Acqua potabile nel Metapontino, “allarmismo infondato?”

Rospi (M5S): "Anomala la discordanza tra le analisi eseguite dalla società Acquedotto Lucano e Arpab"

Nei giorni scorsi le comunità lucane di Policoro, Nova Siri, Scanzano Jonico, Bernalda e Montescaglioso sono state interessate da un’emergenza idrica che è durata circa una settimana: i sindaci si sono visti costretti ad emanare ordinanze di divieto di uso di acqua potabile, essendo stati riscontrati valori di Trialometani (THM) oltre i limiti prescritti dal Decreto Legislativo n. 31/01 e s.m.i.

Situazione però alquanto anomala a causa della discordanza tra le analisi eseguite dalla società Acquedotto Lucano, la società che si occupa della gestione del servizio idrico integrato in Basilicata, e Arpab, ‘Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Basilicata.

A tal proposito occorre sintetizzare quanto accaduto: l’Arpab, preposta al monitoraggio e al controllo dei fattori di rischio per la protezione dell’ambiente, il 17 aprile scorso, effettuata la valutazione del rischio di cui al punto 1 art. 10 del D. Lgs anzidetto, ha segnalato all’Azienda Sanitaria Locale di Matera il superamento dei limiti dei trialometani (THM) nell’acqua in uscita dai due serbatoi di Policoro. Il 19.04.2018 la stessa Arpab ha segnalato il superamento dei limiti dei trialometani (THM) nell’acqua in uscita dai serbatoi a servizio delle località di Nova Siri, Scanzano Jonico, Metaponto di Bernalda e Case Sparse in agro di Montescaglioso. L’Azienda Sanitaria Locale ha comunicatoa alle amministrazioni interessate la non potabilità dell’acqua, le stesse, accogliendo la comunicazione, hanno ordinato alla cittadinanza il divieto all’uso e consumo dell’acqua pubblica a scopo potabile.

Negli stessi giorni Acquedotto Lucano ha eseguito le analisi, confermando però valori dei trialometani sotto i limiti prescritti dalla normativa vigente..

Il 21 aprile poi sono stati prelevati campioni di acqua potabile con medesime modalità e nello stesso istante ed i risultati hanno confermato ancora un’elevata difformità; le analisi di AL proponevano valori di THM nei limiti di legge, mentre l’ARPAB segnalava ancora valori elevati.

Situazione che ha chiaramente destato molta preoccupazione e disagio nella popolazione, costretta ad acquistare acqua minerale e/o rifornirsi presso le autobotti messe a disposizione della società Acquedotto Lucano. C’è da aggiungere altro: Acquedotto Lucano ha commissionato le analisi anche ad altri due laboratori di prova accreditati, i quali hanno riscontrato entrambi livelli di THM inferiori ai limiti di legge, con il risultato finale che 3 laboratori hanno proposto dati conformi, mentre uno, quello dell’Arpab, ha segnalato valori elevati. Il tutto ha comunque comportato per Acquedotto Lucano dispendiose operazioni di svuotamento e pulizia dei serbatoi, con spreco di migliaia di metri cubi di acqua. E intanto la popolazione dei comuni interessati, in preda al panico tra informazioni distorte e “indicazioni” contrastanti, ha assalito le attività commerciali per acquistare la nostra acqua minerale, negli anni venduta alle multinazionali.

Nuovi campionamenti sono stati poi eseguiti lunedì 23 aprile dall’Arpab e le successive analisi hanno permesso di riscontrare, nella circostanza, livelli sotto i limiti di legge.

Emergenza dunque rientrata, ma rimane il dubbio, soprattutto nella popolazione interessata dalle varie ordinanze sindacali. Perché le analisi ARPAB hanno riscontrato valori elevati rispetto alle analisi di altri tre laboratori? E come mai poi, magicamente e dopo quello che sarebbe risultato un infondato allarmismo, i valori sono rientrati nella norma? Considerando tra l’altro che Acquedotto Pugliese (AQP), negli stessi giorni dell’emergenza, ha effettuato misurazioni a Ginosa – contrada “Marinella”, punto di stacco tra AL e AQP, dove arriva la stessa condotta che fornisce i comuni lucani della costa Jonica, ed ha riscontrato valori inferiori ai limiti di norma, più di qualche dubbio sorge. Qualcuno avrà sbagliato metodologia di misurazione o il problema è a monte, nella diga di Montecotugno, invaso che oltre alle utenze irrigue, alimenta anche quelle potabili di Basilicata e Puglia? Certo è che un Ente Regione, che in primis dovrebbe tutelare la salute dei cittadini e preservare l’ambiente, dovrebbe avvalersi di validi e qualificati “partner”

Approfondirò la questione sui tavoli regionali e nazionali, la tutela dei cittadini deve essere l’obiettivo primario da tutelare”.

GIANLUCA ROSPI – PORTAVOCE M5S CAMERA DEI DEPUTATI

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