Migranti maltrattati, un presidio al Cpr di Palazzo San Gervasio

Si terrà il 13 novembre davanti al Centro per i Rimpatri finito nell'inchiesta della Procura

La Flai Cgil Basilicata e la Cgil di Potenza rispondono all’appello della società civile “Per i diritti, mai più violenze nel CPR di Palazzo San Gervasio” partecipando al presidio che si terrà domani sabato 13 gennaio dalle 15,30 alle 18 davanti al CPR di Palazzo San Gervasio – Ex SS 168.

“Siamo convinti – affermano i segretari generali Flai Cgil Basilicata e Cgil Potenza, Vincenzo Pellegrino e Vincenzo Esposito – che i Centri di permanenza per i rimpatri vadano chiusi poiché non garantiscono il diritto d’asilo e il rispetto dei diritti umani. Quanto emerso dall’inchiesta della Procura di Potenza circa i presunti maltrattamenti nel Cpr di Palazzo San Gervasio, oltre ad essere estremamente grave, trova purtroppo riscontro in quanto denunciato dalla Cgil già in passato, quando chiedemmo al Prefetto di Potenza l’autorizzazione a poter visitare il centro, mai ottenuta, e chiedendo quindi un intervento immediato per verificare quanto allora era emerso da alcuni fatti di cronaca e dall’Asgi.

Accoglienza e inclusione devono essere le linee guida di nuove politiche dell’immigrazione nel segno dell’umanità – precisano Pellegrino ed Esposito – Non possiamo accettare che la nostra Costituzione e i diritti vengano calpestati. Non è accettabile che i migranti vengano rinchiusi in questi lager, privandoli dei più elementari diritti e in condizioni spesso disumane. Condanniamo con forza questa politica migratoria che guarda esclusivamente a operazioni di controllo e contenimento e non alla gestione del fenomeno migratorio, ai diritti e alla necessità di guardare alle persone che arrivano come nuovi europei e pezzi già esistenti della nostra società. Una visione distorta del reale e dei principi di questo Paese: nessuna strategia da parte del Governo che non fa alcuno sforzo per considerare i migranti non come stranieri ma come titolari di diritti. Alla Regione Basilicata, che neanche di fronte ai fatti accertati dalla Procura ha proferito parola, in un silenzio assordante, – concludono – rinnoviamo l’ennesimo invito a nominare quanto prima il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, così come in più riprese sollecitato anche dal Garante nazionale”.