“Caro Magistrato ti scrivo…”

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    Istituzioni e giovani insieme per parlare di legalità, giustizia e cultura. L’appuntamento è il 7 aprile nell’Aula Bunker del tribunale di Matera. Il presidente del Tribunale Gaetano Catalani e l’Organizzazione Non-Profit Cultura & Solidarietà, rappresentata dal Presidente Francesco Vivacqua e dal Direttore generale Nadia Mazzon, incontreranno gli studenti delle scuole cittadine ai quali è stata già donata una copia di “Caro magistrato ti scrivo, sesto volume della collana editoriale “Caro…ti Scrivo…” ideata e promossa dell’associazione Cultura & Solidarietà, da sempre impegnata, in Italia e in tutta Europa, a creare un rapporto diretto tra studenti e istituzioni. Negli anni sono oltre 20.000 i testi che l’associazione ha donato alle scuole italiane. “Portare “Caro Magistrato ti Scrivo…” a Matera, Capitale della Cultura 2019, ha un significato del tutto particolare, proprio perché non ci può essere cultura senza legalità, anzi direi che proprio la cultura della legalità è alla base dello sviluppo di qualsiasi progetto di rinascita di cui questa terra ha bisogno”. Questo il commento di Francesco Vivacqua, presidente dell’associazione che ha base a Milano ma che negli anni ha portato in tutta Europa l’ideale che gli studenti debbano essere iniziati alla cultura sin da giovani per potersi rapportare meglio alle istituzioni. Già lo scorso anno le 580 lettere di cui è composto questo volume sono state lette in tutte le regioni italiane, facendo incontrare i magistrati di ogni capoluogo italiano con gli studenti che quelle lettere le avevano scritte. La prefazione a questo volume è del Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Giovanni Legnini, che ha voluto sottolineare come le lettere raccolte “ci consentono di osservare, da uno speciale punto di vista, la percezione diffusa tra i giovanissimi della funzione e della vita dei Magistrati italiani. Si stratta di testi – prosegue Legnini – scritti da ragazzi e ragazze delle scuole medie, dal sud al nord del paese, che ci sollecitano a riflettere sulla figura del giudice, sulla sua identità e funzione nell’ordinamento e nella società, sulla sua vita personale e famigliare”. “La particolarità di questi scritti – ha chiarito Nadia Mazzon, direttore generale dell’associazione Cultura&Solidarietà – sta negli autori. I giovani spesso paragonano i magistrati a degli eroi, senza però abbandonare la spontaneità propria della loro età, che li porta ad essere curiosi, anche con accenni graffianti…”  

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