Rifiuti radioattivi: decreto sulla classificazione è incompleto

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    “Stupiti per la scarsa attenzione dedicata dai media alla questione, dobbiamo ribadire quanto abbiamo già osservato sulle norme per i rifiuti radioattivi. Il Governo ha infatti invertito i tempi dei provvedimenti da adottare, con scarsa logica e dubbi effetti. Dopo la gaffe sull’Isin, la nuova agenzia per la sicurezza nucleare, per la cui presidenza aveva proposto una persona priva dei requisiti e per di più indagata, il Governo ha proceduto all’emanazione della nuova classificazione dei rifiuti radioattivi; ma è proprio l’Isin, che ancora non c’è, che dovrebbe emanare le guide tecniche per la migliore definizione dei confini tra le varie categorie di rifiuti, e soprattutto, per le modalità e i requisiti di gestione” osserva la Commissione scientifica che l’associazione “SI alla rinnovabili, NO al nucleare” ha promosso per seguire il lungo e complesso iter del decommissioning degli impianti nucleari. “Sul merito del DM sulla classificazione dei rifiuti radiatttivi, la Commissione parlamentare d’Inchiesta sui rifiuti, cui la bozza della classificazione predisposta dall’ISPRA era pervenuta solo il 30 luglio, aveva evidenziato alcuni punti critici e soprattutto il fatto che la bozza confliggeva con buona parte del D.Lgs 31 del 2010, che è il dispositivo legislativo che sta regolando la localizzazione, in corso, del deposito nazionale per i rifiuti – continua la Commissione scientifica. Questa ‘sciatteria istituzionale’ è riscontrabile anche nel modo semiclandestino con cui si è pervenuti alla bozza, con l’esclusione poi di alcuni interlocutori importanti, come l’Istituto Superiore di Sanità; proprio il contrario dell’ampio meccanismo di consultazione che caratterizzò 30 anni fa l’emanazione dei precedenti criteri, la GT.26” “In questo scombinato e poco trasparente modo di procedere sono state fatte in fretta e furia delle modifiche al Decreto ministeriale per scongiurare il pericolo che la nuova classificazione determinasse ambiguità rispetto al conferimento al deposito nazionale, ma il decreto è ancora un prodotto incompleto” ha concluso la Commissione scientifica.”

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