Mò basta alle stupidaggini. Qualcuno sia responsabile

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    I commenti all’editoriale pubblicato sabato 25 febbraio, sulla manifestazione “mò basta”, ci preoccupano molto. Il primo motivo di preoccupazione è che c’è una conferma spietata alla critica contenuta in quell’editoriale.  Speravamo di suscitare un seria riflessione, invece abbiamo suscitato una reazione, non da parte di tutti per fortuna, spropositata e infantile. Tutti i movimenti nascenti sono affetti da un infantilismo necessario, ma che non può diventare struttura costituente. In quei commenti è emersa la confusione che vagheggiava nella piazza. Ma c’è di più e forse di peggio. L’incapacità di ascoltare la critica disinteressata di un giornale che, unico fino ad oggi, ha fatto da cassa di risonanza alle proteste ambientaliste alternative. Accettando anche di fare da “pappagallo” a certe organizzazioni che fanno tutto in casa. Accettando di fare da replicanti a comunicati già pubblicati, fritti e rifritti. E’ emersa l’incapacità di ascoltare la critica benevola di un giornale libero. E’ emersa la confusione di chi non distingue il lavoro del giornalista opinionista, dal ruolo di chi i movimenti  li organizza.  A parte gli insulti all’intelligenza delle persone, è emersa chiaramente la violenza di chi non accetta il confronto e pretende di criticare il potere della mala politica comportandosi allo stesso modo. Il pettegolezzo, l’allusione, l’offesa sono state le armi retoriche, inconsapevolmente e ingenuamente utilizzate, da taluni presunti “cittadini migliori”. Conosciamo la passione e i sacrifici con cui gli organizzatori hanno lavorato. Conosciamo la passione con cui alcuni amici combattono ogni giorno sul fronte. Da cittadini, prima che da giornalisti, siamo preoccupati dei danni che l’improvvisazione può provocare. Una giusta causa ha bisogno dei giusti mezzi per potersi realizzare. Non ci sono i mezzi, soprattutto intellettuali. Procurateveli. Confermo che non esistono leader, anzi, quelli che appaiono tali sono molto sprovveduti. Se vi piace leggere sui giornali che è stata una grande manifestazione, fate pure. Noi non siamo abituati a mentire per accattivarci la simpatia di qualcuno. Se volete le carezze inutili e non le critiche che aiutano a migliorare, tenetevi la vostra vanità. Noi ci teniamo la nostra responsabilità. Non è un’istantanea alla partenza e all’arrivo del corteo che dà ragione del successo di una manifestazione. E’ tutto il processo di partecipazione, dall’inizio alla fine. E ci siamo capiti. Ringraziamo tutti coloro che con grande intelligenza hanno colto la nostra critica. Loro sono una speranza. Ringraziamo anche tutti coloro, la maggioranza per fortuna,  che in  silenzio hanno condiviso l’editoriale. Loro sono la speranza. Tutto il resto è buio pesto. Avevate un giornale che vi seguiva con interesse. Adesso vi seguirà con sospetto. Questo è il primo grande risultato che avete raggiunto. Da domani andate al TG3 che, come avete notato, vi ha sempre seguiti e ha dato ampio risalto alla manifestazione. Oppure andate dai giornali che vi hanno preso letteralmente in giro scrivendo che la “manifestazione è riuscita”. Nessuno li ha visti in piazza. Ma il vero problema è che alcuni di voi ci credono. Ci auguriamo che domenica 11 marzo riuscirete a fare sintesi davvero.

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