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Cronaca
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Danni da calamità in agricoltura, bisogna riformare sistema polizze assicurative

26 settembre 2017 | 13:47
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Danni da calamità in agricoltura, bisogna riformare sistema polizze assicurative
Danni da calamità in agricoltura, bisogna riformare sistema polizze assicurative
Danni da calamità in agricoltura, bisogna riformare sistema polizze assicurative
Danni da calamità in agricoltura, bisogna riformare sistema polizze assicurative

Il rischio da scongiurare è che si disincentivi il ricorso allo strumento assicurativo

Le maggiori criticità rilevate dagli agricoltori per la sottoscrizione di polizze assicurative contro i danni da avversità atmosferiche si riscontrano per il 45% nella complessità amministrativa e burocratica (compresi i ritardi per la corresponsione dei contributi), per il 30% nei prezzi e franchigie elevati e per il restante 25% per la mancanza di adeguate informazioni.

Ora le coperture tradizionali (contratti assicurativi sulla produzione) risultano meno incentivanti anche per una progressiva riduzione delle aliquote di contributo, ma con gli ultimi orientamenti Ue possono rappresentare una delle poche strade da seguire per ridurre le perdite.

Per la Cia di Basilicata il documento della Conferenza delle Regioni che individua una serie di possibili soluzioni al problema, sintetizzabile nella diminuzione del numero di polizze assicurative sottoscritte da titolari di aziende agricole del Sud (specie rispetto al centro-nord), è un passo avanti importante.

Ci sono – dice Nicola Serio, presidente Cia Basilicata – proposte sicuramente positive in linea con le nostre come quella centrale di costituire un fondo assicurativo per tutelare le aziende agricole dagli eventi naturali e dalle crisi di mercato, in parte coperto dalla fiscalità generale ed in parte dai fondi del PSR.

Un ulteriore passaggio particolarmente atteso dagli agricoltori è la modifica del piano assicurativo agricolo. L’attuale piano infatti non coglie le criticità più volte evidenziate dalla Cia e dall’Associazione nazionale dei Condifesa.

Abbiamo presentato poche proposte -continua- ragionevoli e recepibili, ovviamente tutte volte a rendere lo strumento assicurativo agevolato più fruibile e corrispondente alle esigenze degli agricoltori che si vogliono tutelare a cominciare dall’aggiornamento dello strumento del Fondo Nazionale di Solidarietà.

In sostanza insistiamo sulla semplificazione per la determinazione delle procedure e delle rese, sulla flessibilità nella costruzione della tipologia assicurativa e sulla revisione del meccanismo di definizione del contributo ammissibile, sulla riassicurazione pubblica che dovrebbe avere una copertura obbligatoria per le calamità.

Il rischio da scongiurare è che si disincentivi il ricorso allo strumento assicurativo, mentre invece l’obiettivo che ci vogliamo dare – dice il dirigente della Cia- è ampliare tutto il sistema.

Tra le indicazioni della Conferenza delle Regioni positive da approfondire, l’elaborazione del PAI (piano assicurativo individuale) ad inizio annata agraria, eliminando la manifestazione di interesse con la proposta di riforma e semplificazione, analizzando le colture fino al prodotto e non alle varietà.

Vi deve essere anche la possibilità per le aziende agricole di indicare la resa aziendale effettiva, come dichiarata dall’assicurando assumendosi la responsabilità ed eliminando l’obbligatorietà di assicurare quella media per zona, più vicina alla realtà produttiva.

Ancora, il tasso presente nel certificato assicurativo – come ha spiegato Carlo Hausmann (assessore della Regione Lazio) a nome degli Assessori regionali all’Agricoltura – va indicato come uguale al “parametro”.

In tal modo si potrebbe stabilire la reale spesa assicurativa a carico dell’azienda, eliminando tutte le clausole di salvaguardia oggi presenti che creano confusione e non permettono di poter ottenere un conteggio preciso del costo di polizza fino a quando non saranno pubblicati i parametri contributivi annuali.

Occorre una preliminare verifica sui pacchetti che le compagnie assicurative propongono ai beneficiari affinché i premi siano parametrati quanto più favorevolmente per le aziende. Ciò può attuarsi anche con un aumento del contributo pubblico sul pagamento dei premi.

Poi bisogna sviluppare dei percorsi di conoscenza degli strumenti assicurativi verso gli agricoltori. La Cia è favorevole a campagne promozionali utili alla crescita dell’associazionismo in agricoltura.

In tal senso è altrettanto importante – come suggerito dalla Conferenza delle Regioni – strutturare percorsi di sostegno e supporto per le attività di anticipazione, anche attraverso processi di concentrazione e mutualità nei confronti delle realtà più deboli.

Ismea può svolgere un importante ruolo di promoter anche per sviluppare un importante progetto di riassicuratore pubblico. È da prevedere anche la possibilità di attuare strumenti perequativi tra Regioni in riferimento alla presenza e ripetitività dei rischi, in modo da eliminare le diseguaglianze nel costo dei premi tra agricoltori di diversi territori regionali.

Per la Cia infine – dice Serio – è indispensabile definire misure, azioni, strumenti, programmi e progetti di prevenzione da calamità naturali, la strada migliore per ridurre i danni.