La gallina dai rifiuti d’oro

Le società di gestione delle discariche e degli altri impianti guadagnano cifre enormi. Basta pensare che lo smaltimento di una tonnellata di rifiuti in discarica al gestore costa al massimo 30-40 euro, tra dipendenti e altri oneri di gestione

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Qualcuno una volta per tutte dovrebbe fare una seria verifica sui conti e sugli utili di certe Società. Come funzionano taluni impianti, quali rifiuti smaltiscono e da dove provengono. Intanto ogni anno i gestori di discariche si spartiscono una torta di circa 200 mila tonnellate di rifiuti. E’ l’equivalente di 40 milioni di euro, tutti a carico dei cittadini

Sembra un gioco da ragazzi

Basta fare una società con 10 mila euro di capitale o rilevarne una in cessione, mettere insieme due amici, o quattro parenti stretti. Ottenere le iscrizioni agli albi di categoria e mettersi sul mercato succulento dei rifiuti. In pochi mesi o pochi anni porti a casa una barca di soldi. Il mercato, però, è un campo minato. Devi stare attento a come ti muovi. Non sai chi c’è dietro quella società o quell’amministratore. Non sai chi sponsorizza tizio o caio. Ma sai che se non trovi appoggi politici, forse non vai da nessuna parte. Quello dei rifiuti è un grande affare in Basilicata. Immaginare che nell’impasto dei giochi di gestione la politica non c’entra, è davvero difficile. Assunzioni, soldi e consenso, sono le parole chiave di un sistema che si autoalimenta e che in molti casi si autocontrolla.

Con tutti i rischi ambientali e di salute per le popolazioni. Come funziona sul piano della sicurezza e della salubrità l’intero sistema, che specula sull’emergenza rifiuti reale o presunta, costruita da decenni di incapacità (o furbizia)  politica, bene non si sa. Sappiamo di certo che la spazzatura è un grande affare per alcuni e una croce per tutti i cittadini. E’ davvero stupefacente assistere a società di gestione, che hanno una responsabilità limitata, con un capitale irrisorio di poche migliaia di euro, che gestiscono fatturati milionari, senza rischiare alcunché.

Meno rifiuti più discarica, il paradosso lucano

A livello nazionale, nel 2010, sono stati avviati in discarica circa il 46% dei rifiuti prodotti, con un meno 2% rispetto all’anno precedente. In Basilicata, lo smaltimento in discarica è cresciuto del 4% (e siamo la regione dove si producono meno rifiuti). Bisognerebbe verificare, inoltre, se quanto arriva in discarica subisce un trattamento preliminare. In Basilicata, nel 2008 sono state prodotte 280mila ton. di rifiuti urbani, smaltito in discarica l’80%; nel 2009, prodotte 225mila ton., smaltito in discarica il 79%; nel 2010, prodotte 221mila ton., smaltito in discarica l’83%, cioè 185mila tonnellate. Anche se diminuisce la produzione di rifiuti, aumenta l’uso della discarica.  In Basilicata, la quota pro-capite di rifiuti urbani smaltiti in discarica (sul procapite dei rifiuti prodotti), nel 2010, è  poco meno di Kg. 320/ab/anno sui Kg. 377/ab/anno.

Ma quali sono queste società che gestiscono la gallina d’oro dei rifiuti?

In forma di esempio, siamo andati a guardare nelle carte pubbliche di alcune società di gestione.  Biosistema s.r.l. è una società di Lauria costituita con un capitale sociale di 10.400 euro suddiviso tra poche persone che portano lo stesso cognome, Papaleo,  con un’età media di 39 anni. Ha un totale medio dichiarato di 6 dipendenti al 30 giugno 2011. Costituita nell’agosto del 1997, lavora da alcuni anni nel campo del trattamento e smaltimento dei rifiuti. Gestisce la discarica di Lauria e alcuni depuratori.

Ageco s.r.l. con sede legale a Tito, costituita il 29 novembre 2005 con un capitale sociale di 100 mila euro. Socio unico e amministratore unico Giovanni Agoglia. Al 30 giugno 2011 dichiara un totale medio di 41 dipendenti. Lavora con l’Acta di Potenza, con alcuni comuni della zona del Melandro e gestisce attraverso la B&B Eco di cui è socio di maggioranza, il sito di trasferenza di Tito.

La B&B Eco s.r.l. si è costituita il 21 marzo 2005 con sede legale a Tito. Ha un capitale sociale di 15mila euro, 2 soci tra cui Ageco con il 70% del capitale.  La B&B dichiara un totale medio di 3 dipendenti al 30 giugno 2011.

