Potenza. Nel sottopasso di via Calabria gli asini volano

La denuncia, le indagini e le conclusioni a tarallucci e vino

Eravamo rimasti, nella vicenda del sottopasso di via Calabria, a Nonna Rosina che denuncia. Intanto Rosina ha deciso di svelarsi, si chiama Maria e si è fatta fotografare.

Ma che sorte avrà avuto la denuncia? Se la storia di nonna Maria fosse stata scritta da uno sceneggiatore di film americani, le cose sarebbero andate pressappoco così. La pubblica accusa si sarebbe posta domande semplici: “quale fatto è vietato?”; “chi ha commesso il fatto vietato?”; “su ordine di chi?”.

Avrebbe, quindi, fornito risposte semplici (il fatto vietato è l’ingresso abusivo; a entrare è stata una squadra di operai dell’impresa X; glielo ha ordinato il responsabile della realizzazione dell’opera pubblica).

Avrebbe fatto subito sequestrare il cantiere (la proprietà, in America, è una cosa seria). Avrebbe perseguito tutti i responsabili dell’ingresso abusivo (morali e materiali) a patto che fossero stati consapevoli di tale abusività. Avrebbe, all’esito del processo, ottenuto condanne esemplari.

In Basilicata le cose, però, vanno ancora meglio. Perché? Perché si studia Aristotele. Che c’entra Aristotele con la terra di nonna Maria, nonna Maria manco lo sa. Eppure c’entra. Perché vantandosi di “aver fatto il liceo classico”, gli infallibili investigatori lucani anziché dare risposte semplici a domande semplici, elaborano raffinati sillogismi. Partono dalla premessa maggiore: il fatto vietato è l’ingresso senza permesso nel terreno. Aggiungono la premessa minore: a entrare, materialmente, sono stati gli operai dell’impresa X. Arrivano alla conclusione: è il titolare dell’impresa X che deve essere indagato.

Quindi un poveretto inconsapevole, che l’ordine di entrare l’ha avuto da chi, responsabile dell’opera, gli ha detto “È tutto a posto, comincia a sbancare”, si è trovato indagato. Logica ferrea: Aristotele chi lo batte?

Per fortuna gli investigatori italiani pensano di continuo e pensando hanno elaborato questo ulteriore pensiero: “ma ‘sto povero imprenditore, alla fine, mica lo poteva sapere che il terreno non era stato espropriato … Quindi, se manca la colpa, certo non lo possiamo mandare a processo”. Conseguenza: un’archiviazione esemplare.

Dunque, anziché indagare le Fal, hanno indagato l’impresa che con il papocchio dell’inesistente esproprio nulla aveva a che fare.  E siccome nulla aveva a che fare, hanno archiviato tutto, e i soliti tarallucci sono finiti nel vino.

Nonna Maria, anche se non ha studiato Aristotele ha capito tutto: “gli uccelli volano, gli uccelli sono animale, anche gli asini sono animali, dunque gli asini volano”.

Nonna Maria

Nonna Maria

Operai a lavoro nel terreno di Maria

Nonna Maria

Sottopasso

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