Giovanni, 35 anni e la sua vita da raccomandato

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    Dura la vita da raccomandato? Forse per qualcuno, ma non per tutti. C’è chi, come Giovanni, tutto sommato non si pente d’essere stato segnalato per entrare a lavorare. Giovanni (mi ha chiesto di usare un nome di fantasia perché altrimenti in tribunale tutti saprebbero che è un raccomandato), ha 35 anni, è un funzionario del Palazzo di Giustizia di Lagonegro. Molti suoi coetanei sono alle prese con precariato e disoccupazione, lui dorme sonni tranquilli. Neanche i paventati tagli dei piccoli tribunali lo turbano più di tanto. Sa che come andrà andrà nessuno lo potrà mandare a casa. Magari sarà trasferito da qualche altra parte. Si vedrà.

    Ti senti un privilegiato?

    Forse. Non è che ci pensi poi tanto.

    Si ma almeno ti rendi conto di avere avuto la fortuna del posto sicuro ad un’età in cui oggi di sicuro non c’è più niente?

    Ma diciamo di sì. Però nemmeno posso flagellarmi perché ho un posto fisso a 35 anni.

    Si ho capito ma non ti vergogni nemmeno un po’ di come hai ottenuto questo posto?

    E perché dovrei vergognarmi? Se non lo prendevo io lo prendeva qualcun altro.

    Allora Giovanni facciamo un passo indietro. Sei laureato?

    Si. In giurisprudenza.

    Da quanti anni lavori?

    Sette.

    Perché non ti vergogni a raccontare che per entrare a lavorare sei stato raccomandato?

    Allora, non è che lo vado sbandierando a destra e a manca. Sono consapevole che questa cosa meno si sa è meglio è per me. A te ho deciso di raccontarla solo perché ti conosco e so che manterrai la più totale discrezione. Mi hai chiesto di farci questa chiacchierata e ho accettato. Guarda a me non importa di come sono entrato a lavorare. L’importante è che ci sono entrato. E non mi importa del tuo giudizio.

    Alla faccia di chi non riesce a trovare nemmeno un lavoro a termine!

    E che devo fare flagellarmi perché altri non riescono a trovare un lavoro!

    Per carità! Visto che non hai problemi a parlare di questa cosa mi dici chi ti ha raccomandato?

    Il nome non te lo farò nemmeno sotto tortura. Posso dirti però che mio padre, appena mi sono laureato, ha contattato un caro amico chiedendogli di trovarmi una sistemazione.

    E dopo quanto tempo “sei stato sistemato”?

    Dopo sei mesi dalla laurea. Nel frattempo sono passato anche io per l’esperienza di lavoratore precario. Ho fatto dei corsi di formazione per la Provincia di Potenza.

    Ma tu che volevi fare da grande?

    Lavorare

    Si ma avevi un sogno da realizzare?

    Si quello dello stipendio a fine mese. Mio padre trenta anni e passa fa ha avuto il posto fisso statale. Mia madre anche lei impiegata pubblica. A casa nostra è sempre entrato lo stipendio dello Stato. Che vuoi che ti dica che volevo fare l’avvocato per questo ho studiato giurisprudenza? Mai avuta questa aspirazione.

    E già ti piace vincere facile?

    Io non rubo niente a nessuno.

    Si ma al tuo posto poteva esserci un’altra persona magari con più merito e titoli

    Si, può essere. Ma non mi va di prendermi colpe che non ho. E’ il sistema che funziona così. Io ne ho solo approfittato.

    Che ti hanno chiesto in cambio della raccomandazione?

    Secondo te? Piaceri vari, voti.

    Allora ti ha raccomandato un politico?

    Di sicuro non un salumiere

    Anche il salumiere ha il suo potere e la sua dignità

    Non lo metto in dubbio. Ma la sera quando me ne vado a letto non devo pensare a quanto ho incassato nel corso della giornata. Il salumiere sì

    Si ma il salumiere è libero di non dover dire grazie a nessuno. La libertà cos’è per te?

    Poter vivere bene. Ti spiego: io con lo stipendio fisso mi posso permettere di programmare la mia vita. A 37 anni mi diverto grazie al mio lavoro.

    E il dover dire per tutta la vita “grazie” a qualcuno?

    E chi ha detto che è così? Ringraziare va bene ma non per sempre. La mia famiglia ha ripagato ampiamente chi mi ha aiutato a trovare il lavoro

    Raccomanderesti tuo figlio?

    Se ne avessi la possibilità sì.

    Ma tuo padre ti ha chiesto se volevi essere raccomandato?

    E che c’era bisogno di chiedere? Forse non ti rendi conto che in ballo c’era il mio futuro. Non volevo mettermi in coda come gli altri. Avevo la possibilità e l’ho colta. La vita è così.

    Ti stai giustificando. Ma hai mai pensato se non avessi avuto la raccomandazione cosa avresti fatto?

    Probabilmente oggi sarei ancora in giro a cercar lavoro.

    Quanti dei tuoi amici sono precari o senza lavoro. E cosa pensi di loro che sono fessi?

    Cinque su 8 sono quelli che non hanno ancora un posto fisso. Due fanno la professione libera. Penso che perdono i migliori anni della loro vita a trovare una occupazione.

    Il messaggio che stai dando non è bello. Cosa diresti ad un giovane in cerca di occupazione?

    Di arrangiarsi come può.

    Cinico e beffardo fino alla fine

    Realista. Solo realista.

    Giovanni ti auguro di perdere per strada un po’ di realismo e riscoprire un po’ di ideali

     

     

     

     

     

     

     

     
     

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