Avis Basilicata: cosa aspetta la magistratura a intervenire?

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    Gentili Direttori, sono costretto a tornare sulla notizia di oggi in merito alla nota vicenda dell’Avis Regionale Basilicata. C’è dello sconcerto così come cresce da parte di molti di noi donatori di sangue, la imprescidibile necessità di conoscere la verità dei fatti. Ciò che sta accadendo è simile ad una forma irreale molto vicina ad un incubo vissuto ad occhi aperti. La gravità delle affermazioni che si leggono dalle vostre pagine lascia pensare ad una situazione irreversibile (sono sempre di più i soci donatosi che chiedono ad alta voce le dimissioni di tutto il consiglio regionale attuale e sostituirlo, sic simpliciter, cosi come si dovrebbe fare in prospettiva per tutto quel personale infedele eventualmente corresponsabile di questo sfacelo, non sarà e non è cosa facile in tempi brevi). Talune scelte non si possono prendere da soli per cui mi viene spontaneo di pensare come possa essere accaduto che tutto il consiglio regionale Avis, in sodalizio tra loro, abbia potuto carpire la buona fede di un’assemblea di soci (persone fisiche e persone giuridiche) che, più volte ed in diverse assemblee, esprimendo il voto favorevole ai bilanci sotto osservazione, hanno avallato scelte che oggi sono sotto la lente d’ingrandimento sia della pubblica opinione e si spera, davvero in tempi brevissimi, della magistratura. Una piccola valutazione di merito: Mi chiedo cosa stia aspettando la magistratura a prendere quei provvedimenti cautelari e cautelativi atti a scongiurare la definitiva deriva di una nave che sta affondando? Ricordo a me stesso che l’Avis Regionale Basilicata, da diversi anni, è gemellata con la Guardia di Finanza. Ebbene, se io fossi al posto del deposto De Asmundis, aprirei le porte alle Fiamme Gialle e con fiducia mi affiderei alla loro professionalità per fugare ogni dubbio di illecito penale ed amministrativo. Chi meglio della Guardia di Finanza, facendo le pulci ai bilanci degli ultimi anni, può garantire la trasparenza e la veridicità delle poste oggetto oggi di contestazione? Una cosa voglio dire agli attuali dirigenti in carica: La fiducia degli avisini Potentini, e non solo, nei vostri confronti è definitivamente venuta meno. Restare cui protest? A chi giova? La prova sono il calo delle donazioni e dei donatori. Questa lotta fratricida sta nuocendo non solo all’AVIS in quanto tale ma, agli ammalati in quanto tali. Non so fino a quanto potremo reggere l’urto del calo delle donazioni. Sono, personalmente, a conoscenza di gesti eroici di miei colleghi donatori di Potenza che hanno raccolto il mio appello e malgrado tutto si sottopongono, nel rispetto dei protocolli medico –legali, a più turni di aferesi pur di sostenere i pazienti affetti da leucemia. Questo dato mi conforta e lo riferisco a chi, ancora oggi, non ha mai donato una sola sacca di sangue e la tessera associativa non me l’ha mostrata così come pubblicamente il, 22 luglio scorso, ho chiesto in quell’assemblea della comunale di Potenza fatta da pochi intimi (già questa espressione la dice lunga sul rispetto che taluni psdeudo dirigenti regionali hanno dei donatori di Potenza che legalmente sono stati convocati per esprimere il loro voto in merito all’espulsione) che legittimamente chiedevano di sapere la verità sulla gestione della loro associazione. Si, 50 soci effettivi e tutti donatori attivi con tanto di tessera valida ed efficace, hanno deciso di espellere qualcuno che probabilmente la tessera di socio non l’ha mai avuta, cosa ancor più grave che, con molta probabilità, non ha mai versato una sola goccia del suo sangue e questo la dice lunga sul perché certe cose accadono. Viene da domandarsi: allora come ha fatto, in questi dieci anni circa di attività di “volontariato”, a ricoprire tutte quelle cariche di cui si vanta di possedere? Mi sorge il ragionevole dubbio che probabilmente, se fosse vera la circostanza del mancato rilascio della tessera associativa (sia essa di socio effettivo e/o di collaboratore), la pronunciata espulsione dell’assemblea validamente e legalmente convocata nel rispetto delle norme statutarie, non abbia valore, per qualcuno, poiché non si può espellere, un socio, se questo socio non ha mai fatto parte, legalmente e validamente, dell’associazione. Basterebbe avvallare e/o validare questa circostanza ed il caso sarebbe chiuso, come lo sarebbe, per tutti quelli che attualmente, con molta probabilità, siedono da anni in consiglio regionale senza una tessera valida. Fare un passo indietro, a questo punto, sarebbe un gesto di grande rispetto nei confronti dei soci donatori effettivi e, di grande umanità, nei confronti dei malati Lucani e non solo.

    Vito Mariano Ferarra, Socio effettivo Avis Potenza, già Vice Presidente Avis Potenza

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