Paziente con covid in reparto non attrezzato all’ospedale di Potenza

L'uomo dopo essere stato trasferito dal Pronto soccorso in Urologia è risultato positivo al tampone. Sanificati i corridoi ma il personale lamenta la carenza di dispositivi e della zona filtro. Il Commissario Spera: applicati tutti i protocolli

Nel pomeriggio di ieri, 1 novembre, nel reparto di urologia dell’ospedale San Carlo di Potenza un paziente è risultato positivo al covid19.

L’uomo era stato trasferito dal Pronto soccorso e una volta in reparto sottoposto ad accertamenti con un medico e infermieri. In reparto, oltre all’assistenza legata al suo problema specifico di salute, gli è stato fatto il tampone per il coronavirus. Dopo le 18 circa l’esito: positivo.

L’uomo era stato ricoverato in una stanza singola e presentava lievi sintomi. A quel punto il personale medico e infermieristico ha dovuto richiedere alcuni dispositivi di protezione al reparto di malattie infettive, essendo dotati solo di mascherine e guanti. In serata poi si è provveduto a sanificare i corridoi.

Resta tuttavia il problema che il personale prima di avere l’esito del tampone ha effettuato alcune manovre indossando solo la mascherina e i guanti- ci fanno notare fonti interne. C’è poi una lacuna strutturale, non essendo prevista nell’unità operativa di Urologia una zona filtro da utilizzare dopo aver assistito un paziente con covid, senza considerare il fatto che lo stesso personale  non è formato per le operazioni di vestizione e svestizione dei dispositivi di massima sicurezza, come ad esempio l’apposita tuta, per l’assistenza a persone affette dal virus. Ed è per questo che in tutta fretta, appresa la positività del paziente, gli infermieri hanno dovuto far ricorso ad alcuni tutorial on line per apprendere velocemente la tecnica esatta per indossare lo scafandro di protezione e per toglierlo dopo il contatto con il contagiato.

Quanto accaduto è l’ulteriore testimonianza della difficoltà a reperire posti letto per i pazienti con covid nell’ospedale di Potenza. Tutto questo mentre resta ancora vuoto il reparto di Nefrologia, trasferito la scorsa settimana, in quello di Reumatologia a sua volta spostato in altre unità operative per far spazio a pazienti covid.

Sulla vicenda interviene il commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera San Carlo, Giuseppe Spera, che spiega:

Non c’è alcun rischio perché il personale tutto è dotato di dispositivi di protezione, nel caso specifico, come da indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità per l’assistenza al paziente in stanza singola e asintomatico, non è previsto l’uso dello scafandro. Non deve scattare il panico. Quel paziente non è lì per il covid, e io non posso non curarlo, chiaramente nel rispetto del protocollo come facciamo sempre.

Gli infermieri hanno mascherina, guanti e camice monouso, tuttavia se richiedono lo scafando noi glielo diamo. Nei mesi scorsi sono stati formati e informati e quel video che dicono di aver visto è stato fatto proprio nella formazione.

Sempre più spesso si sta verificando che la positività emerge dopo che i pazienti si rivolgono all’ospedale per altre patologie, e vengono trovati positivi nei controlli che facciamo per il ricovero. Il paziente ha diritto ad essere assistito e curato.

E’ importante far capire alle persone e agli infermieri che si sentono a rischio che l’assistenza è imprescindibile e che non possiamo trasferire in malattie infettive un paziente asintomatico che ha bisogno di cure in urologia, o altro reparto che dir si voglia.