Caso Claps. Perizia falsa, indagato Pascali

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    L’esperto di Dna, fu incaricato di periziare la maglia che Elisa indossava il giorno della sua morte. Ammise di aver fatto tutto molto in fretta

    Vincenzo Pascali, direttore del Dipartimento di Genetica dell’Università Cattolica di Roma sarebbe iscritto nel registro degli indagati dalla Dda della Procura di Salerno. L’ipotesi di reato contestata sarebbe il falso in perizia. Il professore dichiarò che sul luogo del delitto, il sottotetto della Santissima Trinità di Potenza, non vi fosse il Dna di Restivo. Per sua stessa ammissione dichiarerà, in sede di incidente probatorio, quando gli fu contestata la inesattezza del suo operato, che non aveva analizzato la maglia di Elisa, pur avendo riscontrato sulla stessa macchie di sangue. Da quelle macchie di sangue però il famoso genetista non tirò fuori il profilo genetico. Di questo dovrà dare conto al pm Volpe, titolare dell’indagine a suo carico.

    Il prof. Pascali sembra non aver tenuto conto di quanto accertato dall’anatomopatologo Franco Introna, che eseguì tutti gli accertamenti del caso sui resti di Elisa. Introna stabilì che Elisa era stata accoltellata con diversi fendenti ( 15 per l’esattezza) e quindi presumibilmente l’assassino poteva aver lasciato le sue tracce sulla maglia che indossava la vittima. Pascali, non analizzò, senza una plausibile ragione, la maglia e la consegnò all’altro perito della Procura, la peleontologa Eva Sacchi.

    La stessa pm Rosa Volpe, ieri durante la sua requisitoria ha sottolineato il comportamento del prof. Pascali ammettendo che ad un certo punto si è chiesta se l’esperto di Dna fosse il perito dell’accusa (come effettivamente era) o di altri.

    Oggi il nome di Pascali risulta iscritto in un fascicolo per falso in perizia. Questa circostanza, se confermata, potrebbe aprire la strada a nuovi scenari nella vicenda della morte di Elisa Claps e magari contribuire a stabilire la vera verità.

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