Nomine enti subregionali, Legambiente: “Silenzio sta diventando assordante”

Lanorte: "Situazione di stallo pone seri interrogativi e non è priva di conseguenze pratiche rilevanti"

Il silenzio comincia a diventare assordante sulle nomine dei vertici degli enti subregionali di competenza della Giunta regionale di Basilicata. “Una situazione di stallo – commenta Antonio Lanorte, Presidente di Legambiente Basilicata – che pone seri interrogativi e non è priva di conseguenze pratiche rilevanti.

Infatti – continua Lanorte – i continui rinvii risultano poco comprensibili considerando che tali enti hanno importanti funzioni tecniche e gestionali e ad essi sono demandate importanti funzioni nei settori di riferimento; e il ritardo non sembra certo dovuto alla mancanza di adeguate professionalità tra i candidati che hanno risposto al pubblico bando, ormai chiuso da tempo. Né le competenze dei candidati sembrano essere l’elemento determinante di discussione, visto che nel dibattito pubblico poco ci si sofferma ad approfondire tali aspetti ma non ci si risparmia nel commentare le supposte attribuzioni a questo o quel partito, nella “migliore” tradizione del manuale Cencelli. Mentre non si discute affatto del futuro di questi enti”.

“Invece – sostiene ancora Lanorte – noi preferiremmo che si rovesciasse la piramide delle priorità e fossero portati all’attenzione dell’opinione pubblica prima di tutto il ruolo, i compiti e le prospettive di tali enti piuttosto che discutere solo, come purtroppo avviene, di postazioni da occupare. Infatti gli enti subregionali in questione hanno competenze tecniche su settori rilevanti come agricoltura, rifiuti, risorse idriche, turismo, ma anche diritto allo studio e politiche del lavoro, rispetto ai quali si rende necessario garantire l’ opportuna funzionalità dei suddetti enti che, al momento, viene di fatto negata. Perché delle due l’una: o si ritiene che tali enti subregionali siano elementi centrali nei loro ambiti di competenza, e in tal caso si permette loro di operare al meglio, oppure si decide che non servono perché il loro ruolo può essere meglio svolto in altre sedi. La terza ipotesi, quella di enti relegati a funzioni secondarie e/o svuotate nei contenuti e funzionali al mantenimento di postazioni “di poltrona”, non dovrebbe nemmeno essere contemplata”.

“Non ci sfugge certamente – dice Lanorte – l’importanza di nomine alle postazioni apicali degli enti che dovrebbero essere improntate, è bene sottolinearlo, esclusivamente alla competenza, professionalità ed esperienza. La prevalenza di questi requisiti fornirebbe un abbrivio fondamentale per l’azione di ognuno degli enti. Tuttavia questo non può bastare se non si creano le condizioni affinché le attività di ciascuno di essi acquisiscano la necessaria incisività nei settori in cui operano”.

“Non si può certo dire – secondo Lanorte – che questo sia avvenuto per esempio all’Egrib (Ente di Governo per i Rifiuti e le Risorse Idriche della Basilicata) che fin dalla sua istituzione nel 2016 non ha mai svolto pienamente il suo ruolo nella gestione integrata dei rifiuti e delle risorse idriche regionali. In particolare nel settore rifiuti ad Egrib sono affidate dalla legge LR n. 35 del 2018 (recante disposizioni di riordino normativo in materia di rifiuti), precise funzioni di organizzazione del servizio di gestione integrata che per la gran parte potranno essere esercitate a seguito di emanazione di indirizzi e definizione di criteri specifici da parte della Regione, in particolare nella elaborazione del Piano d’Ambito. Ma a distanza di un anno è ancora tutto fermo. Ad aggravare tutto ciò si aggiungono le condizioni di instabilità lavorativa del personale”.

“Anche l’Alsia (Agenzia lucana di sviluppo ed innovazione in agricoltura) – continua Lanorte – vive una condizione di sofferenza rispetto a quelle che sono le finalità di un’Agenzia tecnica orientata a fornire servizi efficienti e innovazioni tecnologiche al settore primario e che invece subisce le scelte troppo spesso inefficaci ed inefficienti della pubblica amministrazione, aggravate da una sostanziale mancanza di programmazione, problema ancor più rilevante per un settore, come quello agricolo, in cui le attività sono condizionate da fattori esterni legati al ciclo naturale delle colture”.

“E non molto differente – sostiene ancora Lanorte – è la situazione dell’Apt (Agenzia di Promozione Turistica) che stenta a diventare un elemento cardine delle politiche turistiche e culturali della Regione. Noi pensiamo che la valorizzazione dei beni culturali e lo sviluppo dell’industria culturale e creativa rappresentino per la Basilicata un elemento chiave per rilanciare un nuovo modello di specializzazione produttiva, ma i numeri attuali dell’economia culturale regionale pesano per meno del 4% sulla ricchezza complessiva prodotta. Un’Agenzia di Promozione Turistica che funzioni davvero dovrebbe portare in dote numeri migliori”.

“Pertanto – conclude Lanorte – sulla base di tali considerazioni, riteniamo che in questo momento storico si debba approfittare dell’occasione delle nomine ai vertici di questi enti subregionali, non solo per individuare in tempi brevissimi direttori di comprovata competenza e professionalità, ma anche e soprattutto per aprire un dibattito sul ruolo strategico di questi soggetti nell’ambito di politiche di sistema relative ai vari comparti, in grado di coinvolgere tutti i portatori di interesse, con una visione di programmazione almeno a medio termine”.