Reati fiscali, maxi sequestro di beni a imprenditore lucano

Dalle indagini emersa "assiduità ed abitualità nella commissione di reati fiscali"

Dopo gli accertamenti coordinati dalla Procura e svolti dal Gico della Guardia di Finanza, il Tribunale di Potenza, sezione misure di prevenzione, ha disposto il sequestro di beni nei confronti dell’imprenditore lucano Michele Cuseo, operante nel settore vitivinicolo, delle costruzioni e del commercio di automobili. Dalle indagini- fa sapere la Procura in una nota- è emersa “assiduità ed abitualità nella commissione di reati fiscali” da parte dell’indagato.

Gli inquirenti dopo avere verificato una sproporzione fra beni, attività economiche, tenore di vita, e redditi, quantificata in circa cinque milioni di euro (il tutto attraverso meticolosi accertamenti patrimoniali che sono stati svolti nei confronti dell’imprenditore, del suo nucleo familiare e dei prestanome dallo stesso utilizzati) hanno richiesto al Tribunale Sezione Misure di Prevenzione l’emissione di decreto di sequestro.

Il provvedimento, disposto in via d’urgenza (sequestro anticipato) dal tribunale stesso ha colpito, oltre ai beni personali di Cuseo, alcune imprese dallo stesso direttamente o indirettamente controllate, e, in particolare, l’intero capitale sociale di una nota cantina vitivinicola del Vultute, il 50% di un’impresa di costruzioni, nonché una serie di beni mobili e immobili e conti correnti facenti capo, direttamente o indirettamente all’uomo.

Il Tribunale ha disposto che le attività economiche sottoposte a sequestro siano gestite da un Amministratore Giudiziario, sicchè non vi sarà alcuna interruzione o sospensione nelle attività d’impresa.

Il decreto di sequestro, emesso a seguito di complesse attività d’indagine e di accertamenti patrimoniali dal G.I.C.O coordinato dalla Procura di Potenza, rappresenta il risultato di una nuova strategia di contrasto patrimoniale alla criminalità (non solo mafiosa, ma, anche economica, come nel caso di specie) che negli ultimi mesi è stata prima studiata e poi attuata dalla Procura di Potenza in sinergia con le forze di polizia giudiziaria del Distretto.