“Aprite davvero Marinagri alla gente” foto

Più informazioni su

    Dopo aver letto la risposta non sempre garbata ed opportuna dell’Ing. Vitale, è doveroso rispondere nonché ampliare le contraddizioni e le mezze verità da essa emerse, ma partiamo con ordine iniziando dal contenuto della stessa per estendere il ragionamento a tutte le tematiche solo lambite in questa discussione.
    Si dice che il porto di Marinagri autorizzato 7 anni prima della data della Variante al piano paesistico sia per ovvi motivi cronologici esente da stipula fideiussoria in caso di danni ambientali. A mio avviso questo parere è errato e nella risposta dell’Ing. Vitale non compare neanche l’esatto riferimento legislativo che è la L.R. n.20 del 4 agosto 1987 che subordina la stesura dei piani paesistici al vincolo prioritario della tutela territoriale lato sensu. E la predetta variante che Marinagri  sembra ignorare è stata redatta come recita l’art. 1:” in attuazione dell’art. 19 della L.R. n.20 del 4 agosto 1987”. Per questo motivo, ossia come recita l’allegato 2-B della variante, al comma 5 dell’art. 43/bis:” Per le eventuali trasformazioni che subiscono le spiagge a causa della realizzazione delle infrastrutture portuali la Regione, prima dell’inizio dei lavori, a garanzia dei ripristini dello stato dei luoghi, richiede alle società idonea polizza fidejussoria.” Quindi caro Ing. Vitale vi sbagliate, quindi vi richiedo: queste polizze esistono o no?

    Deroga. Il termine deroga è stato utilizzato perché l’indirizzo del legislatore regionale in materia di demani marittimi è chiaro da tempo: accelerazione della cementificazione del litorale e temporaggiamento per la regolamentazione di tutte le altre attività economiche ad eccezione di quelle portuali, quindi la deroga consiste nell’aver legiferato nella fattispecie delle attività portuali mentre nella macroarea del demanio marittimo tutto il resto non è stato ancora regolamentato, piano dei lidi in primis ( ad eccezione chissà perché della sola Maratea ). Il demanio marittimo ha delle caratteristiche quali l’inalienabilità e l’intrasformabilità dello stesso, infatti i Piani Pesistici di altre regioni italiane obbligano i comuni ed i privati al rispetto dell’intrasformabilità dell’arenile, principio ripreso dalla normativa regionale lucana che ha creato l’eccezione in materia e recita:”…..al rinvio operato per alcuni dei siti interessati alla preventiva predisposizione ed approvazione del P.P.E. d’Ambito, così come prescritto dall’art. 6 della L.R. n. 3/90, si aggiunge il vincolo di intrasformabilità previsto dal P.T.P.M. per l’arenile (inevitabilmente interessato da una qualsiasi opera portuale),al quale si può derogare solo per imprescindibili esigenze infrastrutturali, previa verifica di ammissibilità da effettuarsi attraverso uno studio specialistico di compatibilità ambientale.” ( Relazione illustrativi allegato 1 – Variante ). Quindi caro Ing. Vitale i porti metapontini hanno goduto di deroga perché hanno modificato l’arenile, quindi privilegiati dal legislatore regionale che ne aveva piena competenza e responsabilità.

    Poi passiamo al CIPE. Caro Ing. Vitale, le erogazioni CIPE non conferiscono ai lavori il criterio di opportunità e validità assoluta. Sono lavori programmati in chiave interministeriale che rispondono a piani attuativi di opere pubbliche. Ciò non vuol dire che i lavori finanziati dal CIPE rispondano dopo anni di pianificazione, alle reali contingenze territoriali e non è detto che seppur programmati e finanziati dopo rispondano a criteri di convenienza ed economicità. Non volendo annoiare il pubblico, sintetizzo: ciò che finanzia il CIPE non sempre è ciò di cui ha bisogno realmente il territorio, basti vedere gli esempi nostrani delle modifiche alla SS106 o la costruzione del Centro Oli di Viggiano, entrambi pianificati dal CIPE, ma: la prima ufficialmente viene indicata dalla V Commissione Regionale Permanente della Regione Basilicata (Marzo 2013), come concausa dei fenomeni alluvionali metapontini del 2011, perché mal progettata l’interfaccia tra strada e fiumi, infatti lì si creò nel marzo 2011 un tappo di non deflusso che fece esondare i fiumi causando un prolungato stagnamento delle acque fluviale a monte della strada jonica; oppure del COVA, anch’esso finanziato dal CIPE, costruito in barba alla legislazione ambientale che già nel 2000 impediva tali costruzioni a ridosso di dighe e fiumi, ed oggi operante con ogni tipo di deroga ambientale. Quindi caro Ing. Vitale, il Cipe, organo politico, ha finanziato i porti metapontini 7 anni fa ergo oggi si può fare un bilancio politico dell’investimento? Penso di sì e reputo il risultato attuale dell’investimento visibile agli occhi di tutti come fallimentare.

