Basilicata. Il gioco opaco della Lega in Consiglio regionale

Quattro ore di discussione sulla proposta di legge Zullino sul gioco d’azzardo patologico. La maggioranza si spacca. Salvi gli operatori non in regola, ha vinto la lobby

Quattro ore di discussione sulla proposta Zullino – Lega Salvini –  di “Modifiche alla L.R. n.30 del 27 ottobre 2014: ‘Misure per il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico, GAP). Seduta kafkiana del Consiglio regionale ieri 10 febbraio.

Le questioni fondamentali trattate nella proposta sono sostanzialmente tre: riduzione delle distanze dei punti gioco dai luoghi cosiddetti sensibili, il potere di controllo dei Comuni sulle attività di gioco e le fasce orarie di apertura delle sale. Ebbene, queste tre questioni hanno poco a che fare con la prevenzione e il contrasto alla ludopatia. Hanno molto a che fare, invece, con la tutela degli interessi dei titolari dei diversi “punti gioco” sparsi sul territorio.

Su questa proposta di legge, poi approvata, anche se emendata in qualche punto, la maggioranza ha mostrato ulteriori crepe al suo interno. La Consigliera leghista Dina Sileo ha apertamente manifestato disappunto presentando alcuni emendamenti. Uno approvato grazie ai voti del M5S.

È evidente che tutta la partita Zullino l’ha giocata con il sostegno tecnico determinante dell’associazione dei titolari delle sale e dei punti gioco. Un esempio di come funzionano le lobby in Basilicata. Volevano tutelare gli investimenti di chi specula sul gioco, volevano ottenere maglie larghe sulla localizzazione delle sale e lo hanno sostanzialmente ottenuto.

Non spetta certo al Consiglio regionale adottare protocolli di cura e prevenzione delle ludopatie. Tuttavia, l’assise del popolo, potrebbe adottare provvedimenti, seri, per favorire il contrasto alla diffusione di questa grave dipendenza. Ed è proprio quello che non ha fatto.

E non si poteva fare altrimenti in un dibattito che confonde i metri di distanza con la prevenzione della dipendenza da gioco, che confonde il layout dei locali adibiti al gioco con il contrasto alla ludopatia.

Siamo in un campo molto delicato. Che chiama in causa misure e azioni trasversali di lunga durata nel quadro delle politiche per la sanità, per il welfare, per la scuola, per l’occupazione, per la formazione, per i servizi all’infanzia, all’adolescenza, alla famiglia. Che chiama in causa l’efficacia dei servizi sociali e culturali di prevenzione e delle attività di recupero e riabilitazione. Che chiama in causa il contrasto all’espansione criminale in un settore appetibile e molto permeabile alle mafie.

Sodalizi criminali operano nel controllano e nella distribuzione e gestione di slot, video lotterie, video poker e scommesse nelle attività commerciali. Ecco, queste infiltrazioni hanno poco a che fare con le distanze o con la tutela degli investimenti dei titolari delle sale e dei livelli di occupazione nel settore. La relazione di Zullino si è limitata a dire che se infastidiamo con lacci e lacciuoli i titolari delle sale che operano nel pieno della legalità e autorizzate dallo Stato, favoriamo l’espansione dei fenomeni di illegalità. Se rendiamo “complicato” l’accesso al gioco nelle sale autorizzate, la gente potrebbe riversarsi nei luoghi di gioco clandestini e illegali: “perché, tanto la gente gioca lo stesso”.

Tuttavia, perché l’opinione pubblica si renda conto di quanto sia “importante e urgente” questa legge, basta dare un’occhiata alle parole del suo primo firmatario: “Sono soddisfatto di aver salvaguardato 5000 posti di lavoro, garantendo le autorizzazioni degli esercizi concesse prima dell’approvazione della presente legge, perché se non fosse stato così, si sarebbe generata un’inevitabile macelleria sociale.” È chiaro a che cosa serve la legge approvata? Ma leggiamo un altro passaggio: “La Lega non si ferma ad un’analisi superficiale delle cose e, a volte, è necessario prendere anche delle posizioni scomode su temi delicati e impopolari, assumendo un approccio più consapevole e ragionato. La Lega non è vivere di slogan o false promesse da prima pagina, ma è la politica del fare e delle risposte concrete, infatti, con questa legge si vogliono salvare posti di lavoro”. Chi pensava che la Lega fosse solo slogan e propaganda, false promesse e populismo, è libero di ricredersi. Intanto, ieri in Consiglio, gli operatori non in regola con la legge, ora modificata, sono stati salvati. Chi era già piazzato con la sua bella sala giochi a breve distanza da una scuola, ora può rimanerci. La lobby del gioco ha vinto.