Pd: “non basta cambiare il segretario, ci vuole un partito nuovo”

Si dia vita a nuovo soggetto politico che fornisca risposte concrete alle aspettative ed ai bisogni dei cittadini, soprattutto di quelli che più soffrono situazioni di disagio e di crisi

L’amalgama mal riuscito, né carne né pesce, è giunto al capolinea. È insufficiente l’ennesimo cambio di segretario, che consenta all’oligarchia che lo ha devastato di tirare a campare. Occorre avviare una fase costituente aperta a tutte le persone di buona volontà che hanno una sensibilità democratica e progressista. Ovviamente non bisogna disperdere il patrimonio umano e politico, che domenica scorsa ha messo la croce sul simbolo del Pd (il 19% degli italiani).

Al termine della fase costituente dovrà celebrarsi un congresso vero e partecipato con discussione dal basso, non il deleterio votificio delle primarie in cui spesso i passanti, i transumanti e i tifosi dell’Inter hanno deciso l’allenatore della Juventus. Un congresso, preferibilmente, fondativo di un nuovo soggetto politico, che si caratterizzi per un’identità programmatica netta e limpidamente incentrata su un’agenda popolare, che fornisca risposte concrete alle aspettative ed ai bisogni dei cittadini, soprattutto di quelli che più soffrono situazioni di disagio e di crisi e che quotidianamente vedono peggiorare le proprie condizioni materiali di vita.

Un partito nuovo che rovesci la piramide e che renda davvero protagonista ciascuno/a singolo/a aderente, con la selezione dal basso della classe dirigente e con aspiranti rappresentanti istituzionali che si candidino nei territori dove vivono. Se così sarà in Italia e in Basilicata, continuerò a fornire il mio umile contributo, altrimenti la mia quarantennale militanza a sinistra si ferma qui. Giovanni Petruzzi già sindaco di Anzi, Presidente Associazione Culturale “L’Alternativa