Salute mentale in Basilicata, “risorse insufficienti per poter dare risposte a tutti coloro che ne hanno bisogno”

A cento anni dalla nascita di Franco Basaglia e a quarant’anni dalla chiusura dei manicomi la Cgil fa il punto sulla cura in Basilicata. "Forti perplessità per la gara pubblicata in questi giorni, si proceda con l'accreditamento delle strutture"

“Tanto è cambiato dal 1978 a oggi, ma se è vero che non c’è salute senza salute mentale, è anche vero che questo resta un settore in cui si investe troppo poco per poter dare risposte a tutti coloro che ne hanno bisogno e il passaggio dal manicomio ai servizi territoriali doveva andare di pari passo con una presa in carico individualizzata, incentrata sulla persona. Anche il Pnrr sembra essere una opportunità non colta per il rafforzamento dei servizi di salute mentale”. È il messaggio lanciato dallo Spi Cgil e dalla Fp Cgil Basilicata in occasione dell’inaugurazione della mostra fotografica “Tu interni…Io libero”, visitabile al Museo provinciale di Potenza fino al 12 maggio. In esposizione gli scatti storici del fotografo Gian Butturini per i cento anni dalla nascita di Franco Basaglia, il medico che ha dato il nome alla più importante riforma della psichiatria in Italia, portando alla chiusura dei manicomi e a un nuovo approccio nella cura della malattia mentale. La mostra, a cura dell’Associazione Gian Butturini, testimonia il lavoro di Basaglia e della sua equipe nel trentennio 1975/1977 a Trieste, tornando poi dove tutto è cominciato nell’estate del 2006.

Un dibattito a più voci sul lascito del grande psichiatra e medico umanista e che ha visto il contributo di Alfonsina Guarino, direttrice Uoc Csm e responsabile Cd per pazienti psichiatrici autori di reato Asp; Andrea Barra, responsabile Spdc e strutture psichiatriche Dsm Asp; Antonio Corona, dirigente ufficio Sistemi di welfare della Regione Basilicata; Edoardo De Ruggieri, direttore Uosd Spdc e centri diurni Dsm Asm; Gisella Trincas, presidente Unione nazionale associazioni per la salute mentale; Tiziano Butturini, dell’Associazione Gian Butturini; Stefano Cecconi, segretario nazionale Spi Cgil.

“A distanza di oltre quarant’anni dall’approvazione della legge nazionale 180 e dalla scomparsa del suo ispiratore, non è questo solo un pur doveroso ricordo – hanno spiegato i segretari generale Spi Cgil Basilicata, Angelo Summa e Fp Cgil Potenza, Giuliana Scarano – ma anche l’occasione per riportare all’attenzione le politiche nazionali e regionali per la salute mentale. In una fase di progressivo impoverimento della sanità, la salute mentale sconta più di altri servizi la sua intrinseca fragilità, con il rischio di una recrudescenza di inaccettabili tentazioni manicomiali. Non solo la riforma epocale che mezzo secolo fa ha abolito i manicomi e tracciato la strada verso una salute mentale di comunità non è compiuta, ma si assiste ad una drammatica regressione”. In Basilicata, secondo i dati della Cgil, la spesa procapite per la salute mentale si attesta sui 53,8 euro, ponendo la regione al disotto del 3% della spesa media nazionale. Al 2024 abbiamo due dipartimenti di salute mentale, 9 centri, 25 strutture residenziali per 293 posti letto, 7 strutture semiresidenziali per 81 posti e 5 strutture ospedaliere con 31 posti letto più 5 in day hospital.

“Realtà che non riescono a soddisfare i bisogni di questo territorio – denunciano Summa e Scarano – come si evince dal rapporto sulla salute mentale le strutture semiresidenziali sono molto al disotto della media nazionale, 1,7 ogni diecimila abitanti rispetto al 2,8 nazionale, con un conseguente aggravio sulle famiglie. Anche il personale risulta insufficiente e al di sotto della media nazionale, con 28 unità per dipartimento ogni centomila abitanti, contro le 60,4 nazionali”. Tra le criticità emerse anche la proroga tecnica in cui operano le strutture. “È di questi giorni – precisano i dirigenti sindacali – la pubblicazione della gara per l’affidamento della gestione dei servizi assistenziali, terapeutico riabilitativi e socio riabilitativi per utenti psichiatrici, sulla quale nutriamo forti perplessità, interrompendo il percorso lento, ma in itinere, finalizzato a dotare la Basilicata di una disciplina regionale del sistema di accreditamento”.

Per Summa e Scarano “è evidente che la legge 180 non è mai del tutto stata applicata perché per curare le persone sul territorio c’è bisogno di servizi, persone e risorse”. Da qui la proposta dello Spi Cgil e della Fp Cgil di istituire una “consulta regionale sulla salute mentale che coinvolga associazioni, operatori, famiglie, Regione e aziende sanitarie. La salute mentale può essere garantita solo dalla centralità del servizio pubblico – concludono – con un piano complessivo integrato sociale e sanitario, con le giuste risorse, con percorsi appropriati, con operatori pubblici formati, partendo sempre dalla unicità e dalla complessità della persona con disturbi mentali e dai suoi diritti di cittadinanza. Quanta strada c’è ancora da percorrere verso una salute mentale di comunità per evitare interventi in emergenza e delineare percorsi di autonomia per le persone con disabilità. Ma come diceva Basaglia “l’impossibile può diventare possibile”, dipende da ciascuno di noi”. Una delle foto esposte

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