    Passiamo al paragrafo dolente sulle prime case: purtroppo qui devo constare errori di lucidità da parte dell’Ing. Vitale, probabilmente dovuti alla foga del momento, perché nei primi righi si dice che si può accatastare come prima casa un abitazione autonoma con posto barca, o vista porto e relativo spazio verde ad uso esclusivo ( criteri costruttivi che per l’Agenzia del Territorio rientrano in categorie catastali completamente diverse dall’A2-A3 ). Mentre poco dopo arriva una pesante contraddizione finale in cui dite: le case di Marinagri possono essere prima casa( e non mi spiega chiaramente il motivo per cui si possa accatastare come una casa popolare ) poi dite che le abitazioni come le vostre non possono rientrare in un accordo di programma ( mezzo con cui Marinagri è nata ) e poi chiudete dicendo che con i finanziamenti pubblici per il turismo non possono nascere prima case?! Questo paragrafo, Ing. Vitale o lo avete inviato senza rileggerlo oppure era meglio ometterlo, perché avete non solo evitato la mia domanda ma addirittura avete seminato più confusione di prima. Infatti, se dovessi tralasciare i documenti ufficiali, ad oggi non saprei com’è nata Marinagri. Gravissimo. Quindi alcune abitazioni di Marinagri si possono accatastare come prima casa? Perché? Altre deroghe?

    Collegato all’accatastamento c’è il discorso volumetrie. Anche qui devo registrare il fatto che la “comunicazione e la trasparenza” non sono il forte della Marinagri spa. Per il semplice fatto che né il sito di Marinagri, né il relativo materiale pubblicitario fornisca le dovute informazioni in questione. Per le volumetrie occorre che voi, Marinagri, per fugare ogni pregiudizio, comunichiate alla cittadinanza/autorità l’esatta destinazione d’uso delle aree a voi concesse, per capire quali e quante volumetrie sono destinate per legge sia alla funzione  turistico-ricettiva che a quelle residenziale. Il punto Ing. Vitale è che troppe informazioni sui porti ed annessi sembrano secretate dalla Regione, infatti per aver ragguaglio cartaceo in merito ho dovuto aspettare quasi 6 mesi perché la Regione Basilicata ha archivi disordinati e lontani.

    Questione V.I.A. Scavalco le illazioni sulla mia persona per arrivare alla questione della citata V.I.A. ottenuta. Caro Ing. Vitale non posso dilungarmi sulle implicazioni tecnico-politico relative alle competenze che lo Stato ha trasferito alle regioni in materia ambientale, ma le posso garantire, e se vuole potremmo farlo dove e quando vuole, che le valutazioni d’impatto ambientale della Regione Basilicata sono almeno da 10 anni a questa parte, carta straccia. Esse costituiscono una della pagine più buie e vergognose della nostra storia, basti pensare come la VIA venga o sia stata assegnata negli ultimi anni: la VIA l’ha avuta anche il pozzo Eni Alli 2 Or nato ad 800 metri dall’ospedale di Villa d’Agri ed a 400 metri dalle abitazioni civili, “il VIA” l’hanno avuta anche le innumerevoli discariche ampliate in questi anni e poi interessate da infiltrazioni di percolato e nonostante la VIA sono arrivati i sequestri da parte dei Carabinieri del NOE. “Il VIA” l’ha avuto anche l’Itrec per tutti i suoi lavori interni e non, “il VIA” l’hanno avuto anche i parchi eolici costruiti in aree con vincolo archeologico e paesaggisitico, “il VIA” lo ebbe anche il termovalorizzatore Fenice. Ing. Vitale, ma dove vive? Capisco che Marinagri viene presentata come la nostra Montecarlo, una città dell’utopia che a volte mi ricorda la dicotomia presente in Kazakistan tra la zona ricca e quella povera di Astana, dove per coprire dallo sguardo straniero i quartieri poveri hanno tirato su un muro che costeggia il viale principale della città. Ecco l’attrito che emerge tra la falsa idea propinata da voi ed il dramma che vi circonda al di là dei vostri inopportuni gabbiotti di guardia che vi separano dalla regione più povera d’Italia.
    Ed in chiusura mi permetta di portare alla vostra attenzione 2 ulteriori atti pubblici che mi ero ripromesso un giorno di studiare e divulgare: lo studio preliminare dell’Università degli Studi di Ferrara – Dipartimento Scienze della Terra, intitolato:”Rapporto finale relativo alle possibili interferenze che la realizzazione del sistema dei porti turistici potrebbe generare sul litorale jonico lucano” riportato nel verbale del Comitato Tecnico Regionale Ambientale del 14/11/2002; ed il parere dell’Ufficio Ambiente della Provincia di Matera del 16 gennaio 2002, prot. 6369 del 16 gennaio 2002. Entrambi gli atti dicono testualmente che: “ gli studi batimetrici, geologici, ambientali……effettuati dalla Regione Basilicata e dai consulenti di parte ( dei porti ) sono incompleti ed obsoleti; che l’unità fisiografica del Metapontino sarebbe messa ulteriormente a rischio dalla costruzione di strutture portuali e che il delicato ecosistema costiero sarebbe compromesso nella sua totalità, dall’arenile alle infiltrazioni saline nelle falde acquifere dolci. Tant’è vero che l’allora giunta provinciale deliberava parere “non favorevole” alla costruzione del Porto degli Argonauti con una diagnosi che l’Università di Ferrara estendeva a tutto il Metapontino per ovvia affinità geologica ed ambientale.

