Migranti impiegati nei campi, “apprendimento dell’italiano per uscire dall’invisibilità”

"Per quale ragione non si dà attuazione alla Legge Regionale del 2016 che detta le norme per l’accoglienza, la tutela e l’integrazione dei cittadini migranti e dei rifugiati?

L’Associazione Migranti Basilicata, in una nota, ribadisce l’importanza dell’apprendimento della lingua italiana per i migranti che lavorano nei campi lucani.

Antonio Gramsci, scriveva nel 1916, a 25 anni: «La cultura… è presa di possesso della propria personalità, è conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere il proprio valore storico, la propria funzione nella vita, i propri diritti e i propri doveri». Da molti anni ci siamo battuti per una scuola istituzionale al fine di formare gli immigrati che vengono nel nostro Paese. Abbiamo dovuto affrontare numerose difficoltà. Già da quest’anno abbiamo dato inizio alla scuola e ci è stato un primo periodo superato in modo brillante dai migranti. Ma oggi ancora grazie alla Preside del CPIA di Potenza Giovanna Sardone, alla Dirigente dell’Ipsia Battaglini di Venosa Maria Luisa Longo, alla collaborazione della responsabile del CPIA di Rionero Antonella Vitale e alla collaborazione dell’Amministrazione Comunale di Venosa si riprendono le lezioni dal 7 novembre.

Questi uomini e donne che arrivano sul nostro territorio per lavoro, fuggendo da guerre e situazioni politiche del peggiore colonialismo, nonché per ragioni climatiche, hanno bisogno di una accoglienza adeguata, di integrazione e non da ultimo l’apprendimento della lingua italiana ed hanno bisogno di frequentare la scuola al fine di vivere con dignità e conoscere i loro contratti nonché i loro diritti e i loro doveri di cittadini in terra straniera.

Basta con l’emergenza e la solita storia di tutti gli anni. Anche se sono lavoratori solo stagionali hanno diritto ad una accoglienza dignitosa e ad un trattamento consono. Con tutti i soldi spesi negli ultimi 15 anni per aprire i centri di (dis)accoglienza si sarebbero costruiti idonei Centri degni di tal nome ed avrebbero ottenuto una ospitalità decente e congrua. E’ da molti anni che si sbandierano cifre da capogiro riferite ai PON legalità ma fino ad oggi non è stata posata ancora una prima pietra. E la cosa ancora più grave è che si dovranno spendere milioni di euro per costruire strutture insufficienti all’accoglienza di questi lavoratori stagionali. Ancora oggi non si comprende per quale ragione non si dà attuazione alla Legge Regionale n.13 del 2016 che detta le “norme per l’accoglienza, la tutela e l’integrazione dei cittadini migranti e dei rifugiati”. Per quale ragione non è mai stata finanziata la suddetta legge?

L’Associazione Migranti Basilicata in collaborazione con Libera Presidio del Vulture Alto Bradano e la Chiesa Evangelica di Venosa si stanno prodigando per dare dignità e diritti ai lavoratori del settore agricolo trovando una sistemazione idonea per l’accoglienza e per mettere la parola fine all’emergenza e alla invisibilità degli uomini e delle donna immigrate. Francesco Castelgrande Associazione Migranti Basilicata