Balvano, a processo sindaco ed ex Giunta per appalto della cava

Contestato l'abuso d'ufficio nell'ambito di un'indagine sull'affidamento del sito di proprietà del Comune

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Il sindaco di Balvano, Costantino Di Carlo e l’ex giunta comunale sono stati rinviati a giudizio dal gup del Tribunale di Potenza, Verrastro, per abuso d’ufficio nell’ambito di un’indagine su un appalto per l’affidamento della cava “La Pedicara”, di proprietà del Comune, di cui ci siamo occupati in un’inchiesta pubblicata sul nostro giornale. Oltre a Di Carlo andranno a processo l’ex vice sindaco Domenico Teta (attuale consigliere di maggioranza), Francesco Pacella (ex assessore all’epoca dei fatti e attuale assessore) Saverio Quagliata (ex assessore comunale). 

I fatti. Nel marzo 2003 con una delibera il Comune rinnova il contratto di fitto con la ditta Cava La Pedicara di Santagata Gerardo snc. Con Sentenza n. 51/2012 il Tar Basilicata annulla sia il contratto sia la delibera. Il Tribunale amministrativo, su istanza di una ditta concorrente, impone il rispetto della legge, e cioè che bisogna affidare la Cava attraverso una procedura di evidenza pubblica. Nonostante il contratto fosse stato annullato dal Tar, il 3 aprile 2012 il Comune di Balvano lo rinnovava fino al 19 dicembre 2016. A questo punto il Tribunale amministrativo, su ricorso della ditta concorrente, la D.M. s.a.s., con Sentenza n°406/12 ordina al Comune di Balvano di ottemperare alle statuizioni pronunciate dallo stesso Tar nella Sentenza n. 51/12, e stabilisce che: “Il Collegio concede al Comune di Balvano il termine di 30 giorni dalla notifica o dalla comunicazione in via amministrativa della presente decisione, per l’indizione dell’apposito procedimento di evidenza pubblica, volto a selezionare il concessionario della Cava, di proprietà comunale, (…) prevedendo come unico requisito di ammissione l’iscrizione alla C.C.I.A.A.. Nel caso di inutile decorso del predetto termine è nominato sin d’ora Commissario ad acta il …, il quale nei 30 giorni successivi provvederà ad indire, in sostituzione del Comune, il suddetto procedimento di evidenza pubblica, portandolo a conclusione fino alla stipula del contratto di affitto con la ditta aggiudicataria, previa unilaterale risoluzione del contratto, stipulato il 3.4.2012 tra il Comune di Balvano e la società Cava la Pedicara di Santagata Gerardo e C. s.n.c..”

La gara e la proroga. Dopo un nuovo intervento del Tar il Comune di Balvano il 5 aprile 2013 pubblica il bando di gara. Dopo ben 8 mesi dalla data ultima di presentazione delle offerte (8 giugno 2013) e ben 10 sedute della commissione di gara, finalmente, il 4 febbraio 2014 la gara viene aggiudicata alla ditta “Cava La Pedicara di Santagata Gerardo snc che offriva un canone annuo totale di 240mila euro. 

La Società Cava La Pedicara snc ha vinto la gara, ma chiede una proroga del vecchio contratto, quello annullato dal Tar per due volte. Il Comune di Balvano gli concede la proroga, nonostante la gara e nonostante l’obbligo di stipulare un nuovo contratto in  conformità all’offerta economica di 240mila euro di canone. Perché? Il vecchio contratto prevede un canone di circa 53mila euro. Riepilogando: il Tar l’8 febbraio 2012 annulla il contratto del 2003 e la giunta comunale lo rinnova il 3 aprile 2012; il Tar il 31 luglio 2012 ordina alla giunta comunale la risoluzione unilaterale del contratto stipulato il 3 aprile 2012 e la giunta lo rinnova nuovamente con la delibera n. 36 del 13 marzo 2017.

Il Comune di Balvano anziché adoperarsi per dare corso ad un contratto più vantaggioso per l’ente pubblico, sembra adoperarsi per far risparmiare alla ditta aggiudicataria circa 190mila euro l’anno. Perchè la società “Cava La Pedicara di Santagata Gerardo & C. s.n.c.” vince la gara e, invece di sottoscrivere il nuovo contratto chiede e ottiene il rinnovo di un contratto  che oltre ad essere stato annullato dal Tar sarebbe dovuto essere oggetto “di risoluzione unilaterale” del Comune? Questo lo stabiliranno i giudici al termine del processo che prenderà il via il 27 maggio prossimo. 

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