    Bandiera blu. Trovo altresì assurdo vantarsi di una bandiera blu finta, perché caro Ing. Vitale saprete meglio di me che la bandiera blu viene data solo per la raccolta e non per lo smaltimento dei rifiuti, quindi è una boiata pubblicitaria che non tiene conto dell’effettivo tasso di riciclo/smaltimento ma solo degli indici di differenziazione: infatti i rifiuti di Marinagri arrivano in normali discariche, come quella di Tricarico, che nonostante la natura vip del rifiuto, li sotterrano come tutti gli altri. Diciamo anche questo ai turisti sempre per la norma sulla pubblicità corretta? Il terzo posto nei servizi nautici non è stato raggiunto dalla Provincia di Matera per i meriti di Mariangri ma anche, per quel che mi risulta, per la presenza degli Argonauti, che a mio personale avviso hanno goduto della stessa allegra pianificazione territoriale.

    Aiutate “il contesto immaturo di Policoro”. E poi Ing. Vitale, proprio per farvi capire che l’epoca Lopatriello è finita, vi faccio una domanda ulteriore: perché se voi vi vantate tanto delle vostre tecniche costruttive un noto circolo velico locale porta le sue barche agli Argonauti e non da voi? E per quale motivo vi vantate della vostra eco-compatibilità, se a Terzo Madonna (Scanzano J.) la spiaggia è arretrata negli ultimi anni di decine e decine di metri al punto da distruggere lo sbocco in calcestruzzo della locale idrovora? Per quei danni in sinistra della Foce Agri, chi paga? Senza fidejussioni farete come gli Argonauti che hanno aperto un cantiere lampo privo di cartelli per effettuare i dovuti ripascimenti la cui sabbia sosta ancora in depositi all’aperto? Ing. Vitale com’è lo stato di salute delle falde acquifere dell’area rispetto a prima dell’impianto del progetto portuale? In che condizioni versano gli argini in destra dell’Agri? Se a Marinagri ci sono prime case invendute perché non aiutate i cugini poveri di Policoro, che voi avete definito “contesto immaturo”, i quali hanno tanto bisogno di alloggi popolari per la gente disagiata, offrite loro qualche alloggio a Marinagri vista la vostra magnanimità e l’accatastamento popolare delle abitazioni. Io sarò incapace e pregiudizievole, Policoro immatura per voi, e voi probabilmente avete fatto il passo più lungo della gamba ed oggi al netto dei pochi meriti conseguiti addossate i demeriti del vostro mancato sviluppo a Policoro ed alla Regione Basilicata. Marinagri, come gli Argonauti, mi sembrano tutto fuorché un progetto imprenditoriale, piuttosto sembra essere tornati ai tempi della CasMez.

    Aprite veramente Marinagri alla gente. Ma a Policoro ancora pensate che un uomo perché giovane o perché attivo in politica sia o uno sprovveduto o un servo? Tralascio le riprovevoli e gratuite considerazioni sulla mia persona espresse dall’Ing. Vitale, che poco onore gli fanno per lanciarvi una proposta. Vi propongo un ragionamento per il bene di Policoro, costi quel che costi. Dato che Marinagri ospita tanti convegni, fatene uno con e per Policoro, nel quale vi aprite totalmente alla cittadinanza, dove chi vuole e può potrà esporre il proprio parere supportato da relativi carteggi e non da mere illazioni, aprite davvero Marinagri partendo dalla vostra coscienza. Giochiamo una volta tanto a carte aperte, sollevate sbarre o cancelli e ne trarremo tutti vantaggio. Se voi rifuggirete con le offese da ogni richiesta di chiarimento, allora ognuno trarrà le proprie conclusioni e Policoro continuerà a porsi domande e Marinagri continuerà ad essere sempre un più sola e vuota di prima in questo deserto di immaturi.  (Giorgio Santoriello)

    Più informazioni su