La svendita della Basilicata non è servita a migliorare il tenore di vita dei lucani

22 luglio 2013 | 16:32
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La svendita della Basilicata non è servita a migliorare il tenore di vita dei lucani

Una dura denuncia quella che proviene dall’Ordine degli  architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di Potenza all’indirizzo delle istituzioni, in particolar modo la regione Basilicata sul piano energetico nazionale. Per loro non sono bastati gli infiniti appelli di tutte le associazioni lucane di tutela del paesaggio, né le denunce dei cittadini “sensibili” su un tema importante come il piano energetico nazionale varato, che “abbassa ancor di più il prezzo di vendita della nostra regione”, ammettono, Ciò “offre campo libero alla speculazione, ormai libera di consumare il territorio lucano che rimane ancora senza un minimo strumento normativo di tutela.” Stando alle dichiarazioni dell’ordine, infatti, il piano energetico regionale, “non garantisce” il territorio e il paesaggio anche per quanto previsto dalle “linee guida” nazionale a cui non si è “mai adeguato.” Ma non solo. Non esiste “nemmeno il previsto “Piano paesistico regionale “tanto atteso e invocato” e la “Carta regionale dei suoli”, a cui deve ispirarsi la lettura dell’intero territorio, sia per l’uso del suolo, sia per le trasformazioni urbanistiche. “Nonostante ciò – tuonano dall’ordine – senza consapevolezza di ciò che si fa, comunque si va avanti, senza obiettivi specifici, vendiamo la regione alla giornata, non a chi offre di più, ma al primo che ne fa richiesta. E allora via libera, si salvi chi può!”. Sull’eolico e il fotovoltaico l’ordine degli architetti segnala che “si è perduto completamente l’identità lucana, non riconosciamo più i nostri crinali, i nostri boschi, i nostri campi. Pale sulle creste e specchi fotovoltaici sui versanti, a sud, ad ovest, dovunque.” E qui la denuncia: “ la Regione continua a farsi pubblicità con lo slogan ‘la nostra forza è il fascino dei nostri paesaggi’, incredibile. Non parliamo di tutto ciò che sta succedendo sul petrolio e della preoccupazione in merito alle perforazioni anche sulla costa. Forse – proseguono – dovremmo pubblicizzare ‘vendesi Lucania’, anzi meglio ‘Lucania a saldo, pur sapendo che questa svendita non è servita nemmeno a migliorare il tenore di vita dei nostri abitanti. In reddito pro capite non è comunque aumentato, il Pil neppure, la disoccupazione va avanti alla grande, la regione si spopola ed i giovani stanno andando tutti via. Eravamo – continuano, poveri di tasca ma ricchi di spirito, legati alla nostra terra e alla sua cultura. L’ambiente, il territorio e il paesaggio sono stati per noi il palcoscenico su cui abbiamo sviluppato sogni e valori che ci hanno fatto sentire orgogliosamente lucani. Dicevamo: ‘venite in Basilicata, siamo poveri ma gente che riesce a mantenere un rapporto corretto con il mondo in cui vive’, invece in 20 anni si è solo stati capaci di vendere teste e anime per un pugno di lenticchie.” La domanda che l’ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della provincia di Potenza chiede alla Regione: “ cosa fare? Davvero si salvi chi può o tentiamo di salvare il salvabile? Vi invitiamo in maniera estrema affinché facciate qualcosa, mettendo per esempio al più presto mani ad una revisione del piano e sospendendo tutte le autorizzazioni in attesa di una più adeguata visione di tutela. Ci uniamo – concludono agli infiniti altri appelli, sperando che sotto elezioni qualcuno ci ascolti.”