Chi sarà il nuovo presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano?

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    Se guardiamo all’esperienza del Parco delle Cinque Terre in Liguria, la delusione per come sono gestiti i Parchi naturalistici in Basilicata è enorme. I risultati conseguiti dai liguri sono indiscutibili. Ebbene, le differenze tra il Parco ligure e quelli lucani sono poche ma, fondamentali. In quello ligure la gestione è affidata a persone esperte che hanno a cuore esclusivamente lo sviluppo del Parco. La partecipazione dei diversi attori che hanno interesse nel perimetro è alta e significativa. La manutenzione quotidiana del territorio è affidata ai cittadini e ai contadini del luogo i quali sono parte di un progetto condiviso e remunerativo per tutti. L’internazionalizzazione di quel capitale naturalistico è stato affidato a mani esperte. Loro non hanno i pozzi di petrolio sulla soglia di casa. Risultati? Le Cinque Terre non riescono a reggere la pressione e i grandi numeri delle presenze turistiche. In Basilicata, spesso e volentieri, la gestione di questi gioielli è affidata a personale di nomina politica che risponde alle logiche del consenso elettorale. Spesso funzionano da porte girevoli per l’assunzione o per le carriere di raccomandati dal politico di turno. A volte i dirigenti sono più interessati agli appalti dei lavori che alla salvaguardia e allo sviluppo del Parco e lasciano in pace chi costruisce sentieri in cemento. Scarseggiano le guide turistiche e anche la loro qualità, si sottovaluta l’importanza della partecipazione alla vita del Parco degli abitanti del territorio e dei contadini con le loro coltivazioni. L’attuale presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano è in scadenza. Che si fa? Si nomina un burocrate al servizio del potente di turno o una persona capace, competente e soprattutto innamorata di questa terra? Qualcuno che sappia mettere a valore economico quel capitale di tradizioni, cultura, bellezze paesaggistiche e naturalistiche esiste? Qualcuno che sappia costruire sentieri veri di sviluppo intorno a quel patrimonio ci sarà pure o no? Nessuno si nasconda dietro la storiella che la nomina è prerogativa del ministero dell’Ambiente. Sappiamo bene come funziona.

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