Elisa Claps, famiglia smentisce vescovo Ligorio: “Prima della riapertura della Santissima Trinità la Curia faccia chiarezza”

Gildo Claps in un comunicato a "Chi l'ha visto": non è ammissibile, con un colpo di spugna, cancellare 17 anni di omissioni e di menzogne

“La posizione della famiglia Claps rimane la stessa di sempre: non è ammissibile, con un colpo di spugna, cancellare 17 anni di omissioni e di menzogne offendendo la memoria di Elisa e la sensibilità di quanti non vorrebbero mai che in quella Chiesa si tornassero a celebrare funzioni religiose”. A parlare è Gildo Claps, fratello di Elisa che in un comunicato inviato alla trasmissione “Chi l’ha visto?” ha così smentito il vescovo di Potenza, monsignor Salvatore Ligorio che proprio oggi ha annunciato la riapertura al culto della Santissima Trinità (al termine dei lavori di ristrutturazione), la chiesa di Potenza dove il 17 marzo 2010 fu ritrovato il corpo della giovane scomparsa da Potenza a 16 anni.

“Facendo seguito al comunicato della Curia Potentina in merito all’inizio dei lavori di ristrutturazione della Chiesa della Trinità, – ha sottolineato Gildo Claps alla trasmissione condotta da Federica Sciarelli- ritengo una scelta di pessimo gusto riportare la telefonata tra il Vescovo Ligorio e mia madre in cui si lascia intendere che la famiglia abbia espresso piena condivisone nella scelta di riaprire la Chiesa al culto al termine dei lavori stessi. Senza entrare nel merito del fatto che mamma ritenesse la telefonata di natura privata, -aggiunge il fratello di Elisa – mi vedo costretto a chiarire che il contenuto del colloquio ha riguardato semplicemente la notizia della necessità di intervenire nella ristrutturazione della Chiesa, nessun riferimento è stato fatto rispetto a quale sarà la destinazione futura una volta completati i lavori”.

Elisa, lo ricordiamo scomparve il 12 settembre del 1993, i suoi resti furono ritrovati il 17 marzo 201o nel sottotetto della Santissima Trinità, dove fu uccisa lo stesso giorno della scomparsa. Per l’omicidio della studentessa è stato condannato, in via definitiva, a 30 di reclusione Danilo Restivo. Sulle coperture e i depistaggi non è mai stata fatta chiarezza. “Su quanto accaduto- ha infatti ricordato Gildo Claps-non si è mai raggiunta una verità giudiziaria né tantomeno una verità storica e su questo punto la Curia potentina, prima di parlare di riapertura al culto ha l’obbligo morale di fare chiarezza”.