Autismo, al Centro di Chiaromonte arriva il robot Nao per aiutare i bambini

Sperimentazione di tre mesi in collaborazione con l'Unibas

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Un’introduzione innovativa, tra le prime in Italia, arriva a Chiaromonte, nel Centro Early Start che da anni lavora per offrire un supporto ai genitori dei bambini in età prescolare (da 0 a 6 anni) con diagnosi di autismo o di rischio. E’ arrivato, infatti, il social Robot NAO, un umanoide in grado di ricevere una rapida sequenza di input per svolgere una serie di compiti verbali e motori.

L’introduzione di Robot NAO è stata resa possibile grazie ad un accordo quadro per la cooperazione scientifica e accademica siglato tra la Fondazione Stella Maris Mediterranea ETS, che gestisce il Centro, e la Scuola di Ingegneria dell’Università degli Studi della Basilicata.

In collaborazione con gli ingegneri dell’Unibas è stata implementata una sessione di terapia mediata dal Robot NAO per bambini con autismo di età prescolare. In questo lavoro, è stata sviluppata una piattaforma per l’interazione uomo-robot con soluzioni innovative per il tracciamento dello sguardo e un’architettura a due livelli, dove il terapeuta seleziona i compiti da proporre ai bambini e il robot esegue autonomamente le attività. E’ stata anche prodotta una pubblicazione scientifica presentata alla International Conference on Robot and Human Interactive Communication (RO-MAN 2023) in Corea.

Gli ingegneri Francesco Pierri e Monica Sileo dell’Unibas hanno portato Robot NAO a destinazione. «NAO è un umanoide che ha 25 gradi di libertà che gli consentono di muoversi in maniera simile ad un umano- spiega l’ingegner Pierri- Ha un controllo interno che gli consente di mantenere l’equilibrio, può camminare, mettersi su una gamba sola e così via. E’ possibile programmare ulteriori movimenti. La semplicità delle espressioni e i movimenti più codificati risultano più rassicuranti e più facili da interpretare per un bambino con autismo in età prescolare».

«Il nostro è un Centro clinico, prima di tutto, ci occupiamo di autismo e di bambini che hanno problemi specifici nello sviluppo delle loro capacità di relazionarsi socialmente al mondo. Quotidianamente cerchiamo di insegnare ai bambini e alle loro famiglie come acquisire le capacità che di solito sono acquisite in maniera spontanea- spiega il Prof. Filippo Muratori, Direttore Scientifico Fondazione Stella Maris Mediterraneo- Il Robot entra nelle attività del Centro perché riteniamo che NAO semplifichi la complessità della comunicazione umana; il volto umano è estremanmnente complesso, ambiguo anche nell’espressione delle nostre emozioni. Il Robot in questo semplifica la comunicazione e rende più facile al bambino entrare in comunicazione con lui».

La sperimentazione durerà tre mesi, periodo in cui, grazie all’attivazione di una Borsa di Studio, un ricercatore della Scuola di Ingegneria dell’Università degli Studi della Basilicata affiancherà gli operatori del Centro.

«Potremo così convocare un gruppo di 5 bambini con disturbo dello spettro autistico, verosimilmente chi ha già seguito il percorso per creare un gruppo omogeneo- spiega la psicologa e ricercatrice Giuseppina Palermo- e una volta a settimana faremo la terapia mediata dal Robot. Diversi studi hanno dimostrato che esiste un valore aggiunto sia in termini di un accresciuto interesse dei bambini nei confronti del Robot, sia perché in questo modo arrivano al bambino meno stimoli di sovraccarico sociale grazie ad una semplificazione delle espressioni del Robot».

Il robot Nao

Nao

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