Gli abiti di Luca Orioli arrivano a Scanzano

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    Tra poche ore, intorno alle 17, la madre di Luca Orioli, Olimpia Fuina, assistita dal legale Franco Auletta, potrà prendere visione degli abiti che suo figlio indossava la sera della morte, e cioè il 23 marzo 1988.


    Gli abiti del ragazzo sono stati ritrovati dalla Polizia scientifica del Commissariato di Scanzano, all’Università La Sapienza di Roma. Da spiegare come mai si trovassero in quella sede. L’università romana è la stessa dove insegna Giancarlo Umani Ronchi, il medico legale, che si occupò nel 1997 dell’autopsia sui corpi di Luca Orioli e Marirosa Andreotta. I due ragazzi, entrambi 21enni, furono ritrovati senza vita nel bagno di casa della ragazza intorno alla mezzanotte del 23 marzo 1988. La morte dei due giovani, resta un mistero. Il caso archiviato come incidente domestico è stato riaperto nel luglio 2010. Nel dicembre dello stesso anno, le salme riesumate dei due ragazzi, sono state affidate per una seconda autopsia all’anatomopatologo barese Franco Introna. L’esperto di medicina legale ha analizzato i resti di Luca e Marirosa concludendo che sono morti per avvelenamento da monossido di carbonio. Il risultato di Introna ribalta le altre perizie effettuate negli anni scorsi, che, anch’esse sulla base di elementi oggettivi, avevano escluso tale causa di morte. Il ritrovamento degli abiti non può non aprire nuovi dubbi. Gli stessi che più e più volte la madre di Luca, Olimpia Fuina, e i suoi consulenti hanno esternato. Dopo l’arrivo a Scanzano, gli abiti saranno consegnati a Introna per essere sottoposti ad analisi.  

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