Elezioni truffa al Consorzio di Bonifica si trasformano in una farsa tragicomica

La Corte Costituzionale stronca alla radice la natura del Consorzio Unico

L’odore dell’inciucio si è sentito sempre più forte nei giorni scorsi ma corre il rischio di essere coperto dalla cruda realtà delle cronache. La Corte Costituzionale con sentenza n. 160 del 6 giugno scorso, pubblicata il 17 luglio 2018, mette una pietra tombale sull’impianto della legge regionale n.1 del 17 gennaio 2017 con cui la Regione Basilicata ha istituito il Consorzio unico di Bonifica.

La sentenza della Corte Costituzionale dice chiaramente che la legge  va riscritta in profondità riconoscendo, fra l’altro, indirettamente molte delle questioni che avevamo posto nei giorni scorsi. Fra queste una sopra di tutte: il Consorzio ha applicato in maniera “fantasiosa” il principio per cui “non assume debiti nei confronti dei creditori degli Enti che sostituisce ma pretende i crediti fino al punto di impedire il voto”. Ora sarebbe un bel paradosso politico se la Regione, che ne ha tutto il potere, lasciasse in piedi l’indecoroso pasticcio delle elezioni per un Ente la cui legge istitutiva va riscritta.
Ora non ci sono più alibi e servono atti di assoluta discontinuità anche per fugare gli oscuri scenari che sembrano emergere in questi giorni in cui si levano i pronunciamenti contrari alle elezioni di tutte le Organizzazioni agricole tranne una, si delineano aspetti inquietanti sui contorni del probabile accordo di potere sulle poltrone e sulla pelle dei cittadini, delle istituzioni e degli agricoltori. Da una parte una legge che trasforma il Consorzio di Bonifica in un Ente elefantiaco dalle molte funzioni ora dichiarata incostituzionale, dall’altra un accordo sulle poltrone che continua ad assicurare ad i soliti il controllo dell’Ente.

“Avevamo chiesto nelle settimane scorse se è vero che con DPGR 148/2018  del 3 luglio 2018 (12 giorni prima del voto), la Regione Basilicata ha nominato l’Avv. Giuseppe Musacchio come suo rappresentante in seno all’assemblea del Consorzio di Bonifica in cui esprimerà il 32% dei voti. Ad oggi non abbiamo avuto risposte (tantomeno smentite) da parte della Regione o da parte del Consorzio. Mentre tutte le organizzazioni professionali agricole (non solo quelle del cartello che sostiene il Movimento Riscatto ma anche la CIA, la Confagricoltura e la Copagri) esprimono giudizi stroncatori e predispongono atti legali contro, nelle uniche dichiarazioni trionfanti sul misero risultato elettorale che emerge dalla giornata del 15 luglio, la Coldiretti  esprime con forza “l’apprezzamento per il ruolo svolto dal Commissario Musacchio”. Si va componendo il quadro dentro cui si sono consumate le forzature che hanno portato a tenere in Basilicata le elezioni truffa per il Consorzio di Bonifica e si intravedono gli interessi e i fili che i burattinai stanno muovendo sulla scena delle elezioni.”
“La nuova assemblea che vorrebbero insediare, avrebbero dovuto eleggere un consiglio d’amministrazione o un Amministratore Unico che potranno essere anche esterni con ampi poteri” ricordano Fabbris e Manfredelli, aggiungendo: “Vuoi vedere che la nomina di Musacchio con i poteri della Regione sarà stato funzionale al disegno di garantire quello che le dicerie malevole sostengono da tempo, ovvero che l’Amministratore UNico avrfebbe dovuto essere un noto dirigente di una nota organizazzione agricola?.  La Coldiretti ha espresso in questi anni tutti i presidenti dei Consorzi di Bonifica ora disciolti per debiti. Cosa ci sarebbe stato di nuovo se si ci ritrovassimo con un suo dirigente a capo di un Ente strategico come potrebbe essere il Consorzio di Bonifica di Basilicata?”
Ma questa farsa corre il rischio di trasformarsi in una tragicommedia dal momento che sul futuro del Consorzio di Bonifica si addensano molte nubi sia per la nostra iniziativa sul piano legale, sia su quelle annunciate dalle altre organizzazioni agricole, sia per effetto dei pronunciamenti che in queste ore sono stati assunti dalla Corte Costituzionale dopo che il TAR di Basilicata ha sollevato diverse questioni di possibile incostituzionalità.
Prima che tutto ciò avvenga la Regione Basilicata deve intervenire assumendo piena responsabilità e deve interrompere questa spirale che corre il rischio di portare nel discredito le istituzioni di Basilicata e la sua classe dirigente.
Con questo intendimento, il Movimento Riscatto si è rivolta ancora una volta alla Regione Basilicata nei giorni scorsi chiedendo un incontro urgente alla Vicepresidente Dott.ssa Flavia Franconi ed all’Assessore all’Agricoltura Luca Braia per “sottoporre alla Regione i documenti e le ragioni per mettere in atto le proprie funzioni ispettive finalizzate alla sospensione ed all’annullamento delle elezioni”.
“L’incontro si terrà il 24 luglio prossimo presso la Presidenza” fanno sapere dal Movimento Riscatto, aggiungendo che “il Movimento saprà cogliere la disponibilità della Presidenza della Regione producendo tutti gli atti utili perché le istituzioni di Basilicata mettano la parola fine a questo pasticcio”.
Fino a quando non saranno messi in campo gli atti di revoca di elezioni chiaramente nulle per un Ente la cui legge istitutiva va riscritta, il lavoro perché siano dichiarate nulle le elzioni prosegue. In via di stesura è l’elaborazione del dossier sulle irregolarità intervenute nella giornata di domenica per cui è stato gestito e limitato il diritto al voto dei cittadini che integrerà l’esposto denuncia già presentato alla Procura della Repubblica e, nella giornata di oggi, è stata inviata la richiesta di accesso agli atti al Commissario del Consorzio di Bonifica per avere contezza della documentazione relativa alla gestione delle operazioni elettorali e dei suoi risultati che, ricorda il Movimento Riscatto, a troppi giorni di distanza ancora non diventano pubblici.
Fra i dati su cui il Movimento Riscatto vuole vederci chiaro ve ne è un primo relativo al quorum elettorale per sapere se sia stato raggiunto o meno.
L’Articolo 16 comma 17 della legge regionale 1 dell’11/1/17 recita: “Le elezioni dei componenti dell’assemblea è valida qualora i consorzianti partecipanti al voto rappresentino, in almeno una delle tre sezioni, il 10 per cento della contribuenza della prima sezione o il 15 per cento della contribuenza della seconda sezione o il 15 per cento della terza sezione.”
A quattro giorni di distanza, possiamo sapere se il quorum c’è stato o no?

Movimento Riscatto