Rifondazione comunista Basilicata: Ritunnano eletto segretario regionale

Il 27 febbraio scorso a Potenza, il congresso per rinnovare gli organismi dirigenti e discutere gli orientamenti politici

Di seguito il comunicato stampa del Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra europea della Basilicata che nei giorni scorsi si è riunito in congresso.

Il Congresso del Prc-Se (Partito della Rifondazione comunista-Sinistra Europea) della Basilicata si è riunito il 27 febbraio scorso a Potenza, per rinnovare gli organismi dirigenti e discutere gli orientamenti politici da tenere a livello regionale. Nel Congresso abbiamo eletto il Comitato politico regionale, cui spetta la direzione politica, e il compagno Vincenzo Ritunnano come segretario regionale. La linea politica uscita dal Congresso è imperniata su alcuni obiettivi fondamentali: contribuire alla pace tra i popoli, all’opposizione politica e sociale per l’alternativa, alla convergenza.

No alla guerra-Mobilitiamoci per la pace. Siamo contro la guerra senza se e senza ma. Perché l’Italia ripudia la guerra come è scritto nella Costituzione, perché la guerra è strumento di esercizio delle politiche nazionaliste e imperialiste, perché sono i civili ed i più poveri a pagarne i costi sia tra i vinti che tra i vincitori. Condanniamo l’invasione militare dell’Ucraina ordinata dal regime oligarchico di Putin. Non ci mettiamo l’elmetto della Nato o della Ue o del governo Draghi che rispondono inviando armi e riarmandosi. Sosteniamo il movimento pacifista che in tutto il mondo, anche in Russia, si sta alzando per chiedere l’immediato cessate il fuoco, l’invio di aiuti umanitari e non di armi, il ritiro dell’esercito russo invasore e della Nato, il rispetto dell’autonomia del Donbass stabilito dagli accordi di Minsk, il rispetto dell’integrità territoriale e la ricostruzione di una Ucraina democratica e neutrale. Per questo contribuiremo a costruire comitati per la pace senza l’elmetto.

Costruire l’opposizione politica e sociale, per l’alternativa di società. La crisi in atto non è causata da fattori esterni o estranei alla attività umana, non da oscuri complotti orditi da pochi soggetti nell’ombra ma dall’evidente dispiegarsi della potenza e del potere del sistema capitalistico di produzione e consumo, che si riproduce e ristruttura attaccando le fondamenta stesse della Vita e della Società umana.

A livello nazionale il governo Draghi con il sostegno di centro destra e centro sinistra, tra loro in competizione per l’alternanza ma non alternativi su questioni fondamentali, ha il compito di ancorare il nostro Paese al complesso militare – industriale – finanziario ed alle politiche neoliberiste del blocco occidentale a guida americana, nella transizione in atto verso un nuovo ordine mondiale. Lo si vede chiaramente per esempio dal progetto di autonomia differenziata o “secessione delle regioni ricche”. Lo si vede dal PNRR, un piano impostato per sostenere la ristrutturazione digitale e (finto) ecologica dell’apparato produttivo nazionale per la competizione sul mercato globale, a spese dell’intera collettività. Un piano che nulla o poco ha a che fare con l’obiettivo dichiarato di ridurre le disuguaglianze sociali e territoriali o con l’obiettivo sbandierato della riconversione alla sostenibilità.

A livello regionale il centro destra nel 2019 ha conquistato la presidenza e la giunta, alternandosi al centrosinistra che aveva governato per oltre vent’anni ma assicurando di fatto una sostanziale continuità delle politiche basate sulla svendita del territorio ai petrolieri, la aziendalizzazione, la privatizzazione, il taglio di servizi essenziali come la sanità pubblica o l’acqua pubblica, le promesse mai attuate di bonifica, reindustrializzazione e infrastrutturazione, la falsa retorica della Basilicata verde e delle eccellenze (da vendere a chi se le può permettere).

E’ per noi fondamentale sostenere il conflitto nel mondo del lavoro. Su questioni generali, come la contrattazione collettiva, la precarietà, il ripristino dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e l’abolizione del jobs act, la sicurezza sui luoghi di lavoro, il salario minimo, la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, l’abbassamento dell’età pensionabile, la legge contro le delocalizzazioni, il sostegno al reddito di base universale. Su questioni specifiche, come i licenziamenti, le delocalizzazioni, le ristrutturazioni a danno dei lavoratori, che sono all’ordine del giorno anche in Basilicata. Si pensi per esempio alle realtà dove sono attualmente a rischio posti di lavoro come la Stellantis di Melfi, la Ferrosud di Matera, la Coopbox di Ferrandina, la ex Auchan di Melfi, o allo sfruttamento dei braccianti migranti assoggettati al caporalato e perseguitati dalle leggi sull’immigrazione.

E’ oggi il tempo della convergenza. Negli anni abbiamo incontrato sul territorio tanti e diversi soggetti protagonisti di lotte o portatori di istanze di cambiamento: dalle lotte notriv a quelle per l’acqua pubblica, dal comitato dei lavoratori della Stellantis, ai braccianti in lotta del ghetto di Metaponto, ai sindacati e lavoratori che parteciparono alla Conferenza regionale sul lavoro, dai comitati referendari contro lo stravolgimento della Costituzione, al Comitato contro l’autonomia differenziata, dal Gay Pride di Matera, al Collettivo Donne di Matera, dal LabSud, alla rivista Valori, al Comitato Basilicata No Profit On People and Pandemic contro il G20, dalle assemblee dell’Alleanza per la Democrazia e l’Uguaglianza, all’alleanza con Potere al Popolo alle elezioni parlamentari del 2018, all’alleanza di Basilicata Possibile che alle lezioni regionali del 2019 si candidò in alternativa ai poli esistenti.

Per noi la convergenza significa aprire insieme a tutte le organizzazioni sociali e politiche disponibili che esprimono e praticano una critica ed una opposizione ad uno o più aspetti del sistema di produzione e di governo dominanti, un confronto democratico permanente basato su reciproco riconoscimento e pari dignità, finalizzato a costruire qui ed ora solidarietà e lotta contro le crisi montanti ed in prospettiva un blocco sociale popolare ed un polo politico alternativo capaci di battersi per una proposta politica radicalmente alternativa basata sulla attuazione della Costituzione italiana nata dalla Resistenza antifascista. Sapendo che qualcosa sul piano nazionale per quel che riguarda la nostra area si sta muovendo: si è costituita alla Camera dei Deputati la componente ManifestA aderente a Rifondazione e Potere al Popolo e con il forum nazionale sulla convergenza appena concluso a Roma avanza in tutto il Paese il lavoro di unificazione delle realtà conflittuali ed anticapitaliste.