Reddito di cittadinanza, “eliminato per fare l’elemosina con nuova social card che esclude anziani e persone sole”

Summa (Spi Cgil): "Una manovra che ha il sapore della beffa, è offensiva per la gente, umilia le persone calpestando la loro dignità"

“È una vergogna”. Non usa mezzi termini il segretario generale dello Spi Cgil Basilicata, Angelo Summa, nel commentare la social card introdotta dal governo Meloni, che tra qualche giorno “sarà distribuita a chi ha un reddito ISEE sotto i 15mila euro, ma che ancora una volta, nello stile di questa destra, offende le persone, divide e non include. Hanno eliminato il reddito di cittadinanza – aggiunge -unico strumento di contrasto alla povertà per reintrodurre i vitalizi a favore di 851 senatori e 444 familiari di senatori defunti, il cui taglio aveva consentito un risparmio alle casse dello State di 40 milioni di euro, e aumentare lo stipendio di 1.269 euro netti al mese ai capigruppo della Camera. Mentre chi vive in difficoltà non è stato aiutato, ma tradito con 30 centesimi al giorno.

Perché la social card – spiega Summa – come stabilito dal decreto attuativo, spetta solo ai nuclei familiari composti da non meno di tre componenti ed è concesso un solo contributo per nucleo familiare di importo complessivo pari ad euro 382,5. Una manovra che ha il sapore della beffa, è offensiva per la gente, umilia le persone calpestando la loro dignità. La social card rappresenta una elemosina una tantum destinata a chi ha un reddito sotto i 15 mila euro, per spese alimentari.

Con l’inflazione alle stelle e il caro spesa, la social card, che nell’allegato 1 decide anche cosa devono mangiare le persone, non aiuta nessuno. Piuttosto etichetta chi vive in uno stato di indigenza. E ancora, esclude gli anziani che vivono da soli o in coppia, così come esclude i giovani non sposati e le coppie che non hanno figli, oltre a tutti coloro che già percepiscono sussidi perché in uno stato difficoltà. Così non si combatte la povertà, ma si prende in giro chi vive in difficoltà – conclude Summa –. Servono interventi sul potere d’acquisto di salari e pensioni, la riforma dell’indennità di disoccupazione universale che garantisca un reddito nei periodi di non lavoro ed un reddito di cittadinanza dignitoso per chi non è collocabile nel mercato del lavoro”.