Ospedale San Carlo, sindacati: nuove assunzioni per evitare il collasso

Fp Cgil e Cisl Fp: "Addossare le responsabilità alla mancata approvazione dell’atto aziendale è l’ennesimo scarica barile"

Ancora una volta il direttore dell’azienda ospedaliera regionale San Carlo, anziché porre in essere azioni concrete per attivare i servizi che vedono le attività nei fatti ancora bloccate, gioca al rimpallo con la Regione.

L’immobilismo, la mancata programmazione e assunzione del personale sono una responsabilità squisitamente gestionale del management del San Carlo. Provare a scaricare la paralisi dell’azienda ospedaliera regionale sulla mancata approvazione dell’atto aziendale è l’ennesimo tentativo del direttore generale di addossare le propria responsabilità su altri.

Un mese fa denunciammo i rischi che i lucani stavano correndo a causa dei ritardi nella ripartenza delle varie attività ritenute non urgenti, dalle visite specialistiche agli esami diagnostici agli interventi chirurgici, e oggi ci troviamo a dover amaramente constatare come nonostante gli annunci e i numeri snocciolati poco o nulla sia cambiato in queste ultime settimane. Se oggi l’azienda San Carlo si trova in un pericoloso collasso delle attività quasi del tutto ferme, questo è ascrivibile all’incapacità di un management che si trincera dietro alla mancanza dell’atto aziendale quale elemento ostativo, non solo alla mancata piena ripartenza, ma addirittura alle mancate nuove assunzioni.

La diatriba alla quale stiamo assistendo in questi giorni stride fortemente con le reali esigenze della sanità lucana, che necessita, oltre che di una riorganizzazione complessiva che vada nella direzione del potenziamento della medicina del territorio, di una immediata iniezione di personale medico, infermieristico e di oss.

Sono quotidiane le denunce che facciamo sulla carenza di personale dell’azienda ospedaliera San Carlo e dei suoi ospedali territoriali, e purtroppo sono le stesse carenze che denunciavamo anche prima del covid: dalla geriatria alla neonatologia, addirittura chiusa per diversi giorni nell’agosto scorso, dall’ospedale di Melfi, i cui operatori sono in stato di agitazione, all’ospedale di Villa d’agri e Lagonegro per arrivare all’ospedale di Pescopagano, il medesimo comun denominatore.

La carenza di personale che attraversa l’azienda ospedaliera San Carlo e le sue articolazioni è atavica e per questo è ancor più sconcertante che proprio in una fase in cui le assunzioni, oltre che essere necessarie, sono possibili, appare davvero incomprensibile la posizione del dg del San Carlo che le subordina all’adozione del nuovo atto aziendale. E cosa ne è allora delle assunzioni effettuate fino ad oggi? Eppure il medesimo management non si è posto tanti problemi nell’effettuare scorrimenti di graduatorie interne o assunzioni da graduatorie prossime alla scadenza arrivando, in quest’ultimo caso, anche a forzare l’interpretazione delle disposizioni in materia.

Quanto sta accadendo è inammissibile e ci chiediamo quale sia l’interesse di quei paladini che si levano a difendere scelte indifendibili. È giunto il tempo che il presidente Bardi intervenga per mettere fine al rimpallo di responsabilità posto in essere dal direttore generale del San Carlo.

In attesa di dare corso agli interventi sul personale sanitario con i finanziamenti previsti dal decreto rilancio che introduce una deroga generale ai tetti di spesa sul personale per tutto il 2020 e 2021, assegnando risorse per l’assunzione di personale medico sanitario e tecnico oltre che a medici, infermieri, assistenti sociali con contratti di lavoro autonomo, il San Carlo dia piena attuazione al piano triennale dei fabbisogni approvato dalla giunta regionale a dicembre: 317 unità per il San Carlo delle 1049 previste nel comparto sanità; si proroghino i contratti a tempo determinato che scadranno il prossimo 31 luglio, si scorrano le graduatorie disponibili perché la salute dei lucani continua ad arretrare, confinata come nel pieno dell’emergenza pandemica.

Dopo i due mesi di stop nei quali i cittadini che hanno differito le cure o rinunciato a curarsi, anche purtroppo nel caso di patologie oncologiche, c’è bisogno di una risposta del sistema sanitario regionale senza tentennamenti, differimenti e ulteriori ritardi. Una risposta all’altezza della situazioneper soddisfare la richiesta di salute dei lucani.

Non possiamo continuare ad assistere a guerre di posizionamento mentre i lucani vedono aggravare il loro stato di salute e l’emigrazione passiva rischia di aumentare, proprio in una regione che, essendo stata solo lambita dalla pandemia, poteva godere di tutte le premesse, soprattutto in termini di sicurezza, per una pronta ripartenza provando ad essere anche attrattiva per i pazienti di altre regioni.

Giuliana Scarano segretaria generale Fp Cgil

Pasquale Locantore segretario Cisl Fp