramite esplosivo: gli esplosivi rimuovono rapidamente il materiale dei piani più bassi, inclusi i pilastri in acciaio della struttura, rendendo così possibile il verificarsi di crolli a una velocità prossima a quella di caduta”. Da tutto ciò il professor Jones conclude che “la versione ufficiale era, nel migliore dei casi, incomlpeta”.

Nel 2009 Jones e un gruppo di ricercatori in chimica e fisica pubblicava uno studio scientifico su “Peer-reviewed” che aggiornava la ricerca del 2006. Riporatava la scoperta di un gruppo di ricercatori dell’Università di Copenhaghen, in Danimarca, i quali hanno scoperto la presenza di nanotermiti in numerosi campioni del pulviscolo prodotto dalla distruzione del World Trade Center. Lo strato rosso delle schegge di colore rosso/grigio scoperte nel pulviscolo è costituito da nanotermiti pure e attive, nanotecnologie ad alto contenuto energetico ed esplosivo.

Fonti: BYU Professor’s Group Accuses U.S. Officials of Lying Aabout 9/11, 26 gennaio 2006; “Active Thermitic Material Discovered in Dust from the 9/11 World Trade Center Catastrophe”, Open Chemical Physics Journal, febbraio 2009, volume 2, pp.7-31