Paziente legato al letto per 14 giorni nell’ospedale di Potenza foto

Le foto choc scattate dai familiari che denunciano : “Contenzione applicata senza consenso”. Ricoverato tra giugno e luglio 2017 per 15 giorni. “Quindici giorni di inferno"

Perché lo hanno legato? Non sarebbe un caso isolato

La contenzione, in quanto atto medico, necessita sempre di prescrizione medica che, per essere valida, dovrà essere preceduta dal consenso informato. Solo in questo modo la contenzione assumerà dignità propria. E’ chiaro, quindi, che la contenzione rimane una pratica illegale, laddove applicata senza il consenso del paziente oppure dei familiari. In questo caso, che non sembra l’unico, la circostanza è aggravata dal fatto che non v’è traccia della prescrizione e quindi dei motivi della contenzione fisica, nella cartella clinica. I familiari non sono stati informati, né a loro è stato chiesto il consenso. Altri pazienti sarebbero stati legati, nello stesso reparto, senza alcun consenso. Sembrerebbe una pratica di consuetudine, adottata sulle persone anziane. Alla faccia della Costituzione, dei diritti umani, dei codici deontologici.

Perché nascondere la contenzione fisica?

Va detto, prima di ogni cosa, che la contenzione non è mai un processo statico, ma sicuramente di tipo dinamico: la rivalutazione del processo, sia nel perseguimento dei suoi obiettivi (mettere in sicurezza il paziente e gli altri), sia nei suoi standard procedurali, va affrontato e rivisto periodicamente. Nella cartella clinica non v’è traccia. Silenzio. Occultamento. Perché? Possibile che nessuno del personale medico e paramedico di quel reparto abbia avuto sentore di questa pratica di “contenzione facile”?

Ipotizziamo due ragioni per cui la contenzione fisica sembrerebbe essere, in quel reparto, metodica abituale di accadimento: a) è un’implicita risposta alle necessità istituzionali (mancano gli infermieri e quindi non è possibile accudire degnamente i pazienti che, legati, “danno meno fastidio”; b) consapevole ed esplicita violazione dei codici deontologici, della Costituzione, del Codice penale, per pura negligenza o superficialità o pigrizia.

Ci auguriamo che, se davvero la contenzione fosse una pratica consuetudinaria, siamo di fronte alla prima motivazione. Il che non giustifica nessuno. Anzi, la posizione di garanzia rivestita dal sanitario pubblico costituisce espressione dell’obbligo di solidarietà garantito dalla Costituzione, funzione che gli conferisce addirittura l’obbligo giuridico di intervenire sancito dall’articolo 40 del Codice penale secondo il quale “non impedire un evento che si ha l’obbligo di impedire equivale a cagionarlo”.