Petrolio, 200mila barili al giorno dalla Basilicata

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    “Duecentomila barili al giorno” è la quantità massima di petrolio che può garantire la Basilicata. Lo ha detto il governatore lucano a margine dell’ultimo consiglio regionale. La proposta di legge sarà lanciata anche a Roma con l’intercessione dei parlamentari lucani. Qualcosa però non torna. 

    Se 85mila sono i barili oggi estratti in Val d’Agri (dati Eni) e se con i nuovi 8 pozzi (tra cui il contestatissimo pozzo Pergola 1 di Marsico Nuovo,) si arriverà a quota 110 mila (sempre dati Eni), la cifra è ancora lontana. Mettiamoci i 50mila che prevede di estrarre la Total con la concessione Tempa Rossa nella Valle del Sauro. Comunque rimaniamo lontani da quei “200mila”. Sembra quasi aprire la strada alle compagnie, il presidente; consciamente o inconsciamente. Ma non è la sua ‘buona o cattiva fede’ il punto. Il punto è che già oggi (con 85 mila barili al giorno) le acque di scarto petrolifero del Centro Oli di Viggiano, stanno appestando il fiume Basento a causa di un presunto ‘cattivo smaltimento’ che chiama in causa anche l’azienda Tecnoparco che smaltisce quei reflui. E’ la pista su cui sta lavorando l’Antimafia di Potenza. I terreni attorno al Basento, nel frattempo, già oggi restituiscono solo frutti amari. Nella Val d’Agri l’agricoltura sta morendo. Nella Valle del Sauro idem. Immaginiamo che ci sia un raddoppio delle attività petrolifere e quindi delle acque da smaltire. Altro fetore. Altri veleni e altri pesanti business di smaltimento. Una spirale putrescente che il territorio non sarà in grado di reggere. Il quadro si fa desolante. E il presidente Pittella non venga a raccontare che, come Basilicata, “dobbiamo far vedere all’Italia che sappiamo utilizzare il petrolio”. All’Italia di come la Lucania gestisce il petrolio o di come i lucani si intossicano quotidianamente non gliene frega niente. L’Italia è assetata del nostro oro nero. Lo ha dimostrato prima Monti, con il Piano energetico nazionale e con la legge sulle liberalizzazioni. E l’ha dimostrato il Governo Letta, a settembre, col decreto attuativo del Memorandum. Si chiede uno sforzo aggiuntivo alla Basilicata. Si chiede di “estrarre” per il bene dell’Italia. Il titolo V voluto da Renzi, le ultime sortite del ministro Guidi, e la competenza energetica che entrerà definitivamente nelle mani del Governo, sono solo gli ultimi tasselli. Tra qualche mese il mosaico sarà completo. E starà ai lucani decidere: la definitiva colonizzazione e devastazione del territorio, o scendere finalmente in piazza? Quanto alla capacità di utilizzare il petrolio, la Basilicata ha già dimostrato tutto quello che c’era da dimostrare. Piscine olimpioniche e megaascensori nel deserto. E conti in banca, nei paradisi fiscali, solo per pochi ‘furbetti’ delle royalties! Peggio di noi solo in Libia. E in Kazakistan.

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