Ecological systems s.r.l. costituita a Muro Lucano il 24 febbraio 1988 con un capitale sociale di 94.501,20 euro. Ha due soci, Gerardo Farenga, amministratore unico e Vito Mariani socio al 50%. La società ha un numero totale medio dichiarato di 111 dipendenti. Lavora nel Lagonegrese, nel Marmo Melandro e a Potenza.

Geo-s s.r.l. costituita il 2 aprile 1998 a Colobraro, con una capitale sociale di 26mila euro. Presidente della società è Vincenzo Crispino mentre l’amministratore delegato è Domenico Lucarelli, l’altro socio è Francesco Angrisano detentore della quota di maggioranza. La società dichiara un totale medio di 37 dipendenti. Lavora nel Lagonegrese e nel Materano.

La Co.par.m s.r.l. di Ferrandina, costituita il 27 ottobre del 1977 con 322.400 euro. Socio di maggioranza nonché amministratore unico è Carmine Aliuzzi. La società dichiara un totale medio di 52 dipendenti. Queste sono alcune delle società in campo in Basilicata sulla gestione dei rifiuti. C’è anche il Consorzio Seari, la società consortile TEP , la società Avvenire s.r.l. e la Castellano Costruzioni Generali s.r.l. E poi, La.eco s.r.l. di Pietragalla. La Semataf  nel Materano. E poi il Gruppo Iula a Ferrandina. Tecnoparco a Matera.

Quanto incassano e come si fa a prolungare l’incasso nel tempo

Le società di gestione delle discariche e degli altri impianti guadagnano cifre enormi. Basta pensare che lo smaltimento di una tonnellata di rifiuti in discarica al gestore costa al massimo 30-40 euro, tra dipendenti e altri oneri di gestione. Incassano da 100 a 200 euro a tonnellata. Una discarica con una capacità di 25mila tonnellate con un conferimento di 5mila tonnellate l’anno, incassa fino ad esaurimento dei volumi circa 5milioni di euro. Troppi soldi. E quando la discarica ha esaurito i volumi, ecco che arriva la solita ordinanza che impone l’ampliamento dell’impianto o il trasferimento in altro sito. Stesso gestore naturalmente. Sull’onda dell’emergenza sono quasi scomparse le gare d’appalto. Ormai il sistema è consolidato e tarato su un certo numero di imprese. Qualcuna di queste imprese sembra faccia molte donazioni a parrocchie, fondazioni, istituti di beneficienza. Bene. Qualcuno una volta per tutte dovrebbe fare una seria verifica sui conti e sugli utili di queste società. Ma non c’è da sperare molto, considerato che ben altre verifiche spesso non vengono effettuate seppure segnalate da cittadini o dalle organizzazioni ambientaliste. Le verifiche su come funzionano questi impianti, su quali rifiuti smaltiscono e da dove provengono. Intanto ogni anno le società di gestione degli impianti si spartiscono una torta di circa 190 mila tonnellate di rifiuti. E’ l’equivalenza di circa 40 milioni di euro in 12 mesi, tutti a carico dei cittadini.

Sarà vero?

Oltre la vicenda dei rifiuti solidi urbani che finiscono in discarica, esisterebbe un’altra questione. Si tratta dei rifiuti speciali, industriali e anche tossici che giungerebbero in Basilicata da più parti. Ma questa è un’altra storia. Una storia tutta da verificare. Ma alcune nostre fonti insistono su un certo giro, una giostra dei rifiuti che suona la musica dell’illegalità. “Il percolato proviene da Napoli. Le bolle finiscono a Milano, Torino, Firenze, Roma, Bari, e altre città. Poi arrivano a Matera. Con questa procedura si perde la traccia dei rifiuti o quanto meno diventa difficile, se non impossibile,  riuscire a capirne la provenienza.

A Matera c’è un’agenzia che “ripulisce” la provenienza. “Dietro tutto sto giro dovrebbe esserci la camorra.”  Un altro metodo  che utilizzano per smaltire i rifiuti è questo: i tir sversano rifiuti dove capita per 3/4 del carico. Dopodiché  riempiono di acqua il tir e si recano a …… Qui il rifiuto è quindi meno tossico per cui pagano per lo sversamento una cifra pari a y tonnellate per x tossicità rifiuto (che è stata abbassata con la procedura prima descritta). Alla fine dei conti pagano poco per il trattamento.” Il circuito interesserebbe la Basilicata come territorio “strategico” per gli affari di questa gente.

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