La strada Oraziana costruita in soli 120 anni. Un record mondiale

Raffaele Ciasca, Giustino Fortunato, Monsignor Emanuele Virgilio, potrebbero perdere la pazienza e rivoltarsi nella tomba. Cento milioni di euro sono troppi per tagliare un nastro

La storia della strada “Oraziana”, che dovrà collegare finalmente Venosa con la Potenza-Melfi in tempi decenti e in condizioni più civili, è lunga 120 anni. Emblema del disastro infrastrutturale che caratterizza la Basilicata fino ai giorni nostri. Sintomo persistente di quella miscela di incapacità e cinismo delle classi dirigenti che hanno bucato il calzino senza mai rivoltarlo.

Era vivace il dibattito (e la polemica) sul periodico “Quinto Orazio Flacco”, sul finire del secolo diciannovesimo, quando il giornale venosino attaccava senza mezzi termini le autorità pubbliche per le condizioni disastrose della mulattiera Ripacandida-Ginestra e del tratto che conduceva a Venosa. Da allora, c’è voluto oltre un secolo per una risposta più o meno decente.

Negli anni 80 del secolo successivo si affacciò una soluzione piuttosto economica ma accettabile: rifacimento dell’intero tratto originario per 800 milioni di lire. Ma i politici dell’epoca pensavano in grande. Preferirono un progetto più ambizioso, un manto stradale più ampio, una riduzione della percorrenza Venosa-Rionero di almeno 15 minuti. E così passano altri 40 anni. Quella strada mai realizzata diventa oggetto di dibattito e promesse nelle campagne elettorali. Tutti, nessuno escluso, hanno promesso dai palchi la realizzazione immediata di quell’infrastruttura. Progetti, varianti, appalti, ricorsi, ombre della magistratura sulla gestione dei lavori, costi lievitati come il crescente dimenticato nella madia. E infine i nastri, tagliati ora da quello ora da quell’altro per ogni tratto concluso, magari anche da rifare, come è capitato per la galleria di Ripacandida.

Politici posatori, sforbiciatori di fiocchetti tricolore, si sono alternati negli ultimi 10 anni. Ma i cittadini sono ancora lì che aspettano. Mancano poche settimane all’apertura definitiva di tutto il percorso, ci dicono. Bene.

Attenti però, perché se la manutenzione è quella a cui abbiamo assistito negli ultimi anni sul tratto già concluso Rionero-Ripacandida, quella strada ci costerà due volte l’ira di Dio e tra meno di un paio di anni, tra una nevicata e una pioggia, tornerà ad essere una mulattiera. Costosissima mulattiera.

Raffaele Ciasca, Giustino Fortunato, Monsignor Emanuele Virgilio, potrebbero perdere la pazienza e rivoltarsi nella tomba. Cento milioni di euro sono troppi per tagliare un nastro.