Questo Paese meriterebbe una élite migliore

De Sarlo sul report settimanale dal titolo “Di quanto è diminuita la nostra ricchezza dal voto di marzo?” pubblicato dalla Fondazione David Hume

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Non c’è nulla che renda più evidente il rancoroso livore che l’élite intellettuale, tecnocratica ed economica italiana prova per questo governo, del report settimanale dal titolo “Di quanto è diminuita la nostra ricchezza dal voto di marzo?” pubblicato dalla Fondazione David Hume (http://www.fondazionehume.it/economia/aggiornamento-7-dicembre/)

Stupisce che una Fondazione con firme prestigiose come Ostellino e Ricolfi ricorra a simili mezzucci di propaganda spiccia con una operazione intellettualmente disonesta e che nega la mission stessa della Fondazione.

Nel report si evidenziano le perdite teoriche del valore dei titoli di stato e della borsa in Italia. Teoriche perché queste non sono reali finché non si vendono i titoli. Ma non è questo il punto poiché comunque le quotazioni esprimono una valutazione di mercato di un patrimonio ad una data di rilevamento. Un dato utile se usato nei termini corretti.

È un report intellettualmente disonesto perché:

Primo. Il rendimento dei titoli del debito pubblico, e l’andamento dei mercati in genere, dipende da vari fattori, spesso derivanti da situazioni dell’economia mondiale, ed è impossibile isolare dagli andamenti contingenti quanto deriva dalle politiche di governo e quanto da altri fattori, soprattutto nel breve periodo.

Secondo. Da un punto di vista metodologico l’andamento attuale andrebbe confrontato con altri periodi di simile turbolenza. Ad esempio durante il governo Monti, quando lo spread schizzò alle stelle e la borsa e i titoli pubblici ebbero un tracollo. Peraltro Monti ereditò un rapporto Debito / PIL al 115% e lo lasciò al 123%. O, sempre ad esempio, nel periodo del governo Berlusconi 2008 – 2011.

Terzo. Il Q.E. di Mario Draghi ha influenzato, e influenzerà, le dinamiche dello spread dei titoli pubblici verso il bund tedesco, che possiamo assumere come un indice di rischiosità/vulnerabilità della nostra economia vs le altre economie e in particolare quella tedesca che si ama prendere a riferimento. Se aumenta lo spread diminuisce il valore dei titoli in portafoglio, e viceversa. Tra le altre cose il modus operandi della BCE non è soggetto a nessun controllo democratico e pubblico e quindi dobbiamo credere sulla ‘fiducia’ che lo spread non venga manovrato per fare pressioni sul/sui governi.

Quarto. Ci si dimentica sempre di dire quale sia la causa strutturale, e non contingente, dello spread con le altre economie. Sono le cause strutturali dello spread a rendere vulnerabile la nostra economia. Questa risiede nel differenziale, se si parla dello spread con il bund tedesco, tra i fondamentali della economia tedesca e quella italiana.

Ne riepilogo alcuni…

potrei continuare.

Devo però aggiungere che tutti gli indicatori mostrano una divergenza progressiva tra le due economie a favore della Germania.

Intellettuali del calibro di quelli della Fondazione David Hume dovrebbero chiedersi e chiedere: quale dovrebbe essere il reale spread tra la economia tedesca e quella italiana? Quali governi e quali politiche economiche hanno generato lo spread strutturale tra le due economie? Cosa determina il progressivo allontanamento degli ultimi 20 anni tra la economia tedesca e quella italiana? Di quanto è stato ‘drogato’ lo spread dalla BCE e quale avrebbe dovuto essere il suo reale andamento negli ultimi anni?

Domande che sarebbero utilissime per comprendere gli errori fatti nel passato e stimolare la riflessione pubblica e del governo su cosa fare.

Invece no! Taiani, e gli altri che guardano il report, rispondono immediatamente alla disonestà intellettuale di un report la cui unica finalità è propagandistica e tende a far credere che la causa di tutti i nostri guai sia questo governo che è in carica da pochi mesi.

Peccato! Questo Paese meriterebbe una élite migliore.

Pietro De Sarlo

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